6# Anima antica

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«Prego entra, fa come se fossi a casa tua!» mi disse Reid aprendomi la porta e facendomi da anfitrione. «Suppongo lo sarà per un po'...» risposi accennando un sorriso.
«Spencer ascolta... davvero, starò qui solo lo stretto necessario! Prima riuscirò a buttarmi dietro questa storia, prima toglierò il disturbo. È molto gentile da parte tua ospitarmi!»
Entrai in casa, posizionai il borsone in camera e cercai di ambientarmi il più presto possibile. Mi ero portata giusto lo stretto necessario, non volevo dare l'impressione che me ne stessi approfittando. Vivo totalmente da sola da quando avevo ventidue anni, ed adesso avere un coinquilino mi faceva sentire di nuovo ai tempi dell'accademia.

Mi misi il pigiama e andai a dormire.
«Io vado a riposare, buonanotte Spencer.», «Buonanotte Scarlett!» mi rispose mentre era sul divano a leggere un libro.

Casa di Spencer rispecchiava molto la sua personalità, un giovane dell'anima antica. Appena entravi in casa sulla destra c'era una grande libreria piena di libri con una scrivania color mogano piena di manuali ovunque, una lampada e un PC; mentre sulla sinistra c'era la cucina con una penisola in marmo. Era una cucina open space, infatti poco più avanti c'era il divano in pelle marrone che le dava le spalle. A sinistra della cucina c'era un piccolo corridoio che addentrandosi aveva a destra un bagno super grande con una comodissima vasca, ed a sinistra due camere da letto matrimoniali. Ero contenta che Spencer avesse a disposizione due camere, non mi sarei perdonata mai e poi mai se avesse dovuto dormire sul divano.
Quando entrai in camera notai subito un tocco femminile; probabilmente era la camera in cui riposava la madre quando veniva a trovarlo.
Un'altra passione di Spencer Reid oltre ai libri sembravano essere le foto... non di lui ovviamente! C'erano molte foto di tramonti in autunno, di lui con sua madre e una della squadra prima che arrivassi io.
La foto che più mi stupì vedere appesa sulla sua bacheca fu quella con Jason Gideon. Sapevo avesse lavorato alla BAU, d'altronde ne era il fondatore insieme a Rossi ma non sapevo fosse in così buoni rapporti con lui.
Sicuramente "il ragazzo prodigio" di cui parlava sempre sarà stato Reid.
Conoscevo bene Jason, fu il mio relatore di tesi all'accademia ed in più era stato il mio mentore durante tutto il mio percorso formativo e i miei primi anni nella DEA.
Quando dovetti scegliere che percorso intraprendere al terzo anno di accademica scelsi quello della DEA perché ero sempre stata più brava in azione che analizzando profili.
Devo essere sincera, non avrei mai pensato che in realtà il profiling potesse diventare la mia comfort zone.

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Il giorno dopo mi svegliai presto, andai a correre e mi fermai ad un bar per prendere qualche donuts per colazione. Non erano per me, ma per Spence... io non amo particolarmente tutto ciò che è dolce.
Quando tornai trovai Spencer sveglio, nella sua vestaglia beige a bere un caffè.

«Buongiorno Dr. Reid» dissi con un tono super carico dalla corsetta appena fatta mentre mi toglievo le cuffiette!
«Sei andata a correre?» chiese Spencer.
«Si, e guarda cosa ti ho preso per colazione!» risposi porgendogli la scatola di donuts.
«Potrei abituarmi.» disse stampandosi un sorriso a mille denti sul viso. Fummo interrotti da un messaggio di Penelope con scritto: "In ufficio tra 20 minuti, abbiamo una pista su Marco!". Questa mattina era iniziata bene e con tanta carica, non volevo farmela rovinare da lui, nonostante sembrava avessimo dei riscontri compromettenti.
Ci preparammo e andammo subito a lavoro!

«Sono riuscita a rintracciare il telefono da cui ti ha mandato l'ultimo messaggio. Il messaggio è rimbalzato da una torre qui vicino, ciò vuol dire che non era molto lontano dal quartiere, e se non era molto lontana da qui, sono sicura di riuscire a prenderlo tramite le videocamere di sorveglianza della zona. » disse Penelope super velocemente appena arrivata. «Se possiamo dimostrare che è stato lui, possiamo aprire un'indagine ufficiale. » aggiunse Hotch.

Ero positiva, finalmente potevo voltare pagina.
Stavo vagando con la mente quando fummo richiamati tutti in sala riunioni per un nuovo caso.
«Okay ragazzi abbiamo un caso, ma ho bisogno che qualcuno resti qui a continuare a lavorare sul caso di Scarlett subito dopo l'analisi preliminare!» disse Aaron.
«Queste saranno le