Shakespeare Theatre// Demi Lovato !IN STATO DI REVISIONE E CORREZIONE!

Epilogo

Dopo due settimane mi dimisero dall'ospedale, il polmone era guarito e i medici gridavano al miracolo. Peccato che non vedessero quanto morto fosse il mio cuore innamorato: ancora palpitante per una donna che ormai era un angelo. Ancora caldo per qualcuno di ormai freddo. Ancora vivo per i lunghi sogni, in cui ancora ci vedevamo.

Tutte le notti mi veniva a trovare, la vedevo da lontano, a volte più da vicino.  Una volta mi baciò. Ma ogni volta che il sole sorgeva in un nuovo giorno il mio cuore perdeva un altro battito mentre lei scompariva. Vivevo in funzione di quelle poche ore notturne in cui la vedevo ancora, e ogni volta il suo viso cambiava un po'. Inevitabilmente la stavo dimenticando.

Gli anni passavano in fretta, mentre sul lavoro ero sempre più spietato ed esigente, cumulando miliardi. Miliardi che non servivano a niente.

A cosa serve l'oro quando hai bisogno di qualcuno da abbracciare?

Chris cresceva sano e bello, come aveva predetto Demi. Ricordava a malapena chi fosse la bella donna bruna che lo coccolava nelle foto appese in salotto. Per lui non era altro che una flebile ombra, mentre per me era una ferma certezza. La mia sicurezza che il paradiso esistesse.

Invecchiai velocemente,  sempre più magro e rugoso, solo gli occhi erano quelli di un tempo. Tutto era cambiato: la mia vita era cambiata. Senza di lei non c'era motivo di vivere a pieno.

Dopo qualche anno  di lutto però ricominciai a vivere, non ero più lo stesso di prima -non lo sarei stato mai più- ma di nuovo inizia a godermi qualche tramonto. Visitai l'India dove scoprii la parte immortale di me e ogni volta che mi sedevo a meditare mi sembrava di sentire una forza profumata di fiori sedersi accanto a me.

Mi voltavo, ma non c'era mai nessuno.

Camminavo per i parchi, nella speranza di vedere qualche venditore ambulante di fiori con dei gigli bianchi e delle rose rosse. Se li trovavo li compravo e correvo alla sua tomba. Ogni volta mi sembrava di chiederle un appuntamento. Mi sentivo quasi timido e impaurito.  Io, che timido e impaurito non l'ero mai stato.

Mi sedevo sulla sua tomba che recitava:

Demetria Devonne Lovato
20/08/1992 - 15/05/2016

Per amore non c'é ostacolo di pietra e ciò che amore può fare, amore tenta.

Le versavo una coppa di Champagne e le regalavo i fiori, mi sedevo lì e aspettavo la prima stella.  Venere, la prima stella della sera. La stella del mattino.

Ogni volta, poco prima che la luna facesse capolino dal buio una leggera brezza profumata di primavera mi circondava e, per un secondo mi sembrava di sentir sussurrare dolci parole, poi tutto svaniva lasciandomi dentro un senso di tristezza ma anche di felicità.  Lei c'era.

Sul letto di morte, cinquant'anni dopo che la mia Demetria se n'era volata via,  mi feci portare da mia nipote Devonne il diario di mia moglie. Era un quadernetto azzurro, rilegato di pelle colorata e sgaulcita. Non avevo avuto il coraggio di leggerlo fino ad allora ma non volevo andarmene prima di averlo sfogliato.

"Nonno, di chi é questo quaderno?" sospirai "Dell'unico amore della mia vita." "Mia nonna?" chiese la ragazza dagli occhi chiari come i miei ma i capelli biondi come quelli del padre. In teoria in Devonne non scorreva il sangue di Demi,  ma me la ricordava tanto, con quelle dolci maniere e l'anima pura così mentii. "Tua nonna." annuii.

Mi lasciò solo con il diario che lessi fino all'ultima pagina, conteneva i pensieri della donna che amavo e mi sembrava quasi che fosse lei a leggermelo. L'ultima pagina era una lettera dedicata a me.

"Amore mio,
ho purtroppo la certezza che la mia vita sarà breve."  una piccola fitta al cuore mi colpii e pregai perché Dio mi concedesse ancora qualche minuto, qualche minuto prima di ricongiungermi a lei.

"Mi sento questa cosa dentro e, anche se non vorrei, credo che lascerò presto te e Chris soli. Non vivete la vita in funzione di me, io vi aspetterò al varco del cielo, al cancello delle nuvole insieme a San Pietro.  Non dimenticate di guardare le meraviglie del mondo, non dimenticate di sentire il profumo dei fiori, la dolcezza del cioccolato, il calore di una carezza. Non dimenticatevi di vivere. Meritate tutto quello che questa vita ha da offrirvi. Jace,  non disperare, l'amore vero supera ogni possibile barriera del tempo e dello spazio. Ci riincontreremo. Lo so, ne sono certa. Ti amo e finché le stelle continueranno a sorgere dal buio, finché la luna darà il cambio al sole nel cielo, finché le stagioni esploderanno violente e ugualmente bellissime io ti amerò. Fino alla fine dell'universo io ti amerò.
Amami come puoi,  ma ricorda che ci sono donne vive che possono amarti meglio. Io capirò.
Ti amo.
Demetria, tua per sempre."

Quando lo finii avevo il cuore in gola e delle fitte lancinanti al petto mi trafiggevano, forse per colpa delle ferite di amore, forse per colpa del mio cuore malato. Mi coricai dritto guardando lo skyline di New York illuminato dalle ultime luci del giorno. Le ultime luci della mia vita. Stavo per morire, lo sapevo. Ma non avevo paura. Esalai il mio ultimo respiro, godendo del mio ultimo giorno sulla Terra.

Poco distante dal mio letto un angelo bruno mi stava tendendo la mano, non c'era bisogno di parlare. Guardammo insieme il sole tramontare, abbastanza vicini da sentire le nostre anime brillare e scintillare in piccole cascate di magia. Quando la Luna,  imponente fu completamente levata afferrai la sua mano, di nuovo giovane e vivo come un tempo. Mi sentivo leggero. Lasciai ogni sicurezza per seguire Demi verso un angolo di cielo.

In quel momento mi accorsi che lei c'era sempre stata.

Finalmente avevamo trovato il nostro angolo di infinito da cui ogni notte vedevano sorgere la stella di Venere. La prima stella della sera. L'ultima stella del mattino. La nostra stella.

Finalmente sono riuscita a finire! Che fatica, pochissime hanno letto la mia storia, ma ringranzio tutte. Questa storia fa parte di me e spero che faccia, da ora, anche un po' parte di voi.

Clo.