Capitolo 20

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Avviso:
il capitolo é molto violento, spero che non urti la sensibilità di nessuno. Non é fondamentale per la storia, potete non leggerlo se non vi va.

"Adesso vedrai! " mi urlava in preda alla rabbia mentee mi strappava di dosso il vestito da sera bianco che si era squarciato in vari punti. Cominciò a tirarmi verso l'altro la gonna mentre i legata, non potevo fare nient'altro che aspettare che finisse e sperare che non ci mettesse molto. "Vedrai se non sono meglio di Jace."

Con le mani tremanti di chi non sapeva cosa fare, mi strappò via tutto l'abito lasciandone solo alcuni brandelli qua e là.  Non avevo indossato reggiseno sotto l'abito e provai un grande sconforto ad essere vulnerabile davanti a lui. Chiusi gli occhi in un moto di repulsione quando la sua bocca cominciò a mordere la mia pelle scoperta, leccava e lambiva ogni pezzo di pelle nuda e maledii il fatgo di aver voluto fare l'eroina della serata. Io non sono un'eroina, non lo sono mai stata. Lanciai un urlo quando mi morse un capezzolo che si era prontamente arrosato, facendolo ridere. Siccome vedeva il mio disgusto cercava di fare tutto il più rozzamente possibile, per crearmi ancora più disagio e dolore.

Le sue mani schiacciavano le mie gambe mentre sentivo la sua voglia crescere sempre di più; sperai che avrebbe finito presto, ma sapevo che non l'avrebbe fatto: si divertiva a vedere la mia sofderenza e per qualsiasi aguzzino il dolore altrui é il più grande piacere.

Mentre mi palpava tenava imprigionata sotto il suo torace la mia mano libera, cosicché non potessi neanche tentare di liberarmi. Notai con sollievo che avevo ancora la biancheria intima e sperai profondamente che questo potesse scoraggiare la sua corsa verso di me: ero consapevole che quella era solo una vana speranza. Sarebbe arrivato fino in fondo e anche di più.

Al contrario di quanto avevo sperato in un attimo tolse anche l'ultimo indumento che mi rendeva coperta. Si svestì anche lui velocemente, strappando con ansia la camicia e slacciandl i pantaloni.

Finirà presto, finirà presto. Continuavo a ripetermi, ma non era ancora nemmeno iniziato.

Quando affondò la sua lama in me sentii una fitta di dolore che mai avevo provato prima; la violenza con cui  si spingeva in me faceva traballare violentemente il letto e avevo quasi paura che si sfondasse. Lo sentivo sospirare e gemere mentre continuava la tortura che cercava di prolungare il più a lungo possibile. Quando arrivò all'apice sentii il liquido caldo scorrermi tra le gambe e un conato di vomito mi prese alla sprovvista. "Non ho ancora finito." disse schiaffeggiandomi ancora, questa volta con maggiore forza. Probabilmente mi sarebbe venuto un livido.

Si tolse dal mio corpo per mettersi a cavalcioni su di me; si avvicinò al mio orecchio e sussurrò :"Guai a te se provi a mordere." Spalancai gli occhi facendo segno di no con la testa, non volevo che succedesse anche quello e inizialmente strinsi le labbra nell'illusione che potesse fermarlo.

Per farmi aprire la  bocca mi tappò il naso costringendomi ad aprire la bocca per respirare. Appena cercai di prendere una boccata d'aria si insinuò nella mia bocca muovendosi con forza e provocandomi conati di vomito. Quando ebbe finito nuovamente il liquido caldo mi venne spruzzato addosso e quasi mi strozzai tossendo con forza.

Senza volerlo glielo morsi e un urlo di dolore arrivò dalla sua bocca. Senza aspettare troppo ricevetti un pugno che mi fece cadere svenuta: sperai di essere morta.

Non ce la facevo più.

Shakespeare Theatre// Demi Lovato  !IN STATO DI REVISIONE E CORREZIONE!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora