- Avevo dato istruzioni chiare! Come ha fatto la ragazza a scappare!? - urlai ai miei uomini che si erano affacciati alla porta della mia cabina. - WHEELY!!!! - strillai con i fumi che mi uscivano dalle orecchie e dal naso alla ricerca del mio secondo.
- Capitano. Non ne ho la più pallida idea! Ho fatto esattamente come mi avevate detto. - balbettò.
Era la primissima volta che mi vedeva infuriato. Nemmeno il giorno in cui l'incrociatore della Compagnie delle Indie ci aveva abbordati e con molta fatica eravamo riusciti a salvarci la pellaccia, veleggiando verso le secche di Norman Island con l'albero maestro semi distrutto ed enormi buchi sul lato a tribordo, regalo dei cannoni inglesi; ero stato così furibondo. La verità era che, ce l'avevo con me stesso per essermi fatto mettere nel sacco da una donna. In particolare, da quella donna, Marsilea.
- Giuro che vi troverò, Marsilea. Fosse l'ultima cosa che faccio! - le promisi affacciandomi alla finestra.
Fu allora che la mia mano si poggiò su un coltello. Lo portai sotto il riflesso della lampada, i miei uomini mi stavano ancora osservando.
- Che fate ancora qua!? Scendete a terra e trovatela, corpo di mille balene! - imprecai.
Immediatamente la mia ciurma eseguì gli ordini e si dileguarono lasciandomi solo. Tornai a guardare quel coltello. Ne avevo già visto uno simile, prima. Alla taverna, certo! Lo aveva in mano Marsilea. Me ne ero completamente scordato! Eppure, quel coltello... Lo rigirai nella mia mano cercando quello che i miei occhi avevano già individuato una volta. Lo stemma inciso alla base della lama. Aumentai l'intensità della luce e avvicinai il piatto del coltello. Uno scudo con due rose brillava opaco.
- Come ha fatto ad averlo? L'unica copia esistente ce l'ho io! - pensai ad alta voce, appoggiando il coltello sulla scrivania e aprendo uno dei cassetti della scrivania. Infilai la mano e tra le carte, trovai il coltello regalatomi da William Sullivan, giusto il giorno prima che morisse. Tornai con la memoria a quel giorno...
Faceva caldo quel dì. Eravamo andati a caccia nel bosco. L'obiettivo era catturare un cinghiale. Il giorno prima avevamo avvistato una famiglia e ora eravamo lanciati al suo inseguimento.
- Jam, mi raccomando. Nervi saldi. La femmina ci attaccherà. Mira tra gli occhi e sparale! - mi disse William, cavalcando il suo bianco destriero affianco a me. Il fucile l'avevo già caricato e lo impugnavo con una mano sola, mentre con l'altra mano impugnavo le redini. Ero sempre stato bravo a cacciare a cavallo. Mi piaceva la libertà che provavo nello stare in sella e correre attraverso la natura. La caccia era di per sé eccitante e soprattutto mi allenava a fare due cose contemporaneamente. Feci un cenno d'assenso e aguzzai la vista. Poco più avanti la famigliola di cinghiali stava scappando, in cerca di un riparo. I nostri cavalli, però, erano molto più veloci e spronai Bucefalo al galoppo. La femmina di cinghiale, accortasi del mio cambio di passo si fermò per fronteggiarci. Se uno non ha mai visto un cinghiale caricare, è molto fortunato. Sono animali molto pericolosi se percepiscono di essere in trappola. Arrestai la corsa del mio cavallo e impugnai, con entrambe le mani, il fucile. Presi la mira e attesi il momento giusto per fare fuoco. Il cinghiale caricò e scattò, puntando alle gambe del mio cavallo.
- Spara! - mi grido William.
Attesi qualche secondo ancora e poi sparai. Il rinculo del fucile, mi costrinse a torcere il busto per restare in sella e la deflagrazione mi aveva assordato un orecchio, ma il cinghiale era morto ai piedi del mio destriero.
