Il profumo di caffè aleggiava nell'aria, appena fuori il bar, dove le due sorelle avevano deciso di fermarsi per fare uno spuntino. "Il West Bar? Seriamente?" disse Regina guardando l'insegna, scendendo dalla vettura e portandosi la borsa in spalla. "Eh beh sorellina, con quello che guadagno cosa pretendi, sbaglio o dobbiamo passare anche al negozio di telefonia?" Rispose scherzando, la sorella. "Certo, per colpa tua" "ah, se hai le mani di burro non è un mio problema, tesoro" "ah ah ma come siamo simpatiche, forza entriamo, non vedo l'ora di sapere certe cose..."
E detto ciò entrarono nel locale, salutando cortesemente i camerieri dietro al bancone.
L'ambiente era confortevole, piccolo ma carino: richiamava molto lo stile del vecchio West, esplicitato naturalmente dall'insegna all'esterno e dal fatto che fosse interamente rivestito in legno, partendo dalle mura fino al soffitto. Sulla sinistra si trovava un grande bancone al quale erano seduti uomini con i loro figli, distanti l'uno dall'altro, chi beveva una birra e chi mangiava anelli di cipolla, mentre poco più lontano si trovavano dei tavoli, i quali erano ombreggiati da delle tende, molto simili a delle vecchie capanne indigene. Ovviamente la sorella maggiore, la quale dava di matto per i bar a tema, decise di trascinare la minore lì sotto ad uno dei tavoli "indiani" anche se venne presto bloccata dal barista, il quale la richiamò cortesemente.
"Signorine, scusatemi, ma chiedo cortesemente se potreste indossare la mascherina per favore, rispettando il luogo pubblico." E nonostante si fosse posto in modo garbato e gentile, Zelena non riuscì a contenere la sua ostilità. "Oddio, si un minuto!.." disse sbuffando e alzando gli occhi al cielo e venne ripresa dalla bruna. "La scusi, è che questa storia del covid, sa, sta facendo diventare matto chiunque..." disse abbozzando un sorriso e indossando la sua mascherina, categoricamente nera. "Contento adesso?!" Disse Zelena prendendo in giro il povero cameriere, il quale sorrise con gli occhi e le accompagnò al tavolo."Questa storia non si può più sentire onestamente." "Già, io avevo scelto un altro tavolo, perchè per forza qua dobbiamo stare?" "Scema, mi riferivo alla pandemia...Ci sta facendo diventare matti tutto ciò!" Disse la bruna scendendosi appena la mascherina chirurgica quel tanto per prendere una grande boccata d'aria. Si guardava attorno, come se dovesse temere di qualcuno, come è solito fare un truffatore che osserva gli atteggiamenti di chi lo circonda, avendo la sensazione di essere colpevoli di un qualcosa, ma nello stesso momento si teme che qualcuno abbia commesso lo stesso errore. Questa era la sensazione che provava Regina, stando seduta in un semplice bar, con sua sorella, ma probabilmente, non era l'unica che in quella situazione provava quel genere di disagio, desiderando di tornare alla normalità.
"Si, hai ragione, beh da una parte considera anche il fatto che comunque non potresti uscire...- La rossa fece allusioni al fatto che la bruna si trovasse al centro e di conseguenza non avrebbe potuto ambire a grandi cose -...Ecco, non che mi piaccia la cosa..Ma vedi..." "Si ho capito- Disse la bruna alzando gli occhi al soffitto "Grazie dell'incoraggiamento" Continuò sbuffando. In quel momento arrivò lo stesso cameriere che le fece accomodare. "Scusatemi, mi sono dimentacato di dirvi che i menù sono disponibili tramite Qr Code, dovete scansionarli..." "Si, sappiamo come si scannerizza un Qr Code, per chi ci hai prese per due vecchie" "Vogliate scusarmi...signorina." Concluse facendo un cenno cordiale a Regina.
"Zelena, ti calmi, per favore?" "Si ma se mi tratta da vecchia!" "Zel..." La richiamò la sorella, facendole uno sguardo per farle capire a cosa si riferisse. "Va bene, ma prima ordiniamo, poi ti spiego" Va bene, allora, vecchia...- la bruna voleva farla calmare e sapeva come strapparle un sorriso - ...fammi vedere come scannerizzi un menù." E la rossa scoppiò a ridere, porgendole il cellulare appena dopo aver fatto.
"Mh, penso che prenderò un the nero" "Ecco, questi sono gusti da vecchia" disse la maggiore "Io prendo un Martini" "Non criticarmi, ubriacona" "Ma smettila ahahah". Il cameriere prese le loro ordinazioni e portò l'ordine, lasciandole finalmente chiccherare.
"Allora, forza, basta con le stupidaggini e sputa il rospo" la incoraggiò Regina.
"Se vogliamo partire dal principio, ti dico solo che tutto è iniziato da una stupida discussione tra me e Chad" Zelena pronunciando quelle parole tornò seria, assumendo una postura più composta e portandosi le mani incrociate sotto al mento. " Ok, spiegami" Disse tramquillamene Regina. "Parlavamo del fatto di volerci impegnare in una storia a lunga durata sia..." "Momento, un matrimonio?!" Esclamò Regina "Eh si, più o meno, di questo si trattava." "Ma... Non mi sembri tanto entusiasta all'idea Zel" "No, infatti." "Quindi, che succede?" Chiese Regina. "Ecco, c'è che io amo Chad, cioè è dalle superiori che va avanti questa storia e arrivata all'età di quasi venticinque anni...beh sai, mi piacerebbe pensare a lui come al mio futuro marito" "E allora?" "Beh d'altra parte sai non è così semplice come si pensi" Tento di spiegare la rossa, sentendosi male anche solo a immaginare come si sarebbe sentita la mora, dopo pochi istanti, non voleva farla ripensare al passato men che meno a quella persona, che aveva contribuito a rovinarle la vita.
"Zel, continuo a non capire io..." Zelena la guardava in una maniera che non sapeva spiegare se fosse dolcezza o pietà. Le sembrava la solita bambina impaurita di un tempo.
"Regina...mi devi promettere che non farai nulla per opporti però, chiaro?" In quel momento le prese la mano stringendola, come per sancire una promessa.
"Va-va bene" Rispose preoccupata e spiazzata dalla serietà di sua sorella.
"Tesoro, io e Chad vogliamo vivere insieme, avere uno ma anche due figli...- quel sorriso sembrava far brillare il suo volto, ma presto Regina si accorse anche delle lacrime che iniziavano ad accumularsi in quegli occhi smeraldo.-... un cane magari, e una casa tutta nostra, ma il punto è che non possiamo..." "Ma perché?" Regina cercava di scervallarsi per capire meglio tutto ciò. "Perché, c'è una persona che sta minacciando il nostro matrimonio, sta minacciando Chad, lo vuole costringere a fare una cosa, ma sia io che lui ci stiamo apponendo, fin dove possiamo..." Ormai dire che era spaventata equivaleva ad un eufemismo: era terrorizzata, sapeva cosa si provava ad essere in trappola e sia lei che la sorella lo sapevano perfettamente, abituate con la loro madre.
"Ma...ma, la mamma? Non fa nulla per te? Se vuole dei soldi, la mamma potrebbe..." "No Regina, no" Dolcemente Zelena la smise di farla parlare in maniera logorroica.
"PERCHÉ NO? DIO!" Urlò infine, sbattendo le mani sul tavolo in legno e scoppiando a piangere ma continuando a cercare di capire il motivo, il vero e uno motivo del perché lei e sua sorella non riuscivano a trovare un briciolo di equilibrio e serenità. Era frustrata dalla sua vita e da quella di sua sorella: si erano trovate ad affrontare troppe perdite e sofferenze ingiustamente. Da quando il loro padre le aveva lasciate era iniziato tutto.
"Perché c'entra Robin, piccola." E a quel punto anche Zelena si lasciò andare ad un pianto silente.
"Oh"
Finalmente capì, comprese e ricordò.
Robin, oltre ad essere un uomo pieno di insicurezze, celate segretamente un cuor suo sin da bambino, e usare il cosiddetto BDSM come valvola di sfogo su Regina e sicuramente su qualunque altra donna, era un uomo omertoso, e questa omertà, che lo aveva accompagnato a firmare le carte di divorzio, lo condusse poco dopo a far parte della mafia del quartiere di Brooklin e non solo. Aveva agganci con molte persone, lungo la periferia della zona di Manthattan. E dio solo sapeva cosa stava facendo penare al povero Chad, così come a chiunque altro.
Questo ragionamento porto Regina a fare due più due, un semplice calcolo, per dedurre che lui voleva riavere indietro solo una cosa.
"Quindi lui...rivuole me...indietro.." Regina era ormai andata: lo sguardo fisso nel vuoto, il sangue nelle vene quasi gelato e il terrore di sentire il suono della voce di quell'uomo, la paralizzarono lì su quella sedia.
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Portami a casa
RomanceEmma è una ragazza con una vita fatta di problemi, Regina la sua cura. Lei affonda nel suo dolore, l'altra ha imparato a conviverci. La prima è in cerca di felicità, la seconda ormai non sa più cosa sia.