Chapter one

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#Martina Pov's
La luce penetrava violenta dal balcone della mia stanza e si posava sui miei occhi.
Era mattina, una nuova alba, una nuova emozione come direbbero in molti, ma per me era solo una mattina uguale come a tutte le altre.
Mi alzai e mi diressi verso lo specchio. Ció che vidi fu la mia figura toltalmente stravolta e stanca. Erano le 10 a.m. ed era Sabato e significava niente scuola.
Andai in bagno e levai ogni indumento, per poi gettarli a terra.
Feci scorrere le porte della doccia e subito dopo le chiusi. Aprì il rubinetto.
Un getto d'acqua cadde sul mio volto, per poi passare al mio collo e al resto del mio corpo.
Strofinai energicamente la spugna fucxia, inzuppata di sapone, sul mio corpo e dopo risciaquai. Lavai i capelli e, una volta finito, chiusi il getto.
Uscì dalla doccia e andai verso la mia stanza con un accappatoio in testa e un'altro intorno al corpo.
Scelsi cosa indossare. Optai per un paio di jeans scuri, una camicia bianca, un maglione nero con una croce bianca e le mie amate zeppe nere.
Mi sarei vista con Candelaria perché voleva fare una sorpresa a Ruggero, il suo fidanzato.
Scesi di sotto e vidi mia madre in cucina, mio padre seduto sul divano a leggere il giornale, ma non vidi mio fratello. Molto probabilmente stava ancora dormendo.
Andai verso mia madre che preparava i cornetti alla nutella.
«Mamma» la salutai.
Gli schioccai un bacio sulla guancia e lei sorrise di gusto.
«Amore, dove vai?»
«Esco con Cande. Deve fare un regalo al suo ragazzo.»
«E tu?» domandò lei.
«Io cosa?»
«Non hai il ragazzo?»
«Mamma, ne abbiamo già parlato. L'amore è solo un sentimento per deboli.»
«Tini, l'amore è meraviglioso!»
«Ti prego, ora non ricominciare la storia di te e papà » alzai gli occhi al cielo.
«Tini, sei terribile!» ridacchiò lei.
Ridacchiai anche io.
«Ora vado. Ti voglio bene, mamma.»
«Anche io, Tini.»
Me ne andai, dopo aver dato un bacio a mio padre.
Arrivai da Starbucks e vidi Cande bere un capuccino con il suo iPhone in mano.
Andai lentamente dietro di lei e la spaventai di proposito.
«Bu!»
«Ah!» gridò lei.
Cande rovesciò il suo capuccino a terra e per poco il suo bel iPhone non finì a terra insieme al capuccino!
Risi come una matta.
Amavo spaventarla. Io e Lodovica lo facevamo sempre, ma, per mia sfortuna, lei ora lei è in Italia.
«Ma sei impazzita Tini?»
«Scusa, ma ero troppo tentata» dissi ridendo.
«Andiamo, che é meglio» disse scocciata.
«Hai già deciso cosa regalare al tuo Ruggero?»
«No, perciò sbrighiamoci.»
Cande lasciò la mancia sul tavolo, prese la sua borsetta e andammo via
[...]
Mi trovavo al centro commerciale con Cande. Dopo vari tentativi, aveva deciso di regalargli i biglietti della partita di baseball dei Nate, la sua squadra di baseball preferita.
«Cande, è tardi. Torno a casa mia. Ci sentiamo okay, amica? E dimmi come va con Ruggero poi.»
«Contaci, amica. Ciao.»
Schioccai un bacio sulla sua guancia e me ne andai. Uscì dal centro commerciale e mi imcamminai verso la strada di casa.
Arrivai davanti le striscie e vidi che il semaforo era verde per i pedoni.
Stavo per passare, ma una macchina a tutta velocità venne verso di me.
Vidi la morte vicino a me.
Improvvisamente sentì tirarmi da un braccio e scaraventarmi a terra.
Mi ritrovai sopra a un ragazzo.
Aveva i capelli color miele e gli occhi verdi smeraldo, tanto belli da perderti dentro.
Mi aveva appena salvato la vita. Era il mio angelo custode.
#QUEEN ANGOLO
Ciao a tutte.❤
Scusate l'enorme ritardo, ma sono lenta a scrivere :3
Poi se aggiungiamo la scuola, le uscite con le amiche e il mio telefono che si inceppa ogni tre minuti, sono stata anche abbastanza fortunata a poterlo scrivere.
Spero vi piaccia❤
#Queen

Por siempre a mi lado » JortiniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora