3 - L'impresa (per ottenere l'impresa)
Ottenere l'impresa sarebbe stata... un'impresa. La parte difficile, Leo lo sapeva, non sarebbe stata mentire a Mr.D. o a Chirone. Sì, raccontare a loro una bugia colossale come quella del bronzo celeste potenziato gli stuzzicava un po' la coscienza, ma Leo sapeva zittire ogni dubbio morale con molta praticità. La parte difficile sarebbe stata mentire agli amici. Perché all'infuori di Piper, nessuno avrebbe mai saputo la verità su tutta questa faccenda. E a Leo sembrava già che Jason gli lanciasse occhiate ambigue, come se non gli tornasse qualcosa. Considerando poi che Jason non era nemmeno il semidio più sveglio in circolazione, Leo si chiedeva come avrebbe reagito Annabeth alla notizia di un'impresa per il recupero di bronzo celeste potenziato. "Che non esiste", si ripeté Leo a mente, tanto per non confondersi da solo nelle sue stesse balle.
Il Campo Mezzosangue era nel pieno delle attività. L'estate creava un piacevole affollamento di semidei, insieme ad uno sgradevole odore di sudore e shampoo all'albicocca. Attraversando a passo deciso i sentieri per raggiungere la Casa Grande, non si poteva fare a meno di notare quanto i mezzosangue fossero veramente iperattivi. Contro gli improbabili allenamenti corpo a corpo con le armature di Caccia alla bandiera, il tiro con l'arco e il free climbing erano hobby comuni e quasi banali tra i semidei di Long Island. Alcuni satiri si aggiravano qua e là tra gli eroi, incitandoli come personal trainer sull'orlo di una crisi isterica. Leo cercò distrattamente Grover con lo sguardo, perché era l'unico satiro con cui era entrato un minimo in confidenza da quando aveva messo piede al Campo. Ma di lui, al momento, nessuna traccia. E dal momento che sfilare lungo il sentiero per la Casa Grande con Piper Mclean e Jason Grace al proprio fianco non era esattamente il modo migliore per passare inosservati, Leo affrettò il passo.
L'accelerata non gli risparmiò una serie di occhiate curiose. Leo sentì il proprio stomaco collassare. Le sorti di quei semidei, del Campo, del mondo intero, erano nelle sue mani. E lui stava per gestire la faccenda mentendo spudoratamente a tutti quanti. La voce di Jason lo fece sobbalzare. ― Credete che Chirone ci lascerà davvero partire per un'impresa adesso?
― Non abbiamo molta scelta ― rispose Piper. ― E poi basterà essere convincenti ― Questo bastò per far voltare Leo verso di lei con uno sguardo ammiccante. ― Cosa in cui siamo tutti bravissimi. Non è vero, Pip? Soprattutto io e Jason...
Piper abbassò gli occhi con fare spazientito, capendo al volo. ― Ci penso io ― disse infine. Leo fu così sollevato che non si rese nemmeno conto di aver messo piede dentro la Casa Grande, finché lo scalpiccio degli zoccoli di Chirone non gli fece mettere a fuoco l'ambiente circostante. Già, perché Chirone non era solo un allenatore di semidei, un mentore, una guida per tutti i ragazzi del Campo Mezzosangue. Era anche un centauro. Un magnifico e ridicolissimo incrocio tra un uomo di cinquant'anni e un cavallo. Ogni volta che lo vedeva, Leo pensava sempre e solo una cosa: se ci fosse stato un rodeo per centauri, lui, Leo Valdez El Pistolero, sarebbe stato in prima fila. Con tanto di telecamera e cappello da cowboy.
La Casa Grande era esattamente quanto il nome stesso prometteva: una casa grande. L'ingresso era così grande da essere un vero e proprio salotto, o "un'anticamera molto spaziosa", come diceva spesso Annabeth, parlando nel suo linguaggio architettonico. Leo lanciò una rapida occhiata agli affreschi mitologici che ricoprivano le pareti e adocchiò al volo un divanetto in finta pelle dall'aria parecchio comoda. Non ci si fiondò sopra solo perché era un tantino nervoso. Restò in piedi in mezzo ai suoi amici. Piper alla sua destra e Jason a sinistra.
― Tre dei sette eroi! ― esordì Chirone, vedendoli. ― Ansia da profezia?
Sulle labbra di Leo si formò un sorriso spontaneo. ― Ansia? Ma quale ansia! A noi piace essere condannati a morire. Essere mortali, fragili e spacciati è all'ultimo grido. L'immortalità è passata di moda da un pezzo... ― Bastò un'occhiataccia di Piper, e Leo chiuse la bocca. Quasi come riflesso incondizionato della sua sfacciataggine, i versi della Profezia dei Sette gli rimbombarono in testa.
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Cuore a motore
أدب الهواة[HOO FanFic! COMPLETO!] Iniziati i lavori nel Bunker 9 per la costruzione dell'Argo II, Leo Valdez, figlio di Efesto, dovrà rimediare al piccolo inconveniente di non poter donare il proprio cuore alla nave. Ma scoprirà che anche l'amore, a volte, è...