La Breath of Life - Marsilea

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- Cosa credete di fare!? Liberatemi! - strillai puntando i piedi per non fare un altro passo verso la porta. Cominciai ad agitare le braccia per allentare il nodo che legava la corda ai miei polsi, ma più mi agitavo, più il nodo si stringeva. Maledetto pirata!

- No! Farete la brava e mi seguirete. La corda la slegherò solamente quando saremo a bordo della Breath of Life. - mi rispose il mascalzone, tirando forte la corda e facendomi barcollare in avanti.

- Vi odio! - gli sibilai, continuando a lottare per non essere portata via.

- Smettetela, Marsilea! Non serve a nulla agitarsi. Intascherò i soldi e voi sarete libera di veleggiare sulla nave della Compagnia delle Indie, verso nuovi lidi e piena di soldi. Cosa dovreste temere? - domandò con uno sguardo felino negli occhi. Fissai quell'acquamarina e mi maledissi. Il cuore batteva forte, forse per lo shock di aver abbassato la guardia con un uomo del suo stampo, oppure, e non volevo nemmeno considerarla come ipotesi, quell'uomo faceva rimescolare le mie viscere.

Avevo raggiunto i ventisette anni, quasi ventotto, senza provare queste strane sensazioni alla bocca dello stomaco. Ora, questo cafone, pirata, maleducato, screanzato, irriverente e potrei continuare all'infinito, mi faceva sentire strana e debole. Ma chi si credeva di essere? Mi stava rapendo ed io non stavo assolutamente facendo nulla per impedirlo, non avevo provato nemmeno a prendere il coltello che avevo in tasca! Perché?! Perché i suoi occhi avevano questo effetto ipnotico, da farmi dimenticare quello che volevo, da farmi tremare le ginocchia e avere la tachicardia!?

- Aaaaargh! - gemetti frustrata - Perché non mi lasciate in pace? - sospirai.

- Allora, venite con le buone o vi devo trascinare come un cane al guinzaglio? - sbottò lui, con la mano sulla maniglia.

Alzai gli occhi al cielo e sbuffai di nuovo - Non mi sembra di avere altra scelta, genio! - sibilai indispettita accennando alla corda che legava i miei polsi - Sappi solo che me la pagherai! - gli promisi raggiungendolo.

James si passò la corda nell'altra mano e si allungò a prendere i miei vecchi abiti dalla sedia. Osservai le sue lunghe dita chiudersi attorno agli indumenti umidi e appoggiarseli sul braccio destro. Riprese la corda nella mano sinistra e aprì la porta.

- Ora vi prenderò a braccetto e voi mi sorriderete e farete finta di intrattenere una conversazione licenziosa col sottoscritto. Non voglio che la gente venga a sapere che vi ho trovato. -

- Perché? -

- Perché sono affari miei, se permettete; piccola impertinente! - mi redarguì il pendaglio da forca.

Gli scoccai un'occhiata avvelenata e mentre infilava il braccio libero sotto il mio, riuscii a recuperare il coltello dalla tasca dell'abito. Nonostante fossi in questa situazione, i polsi legati mi tornarono utili, perché riuscii a farvi scivolare l'arma e a nasconderla dalla sua vista. Quello che non mi aspettavo fu la sensazione di calore che partì dal mio braccio. Nonostante le maniche lunghe di entrambi, sentivo il calore della sua pelle bruciare la mia. Che io sia dannata! Trovavo la situazione alquanto eccitante. Non avevo mai avuto un contatto così stretto con un uomo, per di più un pirata. Il mio animo indomito, che cercavo di reprimere, stava sgomitando per poter prendere il sopravvento sul mio raziocinio.

- Da silenziosa siete molto più attraente, Marsilea! - mi sussurrò l'uomo, piegandosi leggermente per raggiungere il mio orecchio. Trattenni il fiato, quando il suo alito serpeggiò sulla mia pelle, come un'intima carezza.

- Marsilea... Marsilea... Avete il nome di una pianta acquatica molto bella. Conoscevo una persona, una vita fa, che adorava quella pianta! - la voce di James si era fatta più pesante e sognante, come se stesse rivivendo un ricordo caro. Sempre a braccetto cominciammo a scendere le scale.

Finalmente liberaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora