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Harry si tolse la giacca e arrotolò la camicia bianca sugli avambracci per stare più comodo. "Allora, cosa devo fare? Dammi degli ordini".

"Ordini?" ripetè lei, stupita. Stava ancora cercando di realizzare.

"Claire, questa sarà la prima e l'unica volta in cui potrai darmi degli ordini. Se fossi in te, sfrutterei bene l'occasione" commentò lui, umettandosi le labbra con fare lascivo.

Claire sorrise involontariamente per quella affermazione ambigua, aveva imparato a gestire i costanti doppi sensi nelle frasi di Harry e adesso riusciva quasi a trovarli divertenti. "D'accordo, allora prendi quella pila sulla destra e inizia a sistemarla in ordine alfabetico e poi, quando finisci, trasportiamo i dati sul pc. E fallo attentamente, per cortesia".

"Ok.. non te lo sei fatto ripetere due volte. Ma forse mi piace ricevere ordini, continua" rispose lui, con l'espressione e il tono di uno che stava alludendo ad altro. Poi, si avvicinò alla pila di fascicoli indicata ed iniziò ad analizzarli e smistarli.

Claire scosse leggermente il capo. Stava ancora cercando di realizzare, o meglio, di comprendere cosa passasse nella testa di Harry e quali fossero le sue reali intenzioni. Era davvero difficile stargli lontano e mantenere la promesse che aveva fatto a se stessa il giorno in cui aveva saputo della scommessa se lui continuava a comparire nella sua vita in modo assiduo, risultando a tratti addirittura gentile come la sera della sbronza o quel pomeriggio a lavoro.

"Uh guarda, me lo ricordo questo programma". Harry alzò il fascicolo che teneva stretto tra le mani, sventolandolo orgoglioso in direzione di Claire. "È andato in onda per poco ma la conduttrice era veramente una gran...".

"Smettila" lo riprese lei, interrompendo i suoi commenti poco professionali.

"Che c'è? Non vuoi aggiungere qualche commento divertente al tuo noioso file Excel?". Harry aprii le braccia, con fare innocuo.

"No, grazie. Continua a fare il tuo lavoro".

"Oh si, continua a darmi ordini" mormorò con voce sensuale, mordendosi il labbro inferiore.

Passarono l'intero pomeriggio a lavorare intensamente, interrotti solo di tanto in tanto da qualche battuta stupida di Harry o qualche sua domanda sulla vita di Claire; per fortuna nessuno li aveva visti insieme nei corridoi mentre si spostavano dall'ufficio al piccolo stanzìno adibito ad archivio ma, probabilmente, se pure fosse successo, nessuno - e dico nessuno al mondo - avrebbe pensato che Harry Styles stava catalogando l'archivio del 36esimo piano per dare una mano a Claire Brooks ed "essere gentile".

Intorno alle 8 di sera, dopo aver smistato almeno 600 fascicoli e aver completato l'archiviazione di tutte le lettere fino alle U, Claire si sentiva distrutta. Aveva la schiena a pezzi e le faceva male ogni singolo muscolo del corpo, come dopo una intensa sessione di allentamento. Harry entrò in archivio trasportando l'ultima pila della lettera U da sistemare nell'apposito scaffale mentre lei si stiracchiava. Lui, invece, sembrava fresco come una rosa.

"Cosa c'è!?" chiese lui, vedendo l' espressione dolorante della ragazza.

"Mi fa male tutto, a te no?".

"No, perché sono una persona allenata e corro 10 miglia al giorno, Claire" commentò lui, con una alzata di spalle. "Cosa che ho provato a far fare anche a te ma con scarsi risultati, ubriacona" aggiunse, divertito.

"Io non sono una-" provò a difendersi.

"Fa vedere. Dove ti fa male?" La interruppe lui, avvicinandosi alle sue spalle. Inaspettatamente, Harry poggio le mani aperte sulle spalle della ragazza, facendo una leggera pressione con entrambi i pollici.

THE APPLE OF MY EYES [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora