Ti amo - A Thousand Years

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and I have died every day waiting for you, darling don't be afraid, I have loved you for a thousand years, I'll love you for a thousand more; christina perri-a thousand years

G. Villar
È abbastanza difficile allenarmi sentendo la presenza di Borja sempre al mio fianco e non poterlo baciare o semplicemente prenderlo per mano. Tanto più che ho gli occhi di Edin, Lorenzo, Stephan, Leo e Gianluca fissi su di me e credo, se avessi uno specchio controllerei, di essere completamente paonazzo in faccia. Non appena sbircio Borja vedo che invece lui ha semplicemente un sorriso felice stampato in volto che da un giorno non è mai scomparso, e sapere di essere io la causa di quel sorriso fa sorridere anche me.

Approfitto di un momento di distrazione di Fonseca per avvicinarmi di più a Borja e, fingendo di dirgli qualcosa all'orecchio, gli lascio un semplice bacio sulla guancia destra. Un semplice bacio che però gli fa spalancare gli occhi e gli fa venire un brivido. Mi piace fargli questo effetto. Si gira e mi sorride.
"Levati questa barbetta Borja, ti fa sembrare più vecchio" gli sussurro ridacchiando "e poi sei più bello senza".
Arrossisce.
Ad allenamento finito ci facciamo le docce e andiamo a mangiare. È il primo aprile ed è una delle prime giornate di vero sole, per questo lo staff di Trigoria ha sistemato dei tavoli di legno all'aperto per il pranzo.
Mi siedo vicino a Borja e in un attimo veniamo raggiunti da Leo, Gianlu, Edin, Lorenzo e, con mia sorpresa, Stephan. Credevo che lui e Lorenzo non si fossero ancora, per così dire, riappacificati.
Infatti sono abbastanza preoccupato che dovremmo parlare di me e Borja, invece...
"Allora, signore e signori. No, siamo solo signori. Vabbè" dice Edin, mentre Leo e Gianluca già ridono "ieri si è verificato un avvenimento importantissimo" si alza in piedi e si rivolge anche agli altri tavoli " Lollino e Stephan si sono fidanzati!!" urla e io vedo Lorenzo arrossire e Stephan piegarsi impercettibilmente in avanti e sfiorargli il braccio con una specie di carezza. Tra tutto il casino e gli schiamazzi della squadra, felice perché finalmente questi due ce l'hanno fatta, io prendo indisturbato la mano di Borja sotto al tavolo stringendola.
"Sono belli" sussurra lui.
"Più noi Borjita" gli sussurro in risposta facendolo ridere... Ho in mente qualcosa per noi due, voglio essere ufficialmente il suo ragazzo, voglio poterlo chiamare mio.
Vengo riportato alla realtà da Edin, Mancio e Spina "di voi ne parliamo un'altra volta, non pensate mica di salvarvi!"

B. Mayoral

Stephan e Lorenzo si sono messi insieme. Ok. Posso farcela anche io. Finito il pasto, e l'allenamento pomeridiano, vedo Gonzalo avvicirnarmisi. Siamo soli.
"Borjita, ti vengo a prendere alle nove a casa tua. Vestiti elegante mi raccomando" prima di darmi il tempo di replicare, è già corso via. Scuoto la testa, ridendo tra me
"Ah Gonzalino, cosa mi hai fatto..." rido da solo. Quanto posso essere innamorato?
"Ma che carini!" Mancio e Spina. Questi due sono onnipresenti, non si può stare un momento soli...
"Ragazzi, muti"
"Noi stiamo muti, per carità" ride Leo "tu però vai a casa a prepararti"
"Ti voglio bellissimo" aggiunge Gianluca.
"Ma io lo sono sempre" scherzo.
"Forse per Villar, per me no di certo" replica Leo. Se non ha l'ultima parola sempre, quel ragazzo impazzisce.
"Va bene ragazzi, ci vediamo domani" saluto andandomene e venendo accompagnato per tutto il tragitto fino all'auto dai loro
"Mi raccomando!" "Fate i bravi eh!" "Poi ci racconti tutto!" e cose di questo tipo.

