Capodanno - Waiting For Love

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I'll be waiting for love, waiting for love - AVICII; waiting for love

G. Villar
Dicembre 2020

Abbracciato a Borja mi sento finalmente a casa, completo.
Non so dire chi dei due sia più felice. Siano abbracciati da circa 5 minuti, incuranti degli sguardi curiosi delle persone nell'aeroporto: non me ne importa nulla di quello che pensano gli altri; lui è qui, io anche, mi è mancato tantissimo e sono troppo felice. Basta questo.
Dopo un pò ci stacchiamo e finalmente posso guardarlo bene. Ha i jeans, una maglietta bianca della Nike e la felpa aperta, i suoi capelli in origine perfetti come al solito ora non lo sono più tanto visto come glieli ho scompigliati.
"Sei contento?" chiedo, tanto per avere una conferma.
"Non si vede?" ribatte lui mettendosi al posto il ciuffo.
"Non lo so, abbassati la mascherina" lo provoco. In realtà ho solo voglia di vedere il suo sorriso.
Borja mi trascina fuori dall'aeroporto e dopo essersi assicurato di essere ben distanziato da altre persone o da noiosi giornalisti si abbassa la mascherina, rivelando uno dei migliori sorrisi che gli ho visto fare.
"Ora hai capito quanto sono felice?" chiede lui. Annuisco e mi abbasso anche io la mascherina per fargli vedere quanto sono felice, quel cretino in risposta mi si avvicina per toccarmi le fossette, una cosa che odio: mi fanno sentire un bambino piccolo.
"Dai vieni, c'è mio padre con la macchina" dico per poi condurre Borja verso la nostra macchina.
Dopo le varie presentazioni ovviamente mi siedo vicino a Borja.

B. Mayoral
Arriviamo a casa di Gonzalo con la macchina. Ho conosciuto suo padre, un uomo simpatico, devo dire, con gli stessi occhi di suo figlio.
Entrati in casa, sua madre mi accoglie, io la ringrazio, poi dice a Gonzalo di mostrarmi la stanza. Gonzalo mi accompagna fino ad una camera con due letti, le pareti piene di foto di lui e un altro ragazzo molto simile, poster della nazionale Spagnola e dell'Elche, la squadra dove giocava prima Gonzalo
" Non è proprio bellissima ma questa è la mia camera" dice
"A me piace, invece. È vissuta" rispondo "Chi è quello?" chiedo indicando una foto. "Mio fratello" spiega "gioca nella primavera dell'Elche"
"E lei?" chiedo immediatamente geloso vedendo una foto di Gonzalo accanto ad una ragazza mora.
"Mia cugina di primo grado" risponde e tiro un sospiro di sollievo.
"Ci sono sempre stati due letti qui, non so perché visto che mio fratello ha una camera tutta sua" mi dice " tu dormi qui" conclude indicando il secondo letto.
"Grazie mille" poso lo zaino e mi sistemo, poi Gonzalo mi propone di fare un giro della città con lui, tanto "non è molto grande" sostiene.
Ovviamente accetto e così usciamo.
Dopo aver camminato un po' Gonzalo mi dice " ho un idea".
Mi porta fino ad un cancello con scritto "Elche F. C." e inizio a capire cosa vuole fare. Entriamo e raggiungiamo un campo dove un bel po' di ragazzi si stanno allenando.
"Javi!" urla fortissimo Gonzalo facendomi prendere un colpo. Vedo un ragazzo staccarsi dal gruppo e venire verso di noi. Lo riconosco immediatamente come il ragazzo delle foto. È uguale a Gonzalo fatta eccezione per i capelli leggermente più chiari. Gonzalo mi presenta e poi chiede al fratello
"Possiamo giocare?" mi fa l'occhiolino, mi sa che abbiamo entrambi una voglia di giocare a calcio...
Il fratello va da quello che credo sia l'allenatore e costui ci raggiunge, salutando Gonzalo molto calorosamente.
"Potremmo fare una partita prima squadra contro la primavera e voi due" propone lui e noi, ovviamente, accettiamo.
Gonzalo mi porta nello spogliatoio
"Allora lo so che siamo entrambi in jeans però qui ci sono perlomeno dieci mie divise della Roma, quindi se per te non è un problema potremo metterci quelle e farci prestare degli scarpini" mi spiega entusiasta, quanto è bello...
"Certo, sarà un onore indossare la maglia di un giocatore così famoso" scherzo prendendo una maglia e dei pantaloncini giallorossi con il '14' e il 'G. VILLAR' sopra.
Anche Gonzalo la indossa e mi prende in giro
"Sei bellissimo con la mia maglia e il mio nome", io neanche a dirlo arrossisco.
Usciamo e passiamo due ore a giocare a calcio, in un campo che non conosco, con gente che non conosco, eppure mi diverto moltissimo, è questo il bello del calcio.
Torniamo insieme a piedi anche con Javi, simpatico come Gonzalo, in tutto ciò io e lui siamo ancora vestiti uguali e siamo tutti e tre sudatissimi.
Quando entriamo in casa loro, la madre di Gonzalo subito lo sgrida
"Ma per l'amor del cielo! Dovevi portarlo a vedere la città, non a giocare a calcio. Povero ragazzo, non siete neanche riusciti a rimediare una maglietta diversa!"
"Mamma, tranquilla, ha anche visto la città, ci siamo divertiti e questo è l'importante. E, tra l'altro, la mia maglia gli sta benissimo" risponde, e io divento di nuovo rosso.

G. Villar
Sono passati cinque giorni da quando Borja è qui con me e devo dire che ci stiamo divertendo tantissimo. Oggi è il 31 dicembre e domani pomeriggio torneremo insieme a Roma per riprendere gli allenamenti.
Tra un pò lo porterò con mio fratello nella piazza centrale di Murcia per i fuochi d'artificio a mezzanotte.
Decido di vestirmi elegante così prendo una camicia bianca, pantaloni e un maglione scuro.
"Ehm Gonzalo" mi dice Borja "non è che potresti prestarmi qualcosa? Tu sei tutto elegante e mi sento un pò a disagio così" indica i jeans e la felpa che indossa.
"Certo" annuisco "ti do una camicia, dei pantaloni e un maglione come i miei va bene?" dico, poi esito "ma non so se ti vanno" diciamo che io sono forse un pò più esile, essendo un centrocampista, un fantasista e lui una prima punta.
"Sí, mi andranno, forse un pò stretti, ma fa niente" ribatte lui, così mi avvio verso la camera di mio fratello, dove tengo alcuni dei miei vestiti.
"Che fai?" mi chiede Javi, tutto interessato.
"Presto dei vestiti eleganti a Borja" rispondo distratto aprendo l'anta dell'armadio.
"Posso dirti una cosa?" dice lui.
"Dimmi"
"Io credo che tu sia innamorato di lui" sentenzia con serietà. Cosa? Lo pensa davvero?
Faccio finta di nulla ed esco dalla camera con i vestiti, che do a Borja senza proferire parola.

Mentre camminiamo con la mia famiglia verso la piazza rifletto sulle parole di mio fratello. Io innamorato di Borja? Sembra davvero così? Si, è vero, noi stiamo sempre insieme, ma basta questo?
Lui è indubbiamente un bellissimo ragazzo, gentile, simpatico, allegro, anche dolce... Nonostante a me siamo sempre piaciute le ragazze lui è l'unico maschio per cui potrei fare un'eccezione, questo l'ho semore pensato fin dal primo giorno, ma non è che ci avessi mai pensato veramente.
Confuso come mai, non rispondo ai saluti delle persone conosciute e ignoro mio fratello e i miei genitori.
Vicino alla mezzanotte, iniziano i fuochi d'artificio e io mi volto verso Borja. Nonostante la mia confusione, sono contento di stare con lui in questo momento. Lo vedo guardare il cielo, con gli occhi che brillano per il riflesso dei fuochi d'artificio e quel dannatissimo sorriso che mi fa andare fuori di testa, la camicia e i pantaloni leggermente stretti gli stanno benissimo.
"3,2,1" la folla inizia a scambiarsi auguri per il nuovo anno, io abbraccio mamma, papà e Javi, poi mi giro verso Borja.
"Buon anno" mormora lui "sono contento di passarlo con te"
"Anche io" rispondo, poi la tentazione è troppo forte e, non sapendo neanche io dove trovo il coraggio, mi avvicino ancora e lo bacio sulla guancia, una cosa che ho sempre desiderato fare. Lui, credo un pò sorpreso, mi abbraccia forte.
Mi stacco dopo un pò e guardo mio fratello fare un cenno con la testa, come a dire "io te lo avevo detto".
Ed è vero, lui ci ha messo sei giorni a capirlo, io ho avuto bisogno di cinque mesi per capire che sono innamorato di Borja Mayoral.

Segreto || Gonzalo Villar & Borja MayoralDove le storie prendono vita. Scoprilo ora