- Potevi farlo anche prima! - mi disse William - Complimenti, però! - aggiunse con una voce fiera. Scendemmo da cavallo e cominciammo a legare le gambe dell'animale per poterlo trasportare fino al castello. Una volta che assicurammo la bestia, legando le estremità ai corni della sella; William poggiò una mano sulla mia spalla, richiamando la mia attenzione.
- Ditemi tutto. -
- Volevo che avessi questo. - disse allungandomi un coltello. Era semplice, ma sul piatto della lama, accanto all'elsa, c'era inciso un bellissimo scudo con delle rose. Guardai il mio tutore con aria interrogativa.
- Te lo sei meritato. Non saremo parenti di sangue, ma ti voglio bene come ad un figlio che non ho più. Custodiscilo tu. È tuo. - poggiò la sua mano sulla mia e la strinse intorno all'impugnatura. I miei occhi erano leggermente umidi, per le parole e il gesto fatto dal mio tutore.
- Lo sapete che per me siete il padre che mi hanno strappato via. - lo rassicurai, montando in sella.
- Lo so, figliolo. Credimi, lo so! - mi rispose, imitandomi. Ci avviammo verso il castello che ormai era l'imbrunire.
Quel coltello, l'avevo sempre tenuto con me. Mi aveva aiutato in diverse avventure ed ora era apparsa una sua copia. Ripensai al defunto marchese William, ma tutto quello che la mia mente mi riportò indietro, furono dei capelli rossi come il sole al tramonto e degli occhi verdissimi, come le colline delle Lowlands alla fine della primavera.
- Marsilea - fu il nome che pronunciarono le mie labbra, prima di rendermi conto che la fanciulla che cercava la Compagnia delle Indie poteva essere una figlia illegittima di un nobile morto senza alcun erede. E l'unico che corrispondeva a questa descrizione e che aveva a che fare con la Compagnia era proprio il defunto marchese Sullivan.
- Perdiana! - imprecai, lanciando il coltello contro la scrivania, dove vi si conficcò.
Dovevo assolutamente ritrovare la ragazza, prima che la Compagnia delle Indie la portasse via.
- Capitano! - esclamò Smilzo, costringendomi ad abbandonare cupi pensieri che cominciavano ad affollare la mia povera mente.
- Che succede? - domandai, tirando un sospiro esausto.
- Sono tornati gli uomini e nessuno di loro l'ha vista. Per le strade non c'è traccia -
- Com'è possibile? Si è buttata in mare! Sarà uscita bagnata fradicia e mi state dicendo che non c'è un'impronta, una scia d'acqua che vi abbia condotti sulle sue tracce?! - sbottai, incredulo.
Quella ragazza ne sapeva una più del diavolo per riuscire a sfuggire a dei lupi di mare come i miei marinai.
- È così signor Capitano! - rispose Wheely.
- Andate tutti a dormire sottocoperta. Uscirò io a cercarla. -
Cominciai ad attraversare il ponte per raggiungere la passerella e sbarcare, quando Wheely mi fermò tirandomi per un braccio - James, ci sono le guardie di ronda. La nave della Compagnia è già attraccata. Se scendi rischi di essere acciuffato dalle giubbe rosse! -
- Wheely, devo trovarla. Al diavolo le mille ghinee. Se la Compagnia pensa di poter mettere le mani su Marsilea, ha sbagliato a fare i conti! - esclamai indignato.
- Come vuoi; se non torni prima dell'alta marea, significa che ti hanno preso e allora ideeremo un piano per salvarti le chiappe, di nuovo. - sottolineò Wheely.
- Cominciate ad elaborarne già uno! - gli risposi greve, salendo sulla passerella e cominciando a scendere a terra.
Percepii la disapprovazione del mio secondo, ma per me, era più importante scoprire chi le avesse dato quel coltello. Avevo bisogno di sapere se i miei dubbi erano veri, avere la certezza che lei fosse la figlia di William.

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Finalmente libera
Adventure- Smettetela! - strillò indignata, alzandosi e facendo stridere le gambe dello sgabello sul cassero - Non avete alcun diritto di farmi questo! Prima mi rapite e giocate con me, seducendomi, inducendomi ad abbassare la guardia. Scavandovi un passaggi...