Sguardi

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Salivo i numerosi gradini che separavano i piani tra loro e mi dirigevo verso la mia camera, una stanza piccola e non troppo luminosa, a differenza di quella in cui mi svegliai quella stessa mattina. Essa conteneva il necessario: un armadio, un letto e una scrivania che avevo cercato di arredare il meglio possibile, ma ogni tentativo era stato vano. Non mi sono mai sentita a casa in quel posto, men che meno nella mia stanza e certamente mettere qualche peluche sparso qui e la non avrebbe aiutato. 

Qualche tempo prima frugando in una soffitta, trovai all'interno di alcuni scatoloni oggetti abbandonati e li nascosi in camera mia: uno di questi era un vecchio album da disegno, la copertina rigida era rivestita di stoffa beige e le pagine erano leggermente ingiallite dal tempo. In un altro, invece, trovai un walkman degli anni 80 e me ne innamorai. Da allora ebbi qualcosa da custodire e tenere per me, senza essere obbligata a condividerlo con qualcuno, ero davvero innamorata di quell' "aggeggio", come l'avrebbe chiamato Suor Rosa. Mi rallegrava nei momenti tristi ascoltare quella che definivo buona musica: Bohemien Rapsody un capolavoro oserei dire. Così ne approfittai e presi le cuffie tra le mani e con gli occhi leggermente gonfi, inumiditi dalle ultime lacrime, iniziai ad ascoltare...

Questa è la vita reale?
Is this the real life?

È solo fantasia?
Is this just fantasy?

Catturato in una terra
Caught in a landside,

Nessuna fuga dalla realtà
No escape from reality...

Beh, ho sempre pensato che Freddy sia veramente bravo a descrivere il mio punto di vista nei confronti di  tutta questa merda che devo chiamare "Vita", una vita quasi sempre fittizia e corrotta , basata su un'utopia, come se noi non fossimo in grado di renderla speciale, come in realtà dovrebbe essere... 

Apri gli occhi,
Open your eyes,

Guarda il cielo e vedi
Look up to the skies and see,

Sono solo un povero ragazzo, non ho bisogno di compassione,
I'm just a poor boy, I need no sympathy,

Già, compassione e autocommiserazione, gli unici sentimenti che provavo per me stessa, dopo  il ribrezzo è ovvio. Ho sempre visto attraverso lo specchio una ragazza amareggiata da se stessa, certo carina ma non tanto bella da poter attirare l'attenzione di un uomo. Una ragazza dal volto sincero, quanto quello di un bambino, sensibile a tutto ciò che la circonda e indifesa da tutti i colpi improvvisi che la vita le riserva. 

Mamaaa,

Mamaaa,

Ho appena ucciso un uomo
Just killed a man,


Metti una pistola contro la sua testa, ho premuto il grilletto,
Put a gun against his head, pulled my trigger,

Adesso è morto.

Now he's dead 

Dicevo a me stessa che dovevo cambiare e darmi la forza di farlo, di smetterla di credere in un lieto fine che qualcuno, prima o poi, mi avrebbe regalato ma di crearlo con le mie stesse mani. Ciò che desideravo più in assoluto era una famiglia, non la mia "vecchia famiglia" ma un'altra, desideravo con tutta me stessa trovare quella parte che mi era stata strappata via dalla "vita", dal destino crudele e meschino. Se è vero che esiste un Dio sulle nostre teste, voglio proprio vedere di che pasta sia fatto, ah! Poveri illusi a coloro che ci credono ancora...

Mamaaa, la vita era appena iniziata

Mamaaa, life had just begun,

Ma ora sono andato e ho buttato via tutto

But now I've gone and thrown it all away...

Ero terrorizzata, mai avrei immaginato di cadere così in basso. La madre superiora aveva ragione su tante cose, ma non sul fatto di allontanarmi da Neal, lui aveva bisogno di me, o meglio, io avevo bisogno di lui: era l'unica persona della mia famiglia che mi era rimasta accanto...

Mama, oooh,

Non volevo farti piangere
Didn't mean to make you cry,


Se domani non torno di nuovo a quest'ora,
If I'm not back again this time tomorrow,


Vai avanti, vai avanti come se niente fosse davvero importante

Carry on, carry on as if nothing really matters.

Non volevo altro dolore, ero stufa di quel che ero, non potevo perdere qualcun'altro. Mio padre morì crogiolandosi nell'alcool, mia madre, sparita nel nulla, nessuna lettera fu mai rinvenuta in sei anni, mi mancava molto e sapevo di averla delusa molto e ormai non mi meravigliavo più se mio fratello non faceva mai domande su di lei. Il resto dei parenti non ha voluto saperne nulla di noi quando appresero ciò che era successo "Valiamo davvero così poco?!" .

Ricordo perfettamente la fredda espressione del Sig. Gold, il quale aveva collaborato con la polizia e gli assistenti sociali, così che noi due venimmo messi in questo orfanotrofio, evitando di abbandonarci a noi stessi...Beh, evidentemente non era stato proprio così.

Ormai ero accasciata lungo il muro, l'intonaco era gelido e la mia pelle era tutto un brivido, l'idea di toccare la lametta mi sfiorò la mente, ma mi ero ripromessa di dover cambiare. Piangevo, piangevo... Piangere è l'unica cosa che mi è sempre riuscita facile fare, sentivo di essere una delusione per tutti, mia madre in primis. "Dio! Quanto desideravo un tuo abbraccio, ma dov'eri finita?"

 Rimasi sul pavimento per un lasso di tempo che sembrò interminabile, fin quando non mi addormentai.

Sentivo  freddo e  delle spaventose grida femminili che racchiudevano dolore e paura. Era una ragazza e aveva i capelli molto scuri e lunghi fin sopra le spalle. Veniva strattonata da un braccio da un'altra donna, quest'ultima  però più anziana che le urlava contro parole quasi indecifrabili, ma riconducibili ad un fallimento, nella mano destra impugnava un bastone dal pomo d'oro, usato per picchiare la giovane.

La ragazza piangeva, aveva lo sguardo disperato di chi non sa come agire, ma via via questo diventava sempre più vacuo e si perdeva nel vuoto, come a voler perdere la speranza di lottare, fin quando non si girò nella mia direzione e finalmente mi guardò in un modo che non saprei definire, il suo sguardo mutò, come se stesse riacquistando forza e mi mostrò un volto stupendo: splendidi occhi  lucidi cioccolato e labbra come una rosa appena fiorita, le guance di un rosa tenue e uno sguardo che racchiudeva solo emozioni positive, mi sorrise ed io non potei fare altro se non cercare di andarle in contro...

Una secchiata di acqua gelida ed il sogno terminò in un lampo, tornai alla realtà e vidi che tre ragazzini mocciosi erano entrati nella stanza ed uno di loro aveva un secchio in mano vuoto da cui gocciolava ancora dell'acqua "Avrei dovuto chiudere a chiave maledizione!"  digrignai i denti e nel tentativo di acciuffarli loro riuscirono a scappare "Mocciosi teppisti". Perfetto, avevo i vestiti zuppi, il pavimento da asciugare, ragazzini a cui farla pagare e una voglia matta di conoscere il nome della ragazza nel sogno. Mi sembrò surreale, mai avevo fatto un sogno così intenso, per di più mai nessuno mi aveva guardata come quella ragazza aveva fatto con me...

Mi guardai allo specchio e quasi mi imbarazzai: quella ragazza era stupenda, aveva il potere di riaccendere in me una forza che non sapevo di avere, avevo veramente voglia di cambiare, essere migliore...e tutto questo grazie alla ragazza di un semplice sogno. Stavo impazzendo, ma sapevo cosa fare e che strada prendere: da sotto il letto cacciai il mio borsone e iniziai a riempirlo di vestiti, e di tutto l'occorrente che mi sarebbe servito lì al centro. Ero entusiasta di andare e la voglia di farla pagare a quei bambini quasi era scomparsa. Così mi avviai verso lo studio della madre superiora per dirle che ero pronta di partire, ma prima dovetti salutare Neal e spiegarli il motivo del mio allontanamento non sarebbe stato semplice...

To be continued

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