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Il giorno dopo, quando Claire si presentò a lavoro,  ne ebbe la certezza: tutti sapevano, tutti avevano visto quelle dannate foto. Mentre camminava per i corridoi del 15esimo piano di quell'edificio che conosceva ancora così poco, sentiva gli occhi addosso, era innegabile. Era lì dentro da un solo giorno e appena entrava in una qualsiasi stanza, c'era qualcuno che si zittiva o che sghignazzava o - peggio - che iniziava a parlottare con un collega seduto accanto chissà di cosa.

Voleva sprofondare e sparire per sempre dalla faccia della terra. Poteva esserci peggiore inizio di così? C'era qualcosa che poteva andare peggio?

Si chiuse - letteralmente - tutto il giorno all'interno del suo ufficio e decise che avrebbe fatto di tutto per uscire da lì in meno possibile, anche per andare in bagno, almeno finché le acque non si fossero calmate e fosse spuntata fuori una storia  più grave o succulenta della sua.

Per di più, non sentiva Harry da quando il giorno prima gli aveva sbattuto la portiera in faccia ed era scappata via da lui senza salutarlo. Non un messaggio, non una chiamata. Forse si stava avverando la profezia di uno di quei stupidi giornali scandalistici e lui era già passato alla successiva fiamma. Lo stomaco le si contrasse in uno spasmo involontario di gelosia a quel pensiero e guardò il telefono, tentata di chiamarlo.

Non lo fece perché fu distratta dal suono di qualcuno che bussava alla sua porta.

"Ancora a lavoro?". Nick le sorrideva gentile dallo stipite della porta. "Sono le 8:30 di sera ed è solo il tuo secondo giorno di laboro, Brooks! Datti tregua".

Claire gli sorrise. "Se devo dirti tutta la verità... sto aspettando che l'ufficio si svuoti per uscire da qui e non incontrare nessuno".

Il ragazzo scoppiò a ridere di gusto a quella innocente ammissione. "Vedrai che se lo dimenticheranno presto, devi solo aspettare che succeda qualcosa di più eclatante".

"Più eclatante della nuova arrivata in copertina con il capo della società rivale?".

"Sto cercando di consolarti, Brooks, non remarmi contro" ribattè, stringendosi le braccia al petto con un sorriso accennato.

Claire sbuffò. Non era così sicura che tutti si sarebbero dimenticati di quella cosa tanto presto. E in ogni caso, se c'era uno che sicuramente non se lo sarebbe dimenticato, quello era Oliver.

"Ascolta... io sto andando a bere una cosa con i ragazzi, sono tutti gentili e non sono tipo da pettegolezzi o gossip, te lo prometto. Vuoi unirti a noi?".

Claire tentennò, indecisa su cosa rispondere. Da una parte le avrebbe fatto bene uscire e distrarsi un po' e - allo stesso tempo - era un modo per fare nuove amicizie sul posto di lavoro, obiettivo che si era posta dal primo momento e che stava invece fallendo miseramente. Dall'altra parte, non sentiva Harry da più di un giorno e non era esattamente dell'umore giusto. "Sono un po' stanca, Nick. Preferisco andare a casa. Magari un'altra volta?"

Lui le sorrise ma sembrava deluso. "Quando vuoi, Brooks. Ci vediamo".

"Grazie Nick".

*

Tornò a casa dopo quella giornata infernale, sentendo l'esigenza di una doccia calda e di 8 ore di sonno filate. Restò sotto il getto dell'acqua bollente più tempo di quanto fosse necessario, perché lì dentro tutto le sembrava ovattato, il rumore del mondo all'esterno si attutiva e a Claire sembrava di riuscire a non pensare per qualche istante.

Uscì fuori solo quando la pelle delle sue mani era ormai raggrinzita e iniziava a sentirsi seriamente in colpa per il pianeta la quantità di acqua che stava sprecando lì sotto.

THE APPLE OF MY EYES [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora