Chapter sixteen

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"Dove vai?" mi chiese.
"Cavoli miei, Jorge" dissi acida.
"Tini, smettila, okay? Non sei l'unica che soffre! Pensi sia bello per me averti perso?"
"A quanto pare sì, visto che ti sei portato a letto la morettina!"
"Ero ubriaco!" urlò.
"Be', mi dispiace ma ora ne paghi le conseguenze. E comunque esco con Luke."
"Tu sei mia, Tini!"
"Tu sei malato! Mi tratti come se fossi un oggetto. Dov'è quel Jorge dolce che mi ha salvato? Probabilmente non è mai esistito e poi chi ti dice che io non mi sia già innamorata di Luke o magari che ci sono andata a letto?"
Ovviamente non era vero niente, ma toccava a lui soffrire questa volta.
"Non lo faresti mai" ringhiò.
"Chi ti dà questa conferma?"
"Tu non lo faresti mai perché mi ami" mi smascherò. Mi bloccai come un ladro colto con le mani nel sacco.
"Tu mi ami esattamente come io amo te."
Si avvicinò a me con passo felpato. Indietreggiai per ogni passo che faceva avanti.
Mi ritrovai con le spalle al muro e il suo corpo che mi bloccava la via di fuga.
"Non opporti, amore mio" sussurrò.
Posò le sue labbra sulle mie.
Dio, quanto mi é mancato baciarlo.
Io, lui e il nostro amore e tutto il resto non conta. Lo amo come non ho mai amato nessuno.
"Ricambia, Tini" mugoló Jorge prima di mordermi gentilmente il labbro inferiore.
Non resistetti e ricambiai il bacio con moltissima foga.
Ci baciammo famelicamente come se l'uno fosse l'ossigeno dell'altro.
Ci staccammo lentamente, mentre lui mi morse per l'ennesima volta il labbro inferiore, cosa che mi provocò puro piacere e gemetti.
"Non andare da Luke" protestò.
"Ma é fuori!"
"Mandalo a fanculo o qualcosa del genere" piagnucolò.
"Jorge, non mi ha fatto nulla!" lo rimproverai.
"Ti porto a cena io fuori, ma non andare con lui. Ti prego" mi supplicò.
"Jorge..."
"Tini..."
Mi guardò speranzoso e mi arresi al suo volere.
"Okay!"
Inviai un messaggio a Luke e gli dissi che non potevo cenare con lui e lui mi disse di non preoccuparmi.
Odiavo mentire, ma non potevo certo dirgli che avevo preferito Jorge a lui. Andammo in cucina e informammo tutti e vidi che Pattie fece un sorriso soddisfatto.
Entrammo nella sua Audi e arrivammo a un ristorante molto elegante.
Prendemmo un tavolo per due persone, fortunatamente il locale non era pieno. Mi fece sedere e poi prese posto lui.
"Ma che cavaliere" lo scherzai.
"Visto?"
Ridacchiai e lui mi accompagnò.
Arrivò un cameriere molto giovane e mi fissò.
Ero un pochino irritata, odiavo essere guardata, mentre Jorge a momenti gli saltava addosso e lo picchiava.
"Cosa ordinate?" chiese il cameriere
"Io ordino scaloppina e patate, tu Jorge?" chiesi.
"La stessa cosa" disse irritato. 
Il cameriere prese gli ordini e se ne andò.
"Non lo sopportavo piú" confessò.
"Sì, sembrava volessi ucciderlo."
"Non sembrava, è cosí, piccola."
Piccola...
Feci la finta tosse per smorsare un po' di tensione.
"Ti amo" disse improvvisamente Jorge.
"Anch' io" risposi sincera.
Non potevo dirgli di no, mentirei a lui ma soprattutto a me stessa.
"Ma credimi Jorge, non so che fare."
"Perdonami."
"Come se fosse facile. Non posso."
"Non puoi o non vuoi? Magari ami Luke..."
"Oh Dio, Jorge! Ti stavo solo provocando! Non lo amo e non ci sono andata a letto!"
"il nostro amore vincerà, Tini, e supereremo anche questa."
Restai sorpresa dalle sue parole. Ne ero follemente innamorata, Dio!
Arrivarono le scaloppine e il resto della serata proseguì nornalmente.
Erano le undici inoltrare ormai quando mi accompagnò a casa.  
"Grazie per la serata, Jorge."
"Grazie a te, Tini."
Lo baciai, per sbaglio. Ormai ero abituata automaticamente a farlo.
Lui ricambiò, ma io non riuscivo a staccarmi. Ci staccammo lentamente e Jorge poggiò la sua fronte sulla mia.
"Ti amo, Tini."
"Sei come la droga, Jorge. Mi fai del male, ma non posso farne a meno."
E i nostri occhi si unirono. Verde e nocciola.

Por siempre a mi lado » JortiniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora