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La situazione sui sedili posteriori dell'auto era a dir poco surreale: sul lato destro Harry se ne stava immobile, con una posizione rigida e lo sguardo arrabbiato fisso davanti a se; sul lato sinistro, invece, Claire aveva le braccia incrociate e guardava fuori dal finestrino, possibilmente più arrabbiata di lui; per finire, in mezzo a loro due, c'era seduta l'ignara ballerina, vestita solo del body luccicante che aveva usato per la serata e un cappotto pesante che si teneva stretto, lo sguardo perso nel vuoto, totalmente a disagio per la situazione. Non aveva pronunciato una singola parola da quando era salita in auto.

"Di all'autista dove abiti" disse Harry con tono serio dopo qualche minuto di silenzio, senza rivolgerle lo sguardo.

"Questo non l'hai letto sul mio curriculum?" commentò Claire.

"Smettila di fare la bambina e di a James dove cazzo abiti" sbottò lui in modo volgare.

"Mi può lasciare al 254 di West 4st Street, James. Grazie mille" rispose con tono gentile, sporgendosi leggermente in avanti per rivolgersi al guidatore. Poi fece una breve pausa e si voltò verso Harry osservandolo attraverso la ragazza che sedeva in mezzo a loro due. "Contento? Va bene questo indirizzo o vuoi decidere tu dove devo farmi lasciare?" aggiunse, con tono palesemente ironico.

"Non essere ridicola, volevi che ti lasciassi da sola con quel coglione arrapato che non vedeva l'ora di metterti le mani addosso?".

"Beh... forse si, ok? Devo dare conto a te di questo?". La voce di Claire era alterata, si mosse sul sedile in modo da vedere meglio la sua faccia mentre gli urlava contro. "Il fatto che io non voglia venire a letto con te non vuol dire che non possa volermi scopare qualsiasi altro essere umano sul pianeta terra".

"E preferivi scoparti Paul, il cugino cocainomane di Ethan?!" rispose lui, portando le braccia aperte a mezz'aria mentre si voltava a sua volta verso di lei.

"Beh perché no? Tu puoi portarti a casa le ballerine dopo le serate e io non posso uscire con Paul solo perché sono una donna?!".

La ragazza seduta tra loro due si senti chiamata in causa e sgranò gli occhi. Non sapeva esattamente dove guardare o cosa fare mentre Harry e Claire continuavano ad urlarsi addosso di tutto.

"Non perché sei una donna ma perché sei ubriaca, Claire!" sbottò in risposta, sbattendo i palmi aperti sulle ginocchia, esasperato.

In quel momento l'autista accostò dinanzi casa di Claire.

"Io non sono ubriaca!!" Esclamò, anche se ormai sapeva che non era vero. "In ogni caso, buonanotte" continuò con il tono di una bambina capricciosa, poi aprii la portiera e, non appena mise un piede fuori dall'auto, per poco non perse l'equilibrio, rischiando di cadere rovinosamente a terra.

Harry sospirò rumorosamente, osservando la scena dal suo posto. "No, certo che non lo sei" commentò ironico. Uscii a sua volta dall'auto per raggiungerla mentre, in maniera goffa, la ragazza si toglieva i décolleté per rimettersi in piede con più facilità.

Il ragazzo si parò al suo fianco, aiutandola a camminare. "Dai qua" disse brusco, prendendo le scarpe che lei teneva tra le mani e circondandole un fianco con l'altro braccio per sorreggerla. Lei glielo lasciò fare con una smorfia.

"Non ho bisogno del tuo aiuto".

"Certo, lo vedo" ironizzò lui, alzando le sopracciglia in una espressione accigliata.

Fecero le poche scale per raggiungere l' ingresso, Harry sosteneva ancora il suo peso con facilità. Arrivati dinanzi la porta, Claire faticò ad aprire la borsa e tirare fuori le chiavi di casa. Le infilò con difficoltà nella toppa ed entrò, voltando poi verso di lui.

"Diventi molto litigiosa quando sei ubriaca" commentò Harry, lasciando cadere le scarpe all'ingresso. Da quella angolazione, poteva avere una minima visuale dell'appartamento che si apriva dietro le spalle di Claire. Sbirciò, curioso. Riusciva a vedere un divano pieno di cuscini colorati e, ai piedi, un enorme tappeto sui colori del rosa.

"E tu decisamente un rompicoglioni autoritario".

"Guarda cosa succede ad essere gentile e a preoccuparsi degli altri per una volta" mormorò, scuotendo il capo con finto disappunto. "Fortuna che io sono uno stronzo tutto il resto dell'anno" aggiunse, con un ghigno malizioso. I toni si erano calmati e non stavano più urlando. Adesso era diventato più un punzecchiarsi dolcemente.

Claire alzò gli occhi al cielo, sospirando. "Va bene, Harry, allora...".

Ma lui la interruppe. "Dato che sono qui, Claire, potresti approfittarne e lasciarmi entrare, non trovi?".

"C'è la tua amica che ti aspetta in auto".

"Lasciamola aspettare". Harry si strinse nelle spalle, noncurante. Ed era cosciente che l'avrebbe fatto, l'avrebbe fatto sul serio se Claire gliel'avesse permesso: lasciare la ragazza mezza nuda e della quale non ricordava neanche il nome ad aspettare, da sola, in auto, mentre lui passava delle ore piacevoli con quella piccola peste di Claire Brooks.

Ma Claire scosse il capo, accennando un sorriso divertito. "Non ero troppo ubriaca per portarmi a casa un ragazzo?" disse con tono ironico, inclinando leggermente il capo. "Buonanotte, Harry" aggiunse e chiuse la porta alle sue spalle prima che le venisse in mente di fare qualcosa di molto, molto, molto stupido.

Lo sentii ridacchiare e poi allontanarsi per tornare all'auto e, ovviamente, alla serata che lo attendeva in compagnia della ballerina dalle lunghe cosce sode.

Si gettò sul letto a faccia in giù, completamente vestita. Era davvero troppo ubriaca per fare qualsiasi cosa, persino spogliarsi. Poi, la suoneria del suo cellullare attirò la sua attenzione.

Ore 3:55
Da: Harry
Giusto per la cronaca: se volevi scoparti uno stronzo qualunque, io sono molto più carino e decisamente più bravo a letto. Tienimi in considerazione. Buonanotte, H.

THE APPLE OF MY EYES [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora