Capitolo 9

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"Oggi ho la giornata libera e pensavo di farti incontrare un mio amico, é un architetto...per il teatro, ma se non vuoi...insomma..." Jace stava facendo l'insicuro con me? Questo sì che é un giorno da segnare sul calendario. "Va benissimo, dove ci incontriamo?" sempre per la faccenda della pubblicità le nostre mani erano intrecciate sul tavolo mentre Chris era più attirato dal suo cornetto al cioccolato piuttosto che da noi e quindi mangiava tranquillo. "Si chiama Andy Burton, credo che ti starà sinpatico." annuii non così sicura di quello che aveva affermato Jace. "E invece...quando hai intenzione di proporti mio caro?" "Ah perché ti ci vuole anche una proposta?" "Ovvio, con fiori e tutto." Jace sorrise "Credo di averti viziato troppo." "Non é vero, me l'hai promesso!" l'uomo dai capelli neri alzò gli occhi al cielo "Domani sera esce a cena con me, madame?" "Me lo vuoi chiedere a cena?" sospirai fingendomi annoiata "Così classico, ti credevo più intraprendente Andersson." dissi tirando fuori le mie doti di attrice e fingendomi molto annoiata. "Ah perché non solo deve esserci una proposta ma deve anche essere originale!" sospirò Jace ridacchiando "Credevi mica mi accontentassi di un anello? Come minimo voglio i fuochi d'artificio!" Scherzai ridendo con le lacrime agli occhi. "Vuole i fuochi d'artificio quindi? Ebbene sì,  li avrà mia signora!" risi fino a farmi venire mal di pancia attirando molte occhiate dai tavoli vicini, non so se per le mie risate o il mio accompagnatore.

"Io voglio che questo diventi un centro culturale, capisci Andy?" lui annuì,  malgrado il suo aspetto un po' burbero era davvero una brava persona che mi aveva trattato con uguale rispetto a quanto fatto con Jace, anche se non era esattamente simpatico aveva capito cosa volevo ed io ero felice che non fosse particolarmente espansivo. Avrei voluto evitare di ritrovarmi abbraciata tutte le mattine da un semi sconosciuto appiccicoso.  "Quindi qualcosa di molto dinamico..." dice abbastanza forte da farsi sentire da entrambi. "Sì, qualcosa che possa diventare un'icona. Un simbolo e che possa inoltre essere anche un buon punto di ritrovo oltre che un teatro." Io annuisco ascoltando cosa dice Jace,  noi due siamo d'accordo sulla funzione che deve avere  il teatro e quindi lascio parlare lui dato che io sono parecchio timida e non riesco a parlare agli sconosciuti. "Ok, ho capito. Per il design invece moderno o leggermente retrò?" Jace alza le spalle guardandomi, evidentemente non gli interessa più di tanto. Guarda l'orologio e mi fa segno che deve andare via, abbiamo lasciato Chris con la baby sitter a casa e ora deve tornare indietro e portarlo dai nonni. Questa sera siamo invitati per far conoscere a me la sua famiglia. Jace ha detto che sua madre é eccitatissima all'idea di vedermi e io mi sono preoccupata un po' sinceramente. "Tesoro, continuate pure voi. Io scappo, ci vediamo sta sera dai miei. Ti porta l'autista ok?" Io annuii e ci baciammo velocemente, non so neanche se lo facemmo per fare il nosto solito spettacolino davanti agli estranei o perché ci stavamo quasi abituando, ma come al solito le farfalle impazzarononnel mio stomaco.

"Mi piacerebbe lasciare intatto il palazzo, rispettarne le forme e lo stile. Mi piace il liberty, é il mio stile artistico preferito." affermai sorridendo ad Andy "Perfetto, é proprio quello che avrei voluto fare anch'io.  Ho già alcuni progetti pronti se li vuole vedere." "Sì grazie, ma dammi del tu per favore." lui annuì aprendo un programma sul suo computer facendomi vedere le varie stanze come sarebbero dovute apparire. Mi innamorai follemente delle decorazioni in pieno stile '900, le colonne di legno scuro e i tendaggi rossi, l'ampio palco e il cavò per i musicisti. Sapevo che avrei amato il teatro.

La sera

L'autista che avevo scoperto si chiamasse George mi accompagnò fino alla villa di campagna dove vivevano i genitori di Jace. Non mi aveva mai parlato di fratelli o sorelle quindi quando fui accolta in casa da una miriade di persone mi spaventai leggermente. La casa era enorme e poteva benissimo contenere il doppio dei presenti, ma mi sentivo in soggezione già solo con i quindici invitati. Il primo a venirmi incontro fu Chris che si abbracciò ad una mia gamba facendo sorridere chi ci vide, seguito subito dopo da Jace che mi abbracciò anche lui prima di condurmi verso la sala da pranzo. La prima persona che attirò la mia attenzione  fu il padre di Jace: Richard. Era seduto come un re nella sua poltrona poco distante da tavolo mentre fumava un sigaro con lo sguardo perso nel vuoto. A differenza di suo figlio aveva una folta ma curata barba grigia e degli occhialini di tartaruga sul naso. "Papà,  lei é Demetria." l'uomo mi guardò serio, come aveva fatto Jace la prima volta che mi aveva visto e io dovetti abbassare lo sguardo intimidita. Avevo capito da  chi avesse preso Jace tutta la sua autorità. "Salve." dissi porgendo la mano "Demi, per favore. Demetria é troppo lungo." lui sorrise mettendomi più a mio agio "É per questo che ai miei figli ho dato nomi corti, Demi." sorrisi e mi concessi fi guararlo con attenzione. Aveva lo stesso atreggiamento fiero di Jace e i lineamenti duri, ma mentre l'incarnato di Jace era molto scuro quello di Richard era chiaro, più simile a quello di Chris he a quello di suo figlio. "Figliolo ne hai scelta una veramente bella!" Jace sorrise compiaciuto, come se fossimo veramente innamorati e stessimo veramente per sposarci. "Lo so, le latine sono sempre le più belle." disse guardandomi negli occhi sorridendomi ; era in momenti come questi che non riuscivo a capire se quello che mi era davanti fosse il vero Jace o un Jace falso e tremendamente bravo a recitare. "Da dove vieni Demi?" "Sono texana, ma sono italiana per metà." "Ah, bel posto l'Italia. A Jace non piace, non mi spiego il perché..." disse l'uomo sospirando sono sonoramente. Guardai Jace di soppiatto,  la sua famiglia non sapeva nulla di Margaret? Come poteva Jace convivere con un peso del genere?

Shakespeare Theatre// Demi Lovato  !IN STATO DI REVISIONE E CORREZIONE!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora