Aria : prima parte

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Nella sua stanza Emma continuava a gustare a piccoli sorsi la sua tazza di caffè: quando Regina se ne andò via decise di aggiungere del latte, panna e cannella, così da avere modo di dedicarsi a qualcosa mentre rifletteva sul da farsi. Ragnicchiata sul suo divano, con la tazza bollente tra le mani, guardava con occhi sognanti l'intera stanza: era sicura che prima o poi avrebbe dovuto dare un senso a quel "buco", come lo definiva lei, fortunatamente aveva tutto l'occorrente per sopravvivere, insomma dei viveri con cui sfamarsi. Ma quell'arredamento non la convinceva affatto: carta da parati, un frigorifero giallo ocra, lenzuola verdone, moquette blu mare...

Ma che siamo tornati negli anni 50?!

Pensò la giovane, aveva deciso che finchè fosse rimasta lì avrebbe cercato di dare un senso a quella stanza. Si chiedeva se anche Regina avesse una stanza arredata con lo stesso stile della sua. Poco prima le aveva detto che qualcuno era venuto a farle visita ed Emma, che era sempre stata curiosa sin dall'infanzia, voleva sapere chi fosse questa misteriosa persona, voleva sapere se si trattava di una sua amica, o peggio, di sua madre Cora. D'altra parte pensava che forse sarebbe stato meno invadente evitare di seguire la bruna e lasciarle i suoi spazi, poco prima tuttavia le aveva fatto capire che lei non sarebbe scappata, che ci sarebbe stata comunque, ma questo non implicava invadenza, d'altronde, si chiedeva Emma da chi mai sarebbe potuta andare? Di tornare all'orfanofio non se ne parlava affatto: in quel posto ci sarebbe tornata solo per riprendere quello che restava di lei, suo fratello, e poi si era decisa che avrebbe trovato un lavoretto e si sarebbe sistemata un giorno; certo anche lei era consapevole del fatto che non sarebbe stato per niente facile, ma se non altro fattibile.

Così dopo aver optato di non disturbare Regina decise di rimanere lì sul divanetto della sua stanza, coccolandosi un pò con quella fumeggiante tazza di caffè tra le mani finchè il suo climax non fu pienamente raggiunto, quando il ricordo del bacio con Regina, avvenuto su quello stesso divano le offuscò i pensieri, lasciandole socchiudere gli occhi, addormentandosi, cadde tra le braccia di Morfeo.

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Tic tac tic tac... I tacchi di Regina battevano sul parquet, lungo il corridoio, giù per le scale.

Tic tac tic tac...La sua mano, perfettamente curata, decorata con un semplice anello intarsiato d'oro nell'anulare, che accarezzava il muro.

Tic tac tic tac... Camminava abbastanza velocemente, come se qualcuno le avesse messo fretta, ma quella volta in realtà, com'era successo ben poche volte nella sua vita, non c'era proprio nessuno che le stesse mettendo fretta, anzi, era proprio lei che con un sorriso, stampato sul viso, si stava dirigendo verso i giardini, lì dove avrebbe incontrato sua sorella Zelena, colei che era stata sempre al suo fianco dopo la morte di suo padre, o durante i duri rimproveri di sua madre, o durante il suo catastrofico matrimonio e dopo il divorzio.

Mancava da percorrere gli ultimi metri che le separavano, quando incontrò il dottor Hopper che le rivolse un sorriso, mentre camminava di fianco a lei proseguendo nella sua stessa direzione, "Hey, qualcuno è di buon umore vedo!?-in effetti si stupì anche lui, ma sapeva perfettamente che a che fare con quel sorriso c'entrava Swan- "Eh?..Ehm...c'è mia sorella che mi aspetta in giardino dottore...- disse ricomponendosi e aggiustandosi la giacca, guardando attraverso la vetrata -...come vuole che io stia?" Terminò poi fingendo il suo solito tono acido e fulminandolo con lo sguardo. "Oh beh mi sembravi diversa, tutto qui" Disse lui, sollevando leggermente le spalle, abbozzando un sorrisetto. Regina sperò che il medico si fosse convinto di non aver visto quello che in realtà era visibile ad occhio nudo: che Regina per la prima volta, dopo molti anni, era felice.

Uscita dall'istituto cominciò a guardarsi attorno, non vedeva la chioma rossa di sua sorella, così si affrettò a prendere il cellulare per scriverle, ma nel mentre che lo fece...

"Che combini Gina!" Zelena gli spuntò da dietro le spalle, facendole prendere uno spavento, mentre l'oggetto che aveva in mano urtò il suolo.

"AH!- urlò per un momento Regina, sorpresa- Diamine Zelina, mi hai fatto prendere un colpo!"
"Sorpesa!- disse la più grande delle due, agitando la sua chioma rossa, fluente e riccia- ...pensa, volevo farti una sorpr..."
"...e hai distrutto il mio telefono!!" Urlò infine la più piccola, raccogliendo il suo IPhone da terra, mentre con un espressione preoccupata maneggiava l'oggetto ormai distrutto, con lo schermo completamente crepato. "Ah...Scusa sorellina...non pensavo ti spaventassi così" La rossa cercò di raparare così al danno provocato. "Ah No!? E come credevi che avrei reagito, con una persona che mi sbuca dalle spalle così all'improvviso?" Continuò l'altra sbraitando. "Vabè dai te ne comprerò un altro" rispose infine Zelena, portandosi le mani nelle tasche del suo cappotto verde smeraldo. "No, ci penserò da sola" rispose acida la brunetta portando gli occhi al cielo, ma venne interrotta dalla rossa subito dopo "No Regina, te l'ho rotto io, è giusto che da brava sorella maggiore ci pensi io a comprartene uno nuovo." Disse abbozzando un sorrisetto, e guardando a terra per la leggera mortificazione.

Regina aveva sempre potuto fare affidamento su sua sorella e se anche sapeva che non fosse intenzione sua distruggerle il telefono, sapeva quanto fosse importante per Zelena, rimediare a quel problema. "Mh...va bene" rispose poi, guardandola con un sorriso di sghembo.

"Basta che sia lo stesso modello, l'avevo comprato da poco" aggiunse poco dopo, creando ironia, cercando di eliminare la mortificazione di sua sorella, la quale ricambiò il sorriso, avvicinandosi alla più piccola. "Mi sei mancata sorellina" "Anche tu Zel" dissero abbracciandosi, uno dei loro abbracci, che fin da piccole erano tenute a scambiarsi: quando giocavano o quando una delle due finiva nei guai con la loro madre.

"Allora- riprese poi la rossa staccandosi leggermente dalla bruna- raccontami un pò come te la stai passando!" disse scuotendo le spalle in modo divertito "Zelena...?" Regina la guardò con un sopracciglio sollevato, schernendo ciò che sua sorella aveva appena detto. "Sai che non mi trovo in un residence di lusso a cinque stelle?" disse strappando alla sorella in una risata. "Lo so lo so, ti prendo in giro...ma raccontami un pò se ci sono delle novità" "Va bene, ma solo se mi porti al negozio di elettronica" Insistette la mora. 

"Vamos entonces..." 

"Ma cosa?! Non avevi rinunciato alle lezioni serali di spagnolo?" Chiese Regina sconvolta dalla frase detta dalla rossa "Infatti."

 Ci fu un breve momento di silenzio in cui entrambe si guardarono e scoppiarono a ridere all'unisono, dirigendosi poi verso l'auto della maggiore. "Ma puoi uscire così senza qualche tipo di permesso?" chiese la più grande "Sisi, sono pochi i pazienti che non possono uscire in realtà...coloro che sono affetti da disturbi ben più gravi, qui non viviamo sotto un sistema dittatoriale Zel, sai?" terminò la frase ancora ridendo per il fatto avvenuto poco prima. "E ci credo basti tu come dittatrice!" "Ma come sei simpatica" rispose la più giovane. "Quanto la tarantola che ti ha morsa, cara." Un'altra risata e poi partirono verso il negozio di telefonia. 

Zelena comprendeva pienamente il bisogno di sua sorella di uscire e lei era sempre contenta di aiutarla come meglio credeva, lo stesso non si poteva dire per quanto riguardava il suo portafoglio, ma pur di passare del tempo con sua sorella avrebbe fatto l'impossibile.

Fine prima parte

Scusate ma ho voluto dividere questo capitolo in due sezioni, appena avrò modo di proseguire con la storia aggiornerò, intanto vi lascio questo capitolo. Baci

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