Emma fremeva all'idea di rivedere Regina, beh, anche se si erano appena salutate. Passare del tempo con lei era forse la cosa più gratificante che avesse mai fatto. Perché si, Regina per Emma era l'unica ragione per cui innamorarsi di qualcuno: la voglia di incontrarla, quella leggera ansia che irrompeva ogni volta nel suo stomaco... La giovane bionda sentiva proprio che si stava innamorando di quella donna così perfetta. Sapeva perfettamente che era presto per parlare di tante cose, ma ciò che la faceva sentire talmente bene era sapere di aver incontrato una persona così, amava volersene prendere cura e non le importava poi tanto se la bruna era all'oscuro dell'effetto che le faceva, almeno per il momento.
Certo l'invito della bruna, la scioccò inizialmente, vedere un film da Regina, da sole, non aveva la benchè minima idea di cosa sarebbe potuto accadere. Anche se sotto sotto non le sarebbe dispiaciuto affatto: sapeva che c'era chimica tra lei e Regina, una chimica che non ancora veniva allo scoperto, se non quando si erano baciate quello stesso giorno, nella stanza della bionda. Quando la bruna si avvicinava pericolosamente, Emma non sapeva spiegare che effetto le facesse vedere quelle labbra perfette così vicine alle sue, quel fisico a clessidra, scolpito delicatamente come una struttura in ghiaccio, enfatizzato dai suoi abiti succinti.
Dio, cosa le provocava tutto ciò, ma nonostante tutto lei non si sarebbe approfittata di Regina per una notte, voleva procedere con cautela e non avrebbe perso un attimo per farle capire quanto tenesse a lei.La bionda la stava aspettando all'ingresso, dove si erano lasciate. Qualche secondo prima si era imbattuta nel Dottor Hopper che preoccupato le chiese se ci fossero novità, per poi ricevere una risposta che non lo stupì particolarmente e dopo aver lanciato un occhiolino verso la bionda si congedò augurandole buona fortuna, oltre che la buonanotte. Emma guardava l'orologio incessantemente, come se fosse lei in ritardo. Somigliava molto ad un appuntamento in effetti.
Le lucciole, Emma sei proprio partita tu!
"Lo so, taci! Cosa mi passava per la testa non lo so nemmeno io."
Eh si vede!
"Swan?" Emma sentì la voce di Regina provenire da dentro l'androne della struttura.
"Em-" "Ei, sono fuori" e si affacciò chiamandola.
"Pronta?...Wow ma allora conosci altri indumenti oltre ai completi Gucci!"
"Beh, a quanto pare! Non vivo mica fuori dal mondo Emma!" Disse la bruna ammiccando.
Faceva strano alla ragazza vedere la bruna indossare dei semplici jeans a zampa, anche se rigorosamente abinati a tronchetti scamosciati, e ad una camicetta leggera rosa.
"Tu piuttosto, non sentirai freddo vestita così?" Chiese la bruna osservandola da capo a piedi, soffermandosi sulle braccia scoperte e i suoi tricipiti appena delineati.
"Non serve che ti preoccupi troppo...- disse la giovane pavoneggiandosi, muovendo la lunga chioma bionda e portandosi le mani sui fianchi, esponendo ancor più i suoi muscoli-...io discendo dalla migliore stirpe nordica che ci sia mai stata. Il mio potente padre, Thor, fu..." "Un fumetto della Marvel e un personaggio degli Avengers, eh? Sul serio Swan?" La bruna era sempre più colpita dalla personalità della bionda, le appariva quasi simpatica dopo tutto.
"Sei proprio un'idiota tu" disse Regina sorridendo appena e abbassando la testa.
"Ma ti ho fatto ridere, almeno!" Continuò l'altra " Si ma..." Regina aveva una gran voglia di dirle quanto le piacesse, appunto l'idiota che era e quanto lo trovasse al contempo così attraente, ma ovviamente le sembrava troppo presto per dire certe cose, e poi Emma come avrebbe reagito, se la sarebbe presa?No ok, tra le due è appurato quanto tu sia permalosa cara.
Suggerì la coscienza a Regina
"Beh in effetti..." disse sospirando.
"Come?" chiese Emma ancora sorridente, ma con espressione confusa.
"Oh nulla! Piuttosto..." Si ricompose la bruna
"Si, stavi dicendo qualcosa prima: Ma...?" Chiese la bionda, avvicinandosi un pò. "Ma...Dobbiamo andare se vogliamo vedere le lucciole... oh! E hai una torcia per tornare indietro?"
Emma non se la bevve, sapeva perfettamente che c'era dell'altro nella mente di Regina. Si stava aprendo piano piano e ciò le dava una gioia immensa. Si sentiva un pò come Indiana Jones, davanti uno scrigno da aprire e con enigmi da risolvere. Quindi dopo averle donato uno sguardo furtivo e un sorriso timido, scosse la testa e seguì la bruna che già si era incamminata verso il bosco.
"Si tranquilla, se non l'avessi notato la tengo in mano..." Disse sorridendo. "Ah, scusa, è che ti facevo più imbranata." Rise anche lei, mentre continuava a camminare. "Nah, non ancora mi conosci bene, è tutta questione di tempo." "Probabile. Anche se l'aggettivo imbranata ti si addice bene.""Ascolta, mi dispiace molto per, ehm, quella volta si..." Stavano camminando da una decina di minuti circa ed Emma nonostante capisse in parte le ragioni della donna, di volersi chiudere a riccio ogni qual volta la situazione si faceva complicata o senza un'apparente via di fuga decise lo stesso di affrontare il discorso del "fascicolo caduto". "Come cara? Quale volta, scusa?" Regina sembrava stesse facendo l'ignara, come a non voler ricordare quell'episodio, o forse si era veramente dimenticata dell'accaduto. Tuttavia, "Oh cara, ti riferisci per caso a quel bacio?" A quel punto la salivazione di Emma iniziò a farsi meno, così come il suo colorito sul viso e l'instabilità nelle gambe, tanto da doversi fermare per qualche istante e schiarirsi la voce. "B-beh, quello, Regina..." Inutile dire che più cercava di contenere il caos di emozioni e pensieri che la riempivano e meno ne era capace. "Si cara?". Dall'altra parte era divertente osservare una donna così convinta di sè, maliziosa e con un ghigno quasi malvagio dipinto sul viso. Sapeva l'effetto che faceva agli uomini, non si era mai convinta del contrario, consapevole di essere una donna molto attraente e con un certo fascino, ma che provocasse la stessa reazione anche alle donne, specialmente ad una ragazza come Emma non ne aveva assolutamente idea. Tutto ciò la divertiva, proprio come in quel momento in cui Emma cercava di riprendere fiato, evitando di guardarla negli occhi: era già imbarazzata a sufficenza. "S-si, direi che anche di quello credo che dovremmo parlare" farfugliò grattandosi la nuca. "Tu credi, Emma?" Disse la bruna sfiorando la sua mano, spegnendo la torcia della ragazza e avvicinandosi pericolosamente al suo viso. Le sue labbra così rosse, così morbide, pensò Emma, quegli occhi che più gli osservava e più vedeva farsi sempre più scuri.
Scintillio di malizia, di desiderio incontrollabile, di bramosità. Quella donna serebbe stata la sua rovina, già ne era consapevole. La voleva: la voleva si, ma nessuno le garantiva che per loro ci sarebbe stato un lieto fine come quello delle favole. Erano troppo complicate l'una per l'altra, entrambe con bisogno di appartenere a qualcuno e nessuna delle due abbastanza coraggiosa da scendere in campo e lottare per la felicità che un giorno il destino aveva improvvisamente deciso di toglierle. "Regina io non credo..." Ma forse per Emma iniziava ad essere diverso "Io ti voglio."
To be continued...
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Portami a casa
RomanceEmma è una ragazza con una vita fatta di problemi, Regina la sua cura. Lei affonda nel suo dolore, l'altra ha imparato a conviverci. La prima è in cerca di felicità, la seconda ormai non sa più cosa sia.