15 - Coupon sconti, Grandi Amori e glitter

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15 - Coupon sconti, Grandi Amori e glitter

In qualche modo, il viaggio in bus proseguì fino a Orlando senza altre apparizioni indesiderate di chimere, gorgoni, empuse, erinni o telchini. Una vera botta di fortuna, a parere personale di Leo. C'era da supporre che avere Bellerofonte-lo-sterminatore-di-chimere come autista avesse i suoi vantaggi. Forse i mostri ci pensavano su due volte prima di presentarsi alla fermata del pullman con tanto di valigia da viaggio per fare scena. Fatto sta che a parte la signora anziana rivelatasi un'orribile chimera, il resto dei passeggeri rimase umano e mortale fino alla frenata finale. 

Leo e i suoi amici ringraziarono Bello per la guida ottimale e... beh, per essere uno sterminatore di chimere. L'eroe dal canto suo fece un cenno di saluto con la mano, senza perdersi molto in chiacchiere. Augurò ai semidei buona fortuna per qualunque cosa fossero andati a fare ad Orlando, e poi, quando ormai loro erano fuori dal bus, schierati sul marciapiede, se ne uscì con un laconico: ― Se incappate in chi dico io, ne avrete bisogno.

Leo non fece in tempo a chiedere "Sarebbe?" che Bellerofonte aveva già chiuso la porta automatica di Pegaso per fare il viaggio di ritorno fino a Charlotte. E a quel punto il figlio di Efesto ebbe un presentimento. Una sorta di intuizione. ― Credo che stesse parlando della voce inquietante dei miei sogni ― disse ai suoi amici.

Jason si accigliò per un momento, ma Piper provò a rendere l'aria meno pesante con un mezzo sorriso. ― Cosa può esserci di inquietante in una città come questa? ― Fece un giro su se stessa, con le braccia aperte, come per mostrare tutta Orlando a Leo e Jason. In effetti, Leo doveva concederglielo, Orlando era da mozzare il fiato. I grattacieli brillavano sotto la luce di un tramonto rosato e le luci dei lampioni e delle strade cominciavano ad accendersi come stelle artificiali sparpagliate dappertutto. ― Sì, non è male ― ammise il figlio di Efesto. 


― E ho un altro dato positivo per voi ― riprese Piper. ― Abbiamo un tempismo perfetto sulla tabella di marcia!


― Tempismo perfetto che adesso perderemo ― commentò Jason. ― Siamo qui per trovare Eros, no? A meno che qualcuno di voi non conosca il suo indirizzo, direi che è meglio cominciare a cercare. Orlando mi sembra piuttosto grande. 

Leo sentì una morsa allo stomaco al nome del dio. O forse era fame? ― Non possiamo girare a caso per un'intera città ― obiettò. ― Dobbiamo avere un piano.

Jason scrollò le spalle. ― D'accordo. Fai un piano. Il capo sei tu.

C'era una lieve vena polemica nelle parole del figlio di Giove, forse perché era ancora risentito per il fatto che tutta quella storia fosse iniziata come una gigantesca balla che il suo amico Leo Valdez gli aveva rifilato per non dirgli che in realtà stava soltanto cercando un modo per smettere di avere una cotta per Thalia Grace, alias sua sorella. Non gli si poteva dare torto quindi se ogni tanto buttava lì del sarcasmo nelle situazioni critiche generate da Leo stesso. Questo però non aiutava Leo a pensare con lucidità. 

Era il capo, sì, d'accordo. Ma era il capo solo perché quell'impresa era un bluff, ed era anche colpa sua. Questo faceva di lui davvero un capo? Leo ne dubitava. Lui era bravo con le macchine. A quelle sapeva dare ordini. Alle persone - ai suoi amici - al massimo poteva raccontare due barzellette. 

Ancora una volta, Piper venne in suo aiuto. ― Io credo che ci siamo meritati una cena ― disse per prima cosa. Poi tirò fuori la carta di credito dal taschino della camicia a quadri che indossava. ― E ci siamo meritati anche una suite nell'albergo più bello della città!


― Scherzi? ― fece Jason. ― Stiamo cercando di non far andare alla malora la missione per impedire la distruzione del mondo e vuoi sprecare tempo in una stanza con il bagno idromassaggio?

Cuore a motoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora