Capitolo 4 - Wesley

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Le mani di Wesley formicolavano mentre infilzava con la forchetta il vitello tonnato che aveva preparato la sua collega Sabrina. Aveva una voglia infima di sculacciare quel ragazzino insolente, seduto proprio di fronte a lui, che sogghignava ogni volta che i loro sguardi si incrociavano.

Wesley non aveva mai sculacciato nessuno dei sui ex, benché meno Stephan, che era stato la sua storia più lunga. Con lui aveva sempre svolto il ruolo del passivo a letto e gli piaceva, ma aveva sempre tenuto nascosto dentro di sé quel piccolo kink delle sculacciate.

Simon ha proprio la faccia da bambino disubbidiente a cui serve una lezione, gli passò fugacemente per la mente.

Quando aveva accettato l'invito a pranzo di Sabrina, mai si sarebbe aspettato che il destino gli avrebbe ripresentato davanti agli occhi il barista del Red Moon con cui aveva discusso la sera precedente.

Quel ragazzino impertinente aveva lo sguardo di un diavoletto e Wesley non era riuscito ad evitare di cadere nelle sue provocazioni come un pivello, facendosi riprendere anche da Annie. Si era sentito umiliato, ma non era riuscito in alcun modo a fermare la lingua e sapeva che avrebbero potuto continuare a battibeccare come due bambini se la compagna della sua collega non si fosse messa in mezzo.

Ripensando alla discussione avvenuta poco prima con Simon, non si pentiva delle parole che aveva rivolto al ragazzo. Lo avrebbe ribadito fino alla morte: studiare era importante e non si finiva mai di imparare nella vita.

Poteva evitare di far intendere che ritenesse lavori come il barista o la donna delle pulizie meno importanti, rispetto a chi faceva l'avvocato, il medico o il professore come lui. Ormai era andata così, ci sarebbero state altre occasioni per chiarire su quel punto di vista.

Non tutti potevano permettersi una buona istruzione e Wesley aveva sempre provato dispiacere per chi avesse voglia di imparare, ma non aveva i mezzi per farlo. Lui era stato fortunato perché la sua famiglia era benestante e avevano potuto pagargli senza problemi gli anni di studio alla Penn, nella Ivy League.

Camille glielo diceva sempre e aveva ragione: Wesley era un bastardo saccente e non faceva alcuno sforzo per nasconderlo.

Mentre chiacchierava con Sabrina ed Annie, cercando di non farsi di nuovo istigare da Simon, capì svariate cose su quello strambo trio di persone.

Sabrina era una donna dolcissima e si trovava in sintonia con lei perché, per quanto potesse apparire come un uomo cinico e sulle sue, Wesley aveva bisogno di avere accanto persone che erano il suo opposto.

Camille, ad esempio, aveva scelto di prenderselo sotto la sua ala protettrice parecchi anni prima e da lei aveva imparato come dimostrare affetto alle persone a cui teneva.

Wesley era un soggetto complicato, se ne rendeva conto. Forse dipendeva dal fatto che i suoi genitori non erano mai stati particolarmente affettuosi con lui e con suo fratello maggiore Mark.

Osservò come Annie, una donna tosta, tutta piercing e tatuaggi, guardasse Sabrina con amore. Per Wesley fu un vero pugno nello stomaco perché quelli erano occhi innamorati. Si rese conto amaramente che Stephan non lo aveva mai guardato in quel modo.

Sabrina guardava Annie nella stessa maniera: come una fessa innamorata. Erano davvero tenere, ma non lo avrebbe mai detto a voce alta.

Simon, invece, nonostante i battibecchi quasi tragicomici, provava un profondo senso di ammirazione per Annie e glielo si leggeva limpidamente negli occhi. Aveva rispetto per Sabrina, ma non la guardava come guardava sua zia. Wesley aveva l'impressione che il ragazzo ritenesse Annie il suo supereroe. Fatto ambiguo, perché solitamente era la figura paterna a coprire quel determinato ruolo per un ragazzino.

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