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"Secondo il mio rider, le pizze stanno arrivando" esclamò Matt, arrivando in salone e puntando gli occhi su Claire e Ethan, entrambi seduti sul divano. "Ma... state davvero mangiando il gelato alle... 7:30 di sera?" esclamò con tono disperato, scuotendo il capo. "Ho appena ordinato le pizze!".

I due si voltarono verso di lui con aria colpevole, entrambi mangiavano gelato direttamente dalla vaschetta con addosso un enorme coperta di pelo mentre guardavano puntate di un programma trash in tv.

"Ma Claire voleva il gelato" rispose Ethan con fare angelico, sapendo che Matt non avrebbe fiatato se a fare una richiesta del genere fosse stata Claire, e non lui.

E, infatti, non lo fece: Matt roteò solo gli occhi al cielo e sbuffò.

Bisogna essere onesti: il mondo non crolla quando ti spezzano il cuore; può sembrarti che sia così ma in realtà non succede.

E in effetti, Il mondo di Claire non era crollato. Quando Harry era uscito da casa sua, lei era rimasta in piedi per minuti interi a fissare il punto in cui fino a pochi istanti prima era stato lui e, essenzialmente, aveva cercato di comprendere il vuoto che lui adesso le aveva lasciato. Non solo in quella stanza ma ovunque: dentro, accanto e tutto intorno a lei.

Però, effettivamente, tutta la sua vita, tutto il resto aveva continuato a scorrere con normalità: i minuti avevano continuato a passare, il sole era tramontato ed era terminata anche la lavatrice che lei aveva messo a fare due ore prima, con un fastidioso allarme rumoroso. Come se la vita avesse continuato a fluirle di fianco e lei fosse, invece, rimasta immobile, bloccata in un momento nel passato.

Era rimasta ferma a quei due occhi verdi che le dicevano di averla tradita.

La reazione più immediata ed istintiva era stata il rifiuto. L'aveva cacciato da quella casa senza ascoltalo, senza fargli aprire bocca. Era stata la scelta più facile ma senza dubbio la più codarda. Aveva scelto di non affrontare la cosa e di mandarlo via perché il dolore che sentiva nascere al centro del petto era troppo da sopportare.
Due ore dopo, mentre fissava ancora lo stesso punto nel vuoto da quando lui se n'era andato, con la gola asciutta e la faccia rigata dalle lacrime, aveva capito che non era stata la scelta giusta e che stava letteralmente impazzendo in quella solitudine.

Così aveva preso al volo le chiavi di casa ed era uscita; nel giro di qualche minuto, si era ritrovata sotto casa di Matt e Ethan, come se i suoi piedi l'avessero portata lì senza riflettere. Era arrivata a casa loro senza nulla e senza avvisare, aveva con se solo le chiavi di casa e il cellulare, nessun ricambio, nessuna borsa; ed era rimasta lì due giorni, con indosso felpe extra-large di Ethan e lo sguardo comprensivo di Matt, coccolata come una bambina.

Poi bussarono alla porta.

"Ecco, sono arrivate le pizze. Adesso non ditemi che non avete fame" esclamò Matt puntando il dito indice contro entrambi con il tono di una mamma arrabbiata, mentre si dirigeva a passo svelto verso la porta di ingresso.
Ma quando la aprii, dinanzi a lui c'era Harry e non aveva di certo portato le pizze.

"Harry, ciao" esclamò, cercando di mascherare il tono meravigliato della voce. "Che bella sorpresa, che ci fai qui?". Istintivamente, chiuse appena la porta in modo da non lasciargli intravedere l'interno della casa.

"Lei è qui". Non era una domanda.

Matt rifletté per qualche istante su come rispondere: quanto senso aveva mentirgli? Harry lo sapeva che lei era lì, non c'erano storie. Dove altro sarebbe potuta essere? Così, decise di dirgli la verità. "Harry, non credo sia il caso, davvero...".

"Matt, devo parlare con lei, mi deve dare la possibilità di spiegarle. Sono giorni che la chiamo e sto ore intere fuori casa sua in attesa che mi apra". Harry aveva gli occhi tristi e il volto stanco. Si vedeva che aveva dormito male negli ultimi giorni e nonostante Matt sapesse quello che aveva fatto, provò pena per lui. "Ti supplico".

THE APPLE OF MY EYES [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora