Devi dirgli che lo ami - Afterglow

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stop the clocks it's amazing... You should see the way the light dances off your head
A million colours of hazel, golden and red - ed sheeran; Afterglow

G. Villar
Marzo 2021
Dopo aver battuto la squadra portoghese del Braga nei sedicesimi e lo Shaktar in casa agli ottavi di Europa League, dobbiamo andare in Ucraina, a Donetsk, per giocare la partita di ritorno. All'andata abbiamo vinto 3 a 0, quindi siamo abbastanza tranquilli ma, come dicono i tifosi (e hanno pure ragione), con la Roma non si sa mai.

Saliti sull'aereo bianco e verde Alitalia Carles e Borja litigano per chi deve sedersi accanto a me, ovviamente alla fine è Borja ad averla vinta, quindi Carles viene relegato al sedile sul corridioio.

Come al solito, visto che il viaggio è abbastanza lungo, io non lo reggo e mi appoggio a Borjita con la testa sulla sua spalla, la sua mano destra a stringermi la schiena e la sinistra che mi accarezza i capelli. In questo momento della mia vita posso dire che vivo per attimi come questi, come direi che si era capito.
Tento di restare sveglio per godermi Borja, ma fallisco miseramente e mi addormento sentendo Carles dire "Siete così dolci da far schifo" e Borjita ridacchiare; sono sicuro che, se avessi potuto vederlo in faccia, sarebbe stato tutto rosso, il che equivale a bellissimo, anche se lui lo è sempre.

Dopo un bel po', sento una mano toccarmi la spalla e una voce sussurrare "Gonzalo, svegliati", stordito apro gli occhi per trovarmi la faccia di Borja a qualche centimetro dalla mia e devo fare un enorme sforzo tirando fuori tutto il mio autocontrollo per non spingermi di poco avanti e baciarlo. Immediatamente lui diventa tutto rosso e si allontana.
"Ecco, ehm...buongiorno..." mormora impacciato.
"Sì, buongiorno, bella addormentata" gli fa eco Carles contrariato "è comodo Borja, eh?" arrossisco.
"Ehm, sì, suppongo di sì" tento di dire.
"Hai dormito su di lui per qualcosa come due ore" sbuffa ancora il numero 31.
"Poverino, magari era un po' stanco..." cerca di difendermi Borja in modo piuttosto comico.
"Sì, certo...stanco! Ma a chi la volete dare a bere?" alza gli occhi al cielo Carles per poi allontanarsi verso l'uscita dell'aereo.
Mi giro verso Borja, indeciso su cosa fare.
"Ti ho dato fastidio? Scusa, se vuoi la prossima volta non mi addormenterò più su di te" straparlo, nervoso.
"Chiariamo subito una cosa, anzi due. Non te ne deve fregare nulla di quello che dice Carles che è solo geloso e poi ricordati questo: tu non mi dai mai fastidio" il mio cuore fa una capriola "A parte che mi piace un sacco quando dormi su di me quindi non dirlo neanche per scherzo" dice lui serio.
"Ok..." il mio cuore potrebbe uscire dal petto da un momento all'altro "ti voglio così tanto bene Borja" e sì, è doloroso e anche stupido mentirgli così.
Lo vedo fare una faccia strana, tirare un sospiro e dire "anche io, non sai quanto"

Alla fine, fortunatamente, scendiamo dall'aereo e raggiungiamo il pullman della squadra che ci porterà all'albergo.

B. Mayoral
E' sera e finalmente arriviamo nell'albergo che ci ospiterà, per prendere possesso delle camere. Sono stanchissimo, tutti lo sembrano in realtà, tranne Gonzalo che è perfettamente sveglio, ma solo perché ha dormito per tutta la durata del volo (appiccicato a me, ed è stato bellissimo).
"Ragazzi, per una volta posso stare in camera con uno di voi?" non lo sopporto Carles, deve stare sempre in mezzo a rompere le scatole a tutti.
"No, io sto con Gonzalo" ribatto secco
"Ma ci stai sempre" protesta lui.
"Lo so, e ci starò anche oggi" mi sto infastidendo e la squadra sta iniziando a seguire il 'litigio'.
Certo di avere tutta l'attenzione puntata contro, Carles proclama "Ah beh, allora mettetevi insieme e fatela finita" ulula "visto che tanto state sempre appiccicati" conclude per poi allontanarsi nel corridoio.
Mi volto un po' impaurito verso Gonzalo, è già il secondo episodio imbarazzante tra noi oggi, dopo quello sull'aereo. Lui è lì, ha la mascherina ma dagli occhi leggermente chiusi capisco che sta sorridendo, così mi rilasso anche io.
"Vieni dai, andiamo in camera nostra" dice lui calcando sulla parola 'nostra'. E io lo seguo, sentendomi uno stupido, un ragazzino alle prese con la sua prima cotta adolescenziale, ma ormai è risaputo che Gonzalo mi faccia questo effetto.
Apro la porta della camera e resto a bocca aperta, perché non ci sono i due soliti letti singoli, ma uno matrimoniale.
"Tranquillo, per me non è un problema" dice subito Gonzalo con uno strano sorrisetto.
"Ma no, neanche per me" faccio il finto indifferente come a dire 'tanto una cosa vale l'altra', ma in realtà il cuore mi sta scoppiando di gioia.
Visto che è tardi e domani mattina avremo allenamento presto, ci sistemiamo e ci sdraiamo nel letto, spegnendo la luce.

Cerco di addormentarmi, ma è abbastanza impossibile, la tensione è palpabile, sia io che Gonzalo siamo relegati alle due estremità del letto, tanto che nel centro ci starebbero comodamente altre due persone.
"Borjita" sento sussurrare.
"Sì?"
"Siamo due cretini, lo sai?" scoppio a ridere e nella penombra mi volto verso Gonzalo vedendolo sorridere "rischiamo di cadere giù dal letto per come siamo messi" osserva.
"In effetti..." convengo tutto rosso, meno male che non può vedermi.
"Dai, vieni qui vicino a me" dice afferrandomi la mano e cercando di tirarmi verso di lui.
A questo punto decido di lasciar perdere l'orgoglio, la paura, tutto, e di godermi il momento perché io amo Gonzalo Villar e sono certo che anche per lui è lo stesso; ci stiamo un po' prendendo in giro, ci stiamo rincorrendo a vicenda, dobbiamo solo raggiungerci.
Mi lascio trascinare da Gonzalo e mi accoccolo con la schiena sul suo petto, sentendo le sue braccia circondarmi e stringermi piano.
"Sogni d'oro piccoletto" ridacchia.
"Ma stai zitto, che sei tu il piccoletto qua" ribatto con il sorriso sulle labbra. Mi addormento così, sentendo, in dormiveglia, il respiro di Gonzalo sui miei capelli.

Il risveglio è qualcosa di meraviglioso. Sono ancora avvolto dalle braccia di Gonzalo, che dorme beatamente con i capelli arruffati e la bocca semiaperta. Mi prendo qualche minuto per osservarlo, chiedendomi come è possibile che sia venuto fuori così bello e ringraziando mentalmente i suoi genitori, senza tuttavia spostarmi dalla posizione in cui abbiamo dormito; c'è un piacevole calore e un buon profumo. In questo momento posso dire di stare bene, sono felice, sicuro come poche volte lo sono stato in vita mia, non vorrei stare da nessun'altra parte ora.

G.Villar
Mi sveglio stordito e ci metto qualche secondo per realizzare dove sono. Apro gli occhi e mi rendo conto di essere abbracciato a Borja, con lui appiccicato a me che mi fissa, perciò deduco che sia sveglio da un po'.

Mi sento felice, è un risveglio stupendo, però poi capisco che se rimanessi in questa posizione ancora per un po' perderei tutto il mio controllo e probabilmente lo bacerei, ma non voglio che sia così il nostro primo bacio, senza un'adeguata dichiarazione.
Borjita è un romanticone e merita qualcosa di molto più speciale.

Così, un po' spaventato dal timore di non saper rispondere delle mie azioni, mi stacco da lui di scatto, alzandomi e andando in bagno, vedendo la sua faccia distendersi in un'espressione confusa.
Mi siedo su uno sgabello e cerco di riflettere. "Sono un cretino" penso, perché è così, sono troppo prudente, ogni tanto bisogna anche lasciarsi andare nella vita, non si sa mai cosa potrebbe succedere.
Tento di calmarmi, quindi esco dal bagno guardando di sfuggita Borja ancora sul letto avvolto tra le lenzuola, e ancora non posso fare a meno di pensare a quanto sia bello e perfetto.
"Scusa" mormoro dispiaciuto, lui volta la testa affondandola nel cuscino e capisco che si è arrabbiato.
Decido quindi di vestirmi e andare da Edin. Busso alla sua porta e mi fa entrare cacciando via Lorenzo Pellegrini.
"Borja?" chiede, è incredibile come capisce tutto subito.
"Sì" sbuffo e gli racconto tutto.
"Oddio" alza gli occhi al cielo lui "non so se sei più stupido tu che hai capito ma non vuoi dirglielo o lui che ha capito ma finge di non avere capito"
"Capito o no, non riesco più a trattenermi!" urlo "vorrei solo prenderlo e baciarlo tutte le volte che voglio" mi sfogo.
"E allora non mi sembra che ci sia molta scelta" sentenzia serio il bomber bosniaco.
"Cioè?" chiedo, anche se so già che cosa intende.
"Devi dirgli che lo ami. Tanto anche Borja è pazzo di te" mormora con aria di sufficienza, come se stesse leggendo una bolletta da pagare
"Ne sei sicuro? Come lo sai?"
"Me l'ha detto lui" sorride Edin, e in questo momento non so se ucciderlo o saltargli al collo e abbracciarlo. Opto per la seconda.
"Ed è messo pure peggio di te, è proprio innamorato, fidati" ridacchia Edin.
Mi basta questo, stasera dopo la partita mi dichiaro.

Segreto || Gonzalo Villar & Borja MayoralDove le storie prendono vita. Scoprilo ora