Simon si svegliò il mattino seguente con un gran mal di testa e con la voglia di uccidere il suo migliore amico con l'oggetto più appuntito che fosse riuscito a recuperare in casa.
Dopo essere rincasati alle due e mezzo di notte, Bran aveva passato l'ora successiva a scopare rumorosamente con il twink carino che alla fine era riuscito ad abbordare.
Simon aveva compreso che alla conquista di Bran piacesse particolarmente il rimming, dato che aveva invocato tutti i santi del paradiso mentre Bran banchettava con il suo culetto.
Era abituato alle scopate rumorose del suo coinquilino e qualche volta aveva anche partecipato in prima persona ad una threesome, ma la sera precedente era tornato a casa di pessimo umore per colpa di quell'uomo bellissimo con gli occhi tristi.
Quel tipo aveva arruffato tutto il piumaggio per un semplice cocktail, non gli aveva mica proposto di scopare. Anche se non avrebbe di certo disdegnato.
Si alzò dal letto completamente nudo e gemette, stiracchiandosi la schiena ancora dolorante. Se avesse continuato con quei ritmi, sarebbe arrivato a trent'anni con le stesse articolazioni malandate di un novantenne.
Dovevano essere da poco passate le dieci della mattina e, nonostante fosse rincasato ad un orario discutibile e si sentisse ancora stanco morto, Simon non riusciva mai a dormire fino al pomeriggio, come faceva solitamente Bran.
Infilò un paio di slip puliti e si diresse in cucina, strisciando i piedi scalzi sul parquet consumato. Fortunatamente, Bran e la sua conquista non erano nei paraggi.
Aveva urgentemente bisogno di bere un caffè in completo silenzio.
Mentre fissava il vuoto cosmico, sorseggiando dalla sua tazza preferita la miscela scura e bollente con calma, il din fastidioso del telefono, che lo avvisava dell'arrivo di un messaggio, gli rimbombò nel cranio.
Afferrò lo smartphone con stizza e lesse il messaggio dall'anticipazione sul display. Era di Annie, sua zia.
Buongiorno, raggio di sole. Oggi verrai a pranzo da me e Sabrina. Dillo anche a Bran, se vuole, è sempre il benvenuto.
Quella pazza squilibrata di Annie non gli chiedeva nemmeno se avesse degli impegni per quel giorno. Dava sempre per scontato che Simon avrebbe accettato ogni volta i suoi inviti. Anzi, lo pretendeva e lui si ritrovava automaticamente ad acconsentire perché dirle di no era inaccettabile.
Avrebbe attaccato alle sette, quella sera al Red Moon. Doveva prepararsi insieme agli altri ragazzi per lo spettacolo del sabato. Non ne aveva per nulla voglia, ma si trattava di lavoro ed era obbligato.
Sospirò pesantemente prima di scrivere la risposta.
Che sia un buongiorno è abbastanza opinabile. Ci vediamo tra un paio d'ore?
Sua zia rispose quasi immediatamente.
Successo qualcosa? Comunque sì, porta una di quelle cheesecake al cioccolato che ti vengono divinamente.
Annie riuscì a strappargli un sorriso. Le voleva un bene incalcolabile anche se aveva un serio problema di dipendenza dal cioccolato.
Ieri sera ho discusso con un tipo al locale. Niente di grave, ma mi ha mantenuto di cattivo umore e stanotte Bran per poco non ha distrutto il muro della sua stanza mentre scopava. Mi scoppia la testa.
Annie, oltre ad essere sua zia, era anche la sorella maggiore che non aveva mai avuto. Una grande confidente.
Gli raccontava tutto perché sapeva che poteva farlo senza che lei lo giudicasse o trattasse da moccioso, come in passato avevano fatto i suoi genitori, di cui non aveva più notizie da anni ormai e nemmeno gli importava. La sua famiglia erano Annie, Sabrina, nonno Jake e Bran. E sempre lo sarebbero stati.
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Grazie per il cocktail (Red Moon Saga 1)
ChickLitTUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI. Opera coperta da marcatura Patamu © Simon, dopo essere stato cacciato di casa a quindici anni dalla sua famiglia perché lo scoprirono a baciare un suo compagno di classe, ha vissuto per cinque anni con sua zia. A ve...