Capitolo Multimediale
Un respiro affannato "Regina cos...cosa stai..." Un gemito di appagamento, un bacio sul collo e lo sguardo perso nel buoi della notte.
"Non ti facevo così chiassosa Swan... dio come mi acciti!..."
E ripresero a baciarsi, nella stanza di Regina. In quel momento Emma pensò che l'unica fortuna di trovarsi in quella struttura fosse la privacy delle stanze seminsonorizzate. Dopotutto c'era da ammettere che avevano fatto molto rumore quando finirono in camera da letto: il povero vaso di orchidee che regnava su un tavolino in vetro, ormai giaceva frantumato a terra, così come la maglietta ormai strappata di Emma e i jeans di Regina.
Le due donne combattevano sul letto: tra loro era così, doveva esserci sempre l'una che dominava sull'altra, una continua competizione...E adesso realizzavano che lo stesso rapporto lo attuavano anche sotto le lenzuola.
Emma si sentiva come se in quel momento il suo stesso corpo non le appartenesse, probabilmente stava avendo un episodio di derealizzazione, le sembrava così senza senso quello che stava accadendo, ma ne aveva bisogno, non capiva cosa fossero quelle sensazioni che la attanagliavano dall'interno, aveva sotto di lei la donna dei suoi sogni, letteralmente. Regina era bellissima era una dea sotto ogni punto di vista, sapeva come farla impazzire, cosa dire al momento giusto e la sua voce...dio! Quando si abbassava di 2 toni! Emma non credeva davvero a quello che le stava succedendo, la voleva fare sua, voleva sentirla godere, voleva sentire il suo nome uscire da quelle labbra così perfette. Diamine se solo provava a pensarci sentiva i fuochi d'artificio nel petto.
Il corpo della donna era schiacciato dal peso della bionda, mani nelle mani sopra la testa di Regina...
"Oh Emma...sei così delicata ragazza - Regina sembrava essere travolta da un ondata di estasi e relax-...Credo che lei non sappia gestire una donna come me..."
Quella parole avevano eccitato ancora di più la giovane, voleva forse giocare? Perfetto, l'avrebbe accontentata.
"Si torna alle formalità? E ditemi come fate ad esserne tanto sicura?" Disse impugnando entrambi i polsi con una mano, tendoli fermi sulla testa della donna, scendendo con il suo viso nell'incavo dell'attuale prigioniera. Le sue labbra troppo vicine all'orecchio dell'altra, la sua voce ferma e quel tono di sfida. Stava giocando."Magari potrei inizare facendovi capire che so essere molto più di una ragazzina "
Disse rammentando alla bruna il somignolo che lei le diede qualche istante dopo essersi conosciute. Non era il vezzeggiativo in sé per sè, benchè il significato intrinseco di quelle parole. Emma si sentiva una donna in quel momento, né una bambina impaurita e nè un'approfittatrice, solo Emma e voleva che Regina imparasse a capirlo prima o poi. "Quindi, cosa ne pensate...- gli occhi piantati in quelli scuri della bruna, vedeva lussuria, stupore, tanto bisogno di appartenenza e dare sfogo a quelle fantasie a cui aveva sempre proibito di offuscarle la mente...-Mia Regina?"
Regina non capiva cosa le stesse accadendo, ma com'era possibile che una ragazza così giovane riusciva ad accendere in lei una passione talmente forte? Ne era consapevole, ma non poteva farsi offuscare troppo da quelle sensazioni. Aveva promesso a se stessa che avrebbe iniziato ad aprirsi con quella ragazza, ma in quel momento, in quel preciso istante, schiacciata sotto il peso di lei, lo stomaco iniziava a bruciarle, mentre l'ansia si impadroniva del suo corpo. Improvvisamente realizzava che non poteva essere tanto debole, d'altronde "L'amore è solo una debolezza", le risuonava nella mente la voce di sua madre, aveva flash del suo matrimonio, un incubo da cui non potersi svegliare...Tuttavia le gambe le formicolavano, la sua anima bruciava dall'ardore, sentiva nelle sue viscere la passione crescere sempre di più ed il suo corpo chiedere inesorabilmente di essere accarezzato, amato, mangiato e dominato. Il cuore a mille, mentre fissava le pupille azzurre della ragazza che la manteneva bloccata da sopra, con le gambe avvolte ai lati delle sue e i capelli biondo grano che le cadevano da un lato. Emma poteva possedere le redini di quell'inferno di vita che Regina doveva sopportare ogni giorno e farne ciò che voleva, perché la bruna iniziava a fidarsi di lei, le avrebbe potuto dare la chiave per entrare in tutti i suoi incubi e Regina sapeva che Emma avrebbe combattuto affinchè delle sue mura interiori ne sarebbe rimasta solo polvere e i suoi mostri sarebbero stati abbattuti, almeno per una volta voleva credere che sarebbe stato tutto più semplice se avesse iniziato a fidarsi di qualcuno. Ne aveva bisogno, ne aveva bisogno con tutta se stessa, non poteva più vivere aggrappata a quei ricordi così atroci di una vita lugubre. Quindi...affondando il suo sguardo in quello dell'altra, marcando l'accento sull'ultima sillaba, alzando un sopracciglio disse "Mhh, tutto qui...Em-ma?"
Pupille dilatate e dopamina alle stelle, condividendo affanni ed il sudore di una guerra che sapevano sarebbe stato possibile vincere.
To be continued...
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Portami a casa
RomanceEmma è una ragazza con una vita fatta di problemi, Regina la sua cura. Lei affonda nel suo dolore, l'altra ha imparato a conviverci. La prima è in cerca di felicità, la seconda ormai non sa più cosa sia.