12 - Sasso, carta, forbice... Valdez!
― Perché non hai messo la sveglia? Avevi detto che l'avresti messa! Che ce ne saremmo andati prima dell'arrivo di Eris!
Piper era fuori di sé dalla rabbia, ma stava per trovare pane per i suoi denti. Se c'era una cosa che Leo odiava, quella era un risveglio traumatico. ― Smettila di urlare! ― gridò in faccia a Piper. ― Io ho detto che dovevamo mettere la sveglia, non che dovevo metterla io. Potevi metterla anche tu! Perché non l'hai fatto? E perché deve essere sempre colpa mia?
― Ragazzi, piantatela! ― si intromise Jason. ― Questa è la presenza di Eris! Tira fuori il peggio di noi, ci fa sentire furiosi...
― IO SONO FURIOSA! ― sbraitò Piper. E con questo si lanciò su Leo, decisa a spaccargli la cassa toracica a suon di pugni. Leo reagì nel peggiore dei modi: deridendola. ― Oh, guardate! Miss Universo ha deciso di rovinarsi le unghie sulla carrozzeria d'acciaio di Leo Super Valdez! Accomodati, bellezza. Se vuoi farmi il solletico, sono tutto tuo!
― Basta! ― Jason afferrò Piper per le braccia, sollevandola di peso e allontanandola da Leo. ― Cercate di controllarvi. Dobbiamo tenere testa all'influenza negativa di Eris, o ci ammazzeremo a vicenda.
Piper lasciò andare una risata sarcastica. ― Tenere testa ad Eris? Povero Leo, e lui come fa? Non ce l'ha, la testa!
― Piper, smettila ― la scosse Jason. Leo non l'aveva mai visto così serio come in quel momento. ― Vi supplico, ragazzi ― continuò il figlio di Giove ― concentratevi. Possiamo uscirne solo se restiamo uniti e sani di mente.
D'un tratto Leo realizzò che quanto stesse dicendo l'amico era vero. Ora che ci faceva caso, poteva sentire le onde di energia malevola di Eris bersagliarlo da ogni direzione, come fosse il tabellone di un torneo di freccette divino. ― Per tutti gli dei ― biascicò, guardando Piper. ― Scusa, Pip. Ero... fuori di me.
L'espressione della figlia di Afrodite si rabbonì, tornando quella di sempre. ― Già. Anche io, direi. Scusami.
― Bene ― approvò Jason, senza lasciare la presa su Piper. ― Eris è qui fuori, questo lo abbiamo capito. Senza che perdiamo altro tempo a recriminare e a incolparci a vicenda... Qualcuno ha un piano?
― Beh ― disse Leo ― noi sappiamo che Eris è qui, ma lei non sa che ci siamo noi. A meno che Moreno non gliel'abbia detto. In tal caso, ignorate tutte le mie parole.
― Moreno? ― Jason aggrottò la fronte. ― Vuoi dire Moros?
Leo diede una scrollata di spalle. ― Sì, quello là. Destino avverso, sfiga a vita, e via dicendo.
― Che gliel'abbia detto o no ― fece Piper ― possiamo comunque provare a sgattaiolare via senza essere visti da Eris.
― Era più o meno quello che avrei detto io a breve ― ribatté Leo ― forse.
― La stanza è stata segnata sul conto di Afrodite ― constatò Jason. ― Lasciamo le chiavi attaccate e filiamo. Semplice.
Troppo, pensò Leo. Ma mise a tacere il pensiero, probabile frutto della presenza cattiva di Eris nei paraggi.
Senza indugiare ancora, i tre semidei uscirono di soppiatto dalla stanza numero 13, lasciando la chiave nella toppa della serratura. Jason fece segno a Leo di chiudere la fila e gli ricordò di fare silenzio, portandosi un dito alle labbra. Leo annuì, come a dire che aveva recepito, ma al primo passo che fece le assi del pianerottolo scricchiolarono tutte insieme in maniera spaventosa. ― Ti prego ― bisbigliò Leo. Non sapeva bene a chi si stesse rivolgendo. Forse al dio del compensato per pavimenti. Doveva pur esistere, no? Esistevano divinità per tutto, ormai. Ma il dio del compensato per pavimenti, se pure esisteva, non doveva essere un dio benevolo. O almeno, non doveva andargli tanto a genio Leo Valdez. Le assi del pianerottolo continuarono a scricchiolare sotto i piedi di Leo fino alla rampa di scale, e lì poi cominciarono a scricchiolare i gradini. Di tanto in tanto, alternandosi, Jason e Piper si voltavano di scatto per far cenno a Leo di fare piano. ― Se vado più piano di così torno indietro nel tempo! ― protestò il figlio di Efesto al decimo richiamo. Poi si morse un labbro, accorgendosi di nuovo di essere invaso da una rabbia e da un nervosismo che non gli appartenevano davvero. Chiese scusa con un cenno della mano.
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Cuore a motore
Fanfiction[HOO FanFic! COMPLETO!] Iniziati i lavori nel Bunker 9 per la costruzione dell'Argo II, Leo Valdez, figlio di Efesto, dovrà rimediare al piccolo inconveniente di non poter donare il proprio cuore alla nave. Ma scoprirà che anche l'amore, a volte, è...