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Claire fu svegliata dal suono insistente del suo citofono di casa. Aprii gli occhi a fatica, cercando il cellulare sul comodino: erano le 11 del mattino ma a lei sembrava l'alba. Chi cazzo bussava a casa sua a quell'ora della domenica?

Si alzò a fatica, la stanza le girava intorno e raggiunse la porta a tentoni, rischiando di cadere per le vertigini. Il campanello continuava a suonare all'impazzata facendole aumentare il mal di tsta. Quando aprii la porta, per poco non le prese un infarto.

"Quanto vuoi farmi aspettare ancora fuori la porta?".

Davanti ai suoi occhi c'era Charlie. Suo fratello aveva la barba incolta e i capelli più lunghi del solito, era abbronzato e aveva perso qualche chilo.

"Oh mio dio!!" esclamò lei con gli occhi sbarrati, gli si gettò tra le braccia in un gesto istintivo. "Cosa ci fai qui? Non eri in Zambia o qualche posto così?". Non vedeva il fratello dal matrimonio di Matt, era partito per un viaggio umanitario di lavoro in Africa Centrale che era durato mesi e il suo ritorno a casa non era previsto prima di un paio di settimane.

"Sono atterrato stanotte. Avevo scalo a New York così ho pensato di fare un salto dalla mia sorellina" disse lui, ricambiando il suo abbraccio e facendosi poi largo per entrare. "C'è qualcuno nudo in casa?" scherzò lui, riferendosi ad Harry, mentre si guardava sospettoso intorno. I due fratelli si erano sentiti sempre - sebbene le notevoli difficoltà dovute principalmente al fuso orario di Charlie e alla pessima linea internet che aveva nei villaggi in cui alloggiava. Ciò nonostante, era perfettamente edotto di quanto fosse successo tra lei e Harry negli ultimi mesi. Compresa la questione foto di Claire semi nuda in copertina e - ovviamente - proprio non gli era andata giù.

"No, nessuno... cretino".

Charlie sembrò rilassarsi a quelle parole. Claire sapeva che la storia delle foto l'aveva mandato su tutte le furie, geloso come era di sua sorellina minore e doveva prendersela con qualcuno: considerando anche i precedenti poco felici che avevano avuto lei ed Harry, Charlie aveva immediatamente deciso che quel qualcuno sarebbe stato Harry. "Hai una faccia davvero orrenda, Claire. Cosa hai combinato stanotte?" disse lui, lasciando cadere le valigie per terra e avvicinandosi alla cucina.

"Grazie Charlie, sei un amore. Caffè?".

"Doppio, grazie".

Claire gli raccontò brevemente della sua serata ma poi volle sapere tutto della sua esperienza in Africa. Il ragazzo era entusiasta, raccontava le sue storie sensazionali con gli occhi che gli luccicavano e Claire ne restò affascinata mentre entrambi si scolavano macchinette intere di caffè: lui per il jet lag, lei come rimedio per la sbornia.

*

Quando Harry arrivò dinanzi alla porta di casa di Claire, si sentiva a pezzi, non aveva decisamente smaltito la sbronza del giorno prima e la doccia gelata che aveva fatto - anche se condita da un paio di aspirine - non era servita a niente. Si sentiva un vero schifo ma aveva un disperato bisogno di vederla, di parlarle. Aveva bisogno del suo profumo, di fissare i suoi occhi, di toccare la sua pelle, non poteva più aspettare.

Restò a fissare la porta chiusa per qualche minuto, al punto che il color mogano del legno dinanzi ai suoi occhi iniziò a dargli fastidio. Se qualcuno l'avesse visto da fuori, l'avrebbe preso per pazzo: immobile dinanzi ad una porta per minuti interi, senza bussare. Poi, prese coraggio e lo fece. Attese qualche secondo in trepidazione ma, ad aprirlo, non fu Claire.

"Charlie" esclamò stupito lui, sgranando gli occhi. "Che ci fai qui?".

"Harry". Il ragazzo pronunciò il suo nome a mo' di saluto, era stupito quando lui. "Io sono a casa di mia sorella, forse dovrei farla a te questa domanda".

THE APPLE OF MY EYES [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora