7 - La poesia della salamandra

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7 - La poesia della salamandra

Una poesia? Una rima? Ma sì, sarebbe stato un gioco da ragazzi. Leo poteva farcela. ― Ehm... Giro giro tondo, casca il mondo, casca la terra, tutti giù per terra! 

Si rese conto da solo che come primo tentativo faceva piuttosto schifo. Lo sguardo allibito di Piper poi non fu certo molto incoraggiante. ― Che c'è? ― protestò Leo. ― Devo prenderci un attimo la mano.

Non era facile ragionare con quei terribili fumi verdognoli che si avviluppavano per aria come serpenti. Leo provò comunque a far funzionare il cervello. Fumo verde era indicativo di oracolo? Quella tipa era davvero la Pizia, tizia o come si chiamava? La risposta venne da Piper. ― Credo di sapere chi è ― disse in tono cupo la figlia di Afrodite. Leo la invitò a parlare con un gesto delle mani. ― E' Cassandra. La profetessa inascoltata.

Leo gonfiò le guance come un criceto, in segno di umile ignoranza. ― Mai sentita nominare.

Si fece avanti Jason. ― E' quella che aveva scoperto il trucco del cavallo di legno nella guerra di Troia.

― Davvero l'avevano scoperto? ― Leo era confuso. ― E perché si sono lasciati fregare?

― Te l'ho detto, Leo ― rispose Piper. ― Cassandra è condannata a non essere creduta. Mai. E' una punizione che le è stata inflitta da Apollo. Lui si era innamorato di lei. Per conquistarla, le aveva donato il dono della profezia. Ma arrivati al dunque, Cassandra rifiutò l'amore del dio. Apollo le sputò sulle labbra, condannandola a restare sempre inascoltata.

Leo stava pensando quanto fosse terribile, quando, come adirata al solo sentire il nome del dio, Cassandra si sollevò da terra in sfida alla forza di gravità. ― Basta parole, scorron le ore. Fatevi avanti, greci furfanti. Affrontate chi parla e non viene ascoltato, in questa battaglia all'ultimo fiato.

Leo era talmente imbambolato a vedere la profetessa surfare sul fumo verde neanche fosse stata Sunny Garcia da non prestare attenzione alle sue parole. Ma Piper colse l'indizio tra le rime di Cassandra. ― Greci furfanti... ― ripeté tra sé e sé. ― Jason, devi parlarci tu.

A Jason l'idea non piacque per niente. ― Che? Io non so parlare in rima! 

― Lei odia i greci, perché non l'hanno ascoltata quando dovevano! Tu sei l'unico tra noi a non essere greco! ― insistette Pip. ― Con le rime ti aiutiamo io e Leo.

D'accordo, non se ne usciva. Con fare risoluto, Leo si mise le mani sui fianchi nell'atteggiamento di uno parecchio determinato. ― Non c'è un'app anche per questo? ― tentò, prima di mettere davvero in moto gli ingranaggi del cervello. Poi iniziò: ― Vogliamo il tripode con tutto il cerume...

Pip lo fermò subito. ― Non fa rima.

― Ma ha una certa assonza ― protestò Leo. ― Tripode...  cerume... ― Ora che le ripeteva però quelle parole avevano in comune solo la e finale. E forse l'assonanza era un'altra cosa. ― E' poesia contemporanea ― tagliò corto Leo. ― Se la vecchia mummia si attiene allo stile antico, sono affari suoi.

Questo Cassandra parve capirlo anche se non era stato detto in rima, perché emise una specie di ruggito simile a un rutto, gonfiandosi in aria come una vela. I tre semidei indietreggiarono di colpo. 

― Per tutti gli dei, Leo. Chiuditi quella boccaccia a meno che tu non abbia davvero una rima utile alla causa ― ringhiò Jason. Piper concordò lanciando un'occhiataccia verso Leo. Poi prese un bel respiro per scaricare la tensione e si spostò una ciocca di capelli color cioccolato dalla faccia. ― E va bene. Ci penso io. Ripetile quello che ti dico, Jason. 

Cuore a motoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora