Jace's POV
Quattro giorni. Quattro fottutissimi giorni chiuso in ospedale mentre Demi é fuori chissà dove con un pazzo maniaco che, per quanto ne so, potrebbe ache già averla uccisa. O peggio. Non riuscivo a muovermi, il proiettile sparato da quel pazzo mi aveva forato il polmone sinistro e facevo fatica anche a parlare. I dottori dicevano che ero stato miracolato, che qualcuno aveva deciso che non era ancora la mia ora: avrebbe potuto colpire il cuore cuore e puff...la mia vita sarebbe finita, nient'altro. Solo il buio. Spesso Demi mi ha rimproverato dicendo che non ho fede in nulla, se non nella vita. Adesso mi sto ricredendo, il fatto di essere stato vicino alla morte mi ha portatona pregare; senza volerlo ho pregato che Demi stesse bene, che Chris fosse forte abbastanza e che io non li lasciassi soli. Hanno bisogno di me. Chris é piccolo e Demi é indifesa. Dopo poco ci ripenso.
Ma che sto dicendo!
Chris cresce più in fretta di quanto io non mi renda conto e Demi é una guerriera: indistruttibile.
"Jace..." la voce di Joel interruppe il mio momento di riflessione e lo ringraziai mentalmente. Avevo bisogno della sua allegria. "Come stai, fratello?" chiese a bassa voce.
Mio fratello, Joel, che parla a bassa voce? Ok, porta brutte notizie.
"Bene." risposi "Per quanto può star bene un uomo con un polmone bucato che può morire da un giorno all'altro." mio fratello mi sorrise sedendosi di fianco a me su una sedia di plastica blu.
Aveva una leggera barba e le occhiaie, forse anche lui stava male per me. Sperai di no.
"Hai visto i Lakers ieri sera?" chiese il ragazzo per smorzare la conversazione feci segno di no. Non mi avevano lasciato il televisore in camera e comunque, non li avrei guarati. Non avevo voglia di pensare al basket mentre mia moglie era chissà dove, in un luogo probabilmente inospitale. Non volevo assolutamente. "Beh, neanch'io a dire la verità." disse mio fratello abbassando le spalle, Joel che si perde una partita dei Lakers? Ok, stava male per me. Mi odiavo per questo.
Nessuno dovrebbe stare male per me, nessuno. Ci guardammo in silenzio pernalcuni secondi e poi, lentamente, Joel mi posò una mano su una spallane mi disse "L'ispettore Xavier dice che le probabilità di ritrovarla...di ritrovarla viva, intende, sono praticamente nulle. Mi dispiace, fratello."
Il mio cuore perse un battito, le possibilità erano nulle? No, é impossibile. Non sta succedendo a me. Demi non é probabilmente morta. Questo non è successo a noi. Lui non ha appena detto che mia moglie é introvabile.
"Ti dispiace, Joel? E perché? Sei stato tu a rapirla? Sei stato tu a portarmela via in quello che doveva essere il suo grande giorno? Sei stato tu che l'hai privata della libertà di scegliere di stare con me? Sei stato tu, Joel? Sei stato tu?" mio fratello non mi rispose ma mantenne la testa bassa e io continuai, ancora più cinico di quanto non lo fossi stato prima.
Dio non esiste, cazzo. Dio non può esistere. Quale Dio può portarmi via la felicità? Porca puttana. La vita fa schifo.
Demi's POV
Mi risvegliai nel solito buco, questa volta però la testa mi pulsava e sentivo il sangue rappreso incrostare la faccia. Dove quel vile mi aveva picchiato. Provai orrore per quello che avevo -che ero stata costretta- a fare. Quale uomo che così possa definirsi picchia e violenta una donna.
Un uomo che picchia una donna non é neanche degno di essere considerato tale.
Credo che passarono ore, forse minuti, forse secondi. Guardavo il soffitto e aspettavo, cosa non lo sapevo neanch'io. Di morire, forse. Di essere violentata. Di essere liberata.
Ancora ci speravo che Jace, il mio caro Jace, l'angelo che aveva salvato la mia vita dalla più completa e orribile distruzione. Mi aveva fatto vedere la luce ed io non potevo che essergli grata per questo. Avevamo trovato l'amore a due passi l'uno dall'altra: era successo tutto in un battito di ciglia.
All you need is love.
Quanto é vero. Sono sicura che se fossi stata in quella cella con Jace avrei trovato le pareti sporche bellissime e i luridi pavimenti bellissimi marmi bianchi. All you need is love. Dio, avevo bisogno di Jace.
Dalla mia camera non c'era alcuna finestra da cui avrei potuto vedere la luce ma presupposi che dovevano che dovevano essere passati almeno due o tre giorni. Provai a muovermi, ma le corde mi legavano strette. Non mangiavo da un sacco di tempo e avevo la gola secca a furia di gridare e respirare la calda aria del luogo. Sentii la presenza di qualcuno vicino a me e provai un forte bruciore sui polsi, come se qualcuno mi avesse tagliato. Mi sembrò di sentire sussurrare al mio orecchio "Spero che tu muoia dissanguata, troia."
Ma era solo un' impressione. Niente stava succedendo.
Mi addormentati varie volte, facendo sogni confusi. Vedevo Jace vestito di bianco, con uno strano pallore in volto. Vedevo. Chris piangere sporco di terra e ferito ma non potevo aiutarlo e nessuno sembrava notarci. Sognai anche la mia famiglia: Dallas che mi diceva che ero 'solo una lurida puttana' e mia mamma che urlava cose incomprensibili. Mio padre ormai non lo ricordavo più. Era solo un'ombra scura nella mia mente: un'ombra.
Mi svegliai di scatto, tentando di riprendere fiato; ma l'aria scarseggiava in quel buco fetido e io mi ero abituata al buio della stanza quando la porta venne spalancata irradiandomi di luce. Sperai che Andy la favesse finita con me, ma invece quattro mani attente mi slegarono e mi misero su una brandina.
Poco prima che tutto tornasse buio e confuso potei dire con la voce arrochita dalla sete: "Ti amo, Jace. Ovunque tu sia, aspettami."
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Shakespeare Theatre// Demi Lovato !IN STATO DI REVISIONE E CORREZIONE!
Fanfiction"Finalmente avevamo trovato il nostro angolo di infinito da cui guardare le stelle. " Demi é una donna libera ed indipendente che vive a New York, la città dei sogni, dove cerca di ricostruire una vita che le era stata portata via. Imposta la sua n...