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Sono tremendamente in ansia. Lo so che si tratta sempre di Gonzalo, ma questo, alla fin fine, è il nostro primo, vero appuntamento e quindi sono abbastanza teso. Impiego due ore per decidere cosa mettermi, con mille difetti, di cui non mi sono mai accorto in ventitré anni di vita, che hanno deciso di venire fuori tutti insieme solo adesso. Alla fine, dopo innumerevoli indecisioni decido di mettermi una camicia bianca normale ed i jeans. Non voglio esagerare, dubito che lui si presenterà in smoking. Mi siedo sul letto cercando di tranquillizzarmi. Manca ancora un'ora alle nove. Ad un certo punto mi scatta un'idea e mi dirigo verso il bagno. Mi chino sul lavandino e mi levo questa poca barba, memore delle parole di Gonzalo. Mi ripettino i capelli. Mi riguardo per la centesima volta nello specchio.
"OK, Borja, diamine, stai calmo. È Gonzalo. Solo il tuo Gonzalino, niente di più. Va bene, è proprio questo il problema, non diciamoci cavolate" non mi riconosco neanche per quanto sono agitato. Alle nove, puntuale come un cronometro, mi arriva un suo messaggio 'scendi'.
Con il cuore che mi batte fortissimo, afferro il telefono e mi precipito per le scale. Apro il portone del palazzo e me lo ritrovo davanti, in tutta la sua bellezza. Anche lui ha la camicia e dei pantaloni beige. Almeno la scelta dei vestiti è stata giusta. Restiamo fermi a guardarci a vicenda per qualche istante
"Ma quanto sei bello?" sono convinto di averlo solo pensato, ma l'espressione di Gonzalo mi fa capire che in realtà l'ho detto ad alta voce. Arrossisco.
"Anche tu sei bellissimo Borjita" dice "andiamo ora, dai"
Sono ancora leggermente imbambolato, perciò lui mi prende per mano e mi trascina fino alla sua macchina parcheggiata. Le mie classiche figuracce.
Mi siedo nel sedile accanto al suo e neanche gli chiedo dove stiamo andando, semplicemente decido di godermi la serata. Lui guida e quando ne ha la possibilità mi accarezza la mano sinistra protesa verso di lui; io invece lo guardo e basta, sistemandogli ogni tanto i capelli.
Dopo circa quindici minuti Gonzalo si ferma e parcheggia la macchina. Scendiamo e ci troviamo in un'anonima stradina deserta. Non faccio domande. Si avvicina e mi prende la mano.
"Chiudi gli occhi" io faccio come mi dice e mi lascio condurre da lui verso questo luogo ignoto.
Ci fermiamo poco dopo, lui lascia la mia mano e mi dice di aprire gli occhi. Obbedisco e lo spettacolo che mi si presenta davanti è stupendo. Siamo un un parco, in posizione rialzata rispetto al resto di Roma, infatti c'è un panorama eccezionale su tutta la città illuminata. Davanti a noi qualche panchina scarabocchiata da altri innamorati e dei lampioni accesi. Sembra un film.
"Ti piace? Io non volevo fare una cosa troppo elegante, ma neanche una schifezza" d'un tratto è agitatissimo.
Mi avvicino a lui per dirgli "shh, è bellissimo" e baciarlo velocemente, non resistevo più. Ci sediamo su una delle panchine.
"Bella Roma, eh?"
"Bellissima" rispondo "come l'hai trovato questo posto?" gli chiedo e lui diventa rosso.
"Una sera ero particolarmente disperato, per colpa tua che mi avevi mandato in confusione, quindi sono uscito a fare un giro e sono arrivato qui. Che mi piacevi l'avevo già capito a Murcia a capodanno, ma è stato quella sera, qui, che ho realizzato che veramente ci volevo provare con te" gli sorrido e basta. Restiamo in silenzio, a guardare il panorama, seduti un pò più vicini, ma non è uno di quei silenzi che non riesci a sopportare. Ho accanto a me Gonzalo e mi sento bene, bene come non mai.
"Torno subito" dice lui ad un certo punto, riportandomi alla realtà. Si alza dalla panchina e sparisce nella semi oscurità. Ritorna poco dopo con un cartone della pizza in mano. Questo ragazzo è completamente pazzo, ed io sono pazzo di lui. Bel problema.
Si siede di nuovo accanto a me, io lo guardo, in attesa.
"Borja, lo so che dall'altro ieri, tra noi... Insomma, hai capito" annuisco, sembra nervoso "però, ecco, te lo volevo chiedere proprio... Ufficialmente" il mio cuore minaccia di uscire dal petto.
"Vorresti essere il mio ragazzo?"
"Sí!" rispondo di getto "voglio dire, certo, non chiedo di meglio" mi correggo. Lui mi si avvicina, mi posa una mano sulla guancia e mi bacia a lungo.
Quando si stacca mi guarda fisso negli occhi
"Ti amo Borja"
Non riesco neanche a spiegare come mi sento. Addento una fetta di pizza per cercare di nascondere il mio sorriso, ma fallisco
"Ti amo anch'io"

Segreto || Gonzalo Villar & Borja MayoralDove le storie prendono vita. Scoprilo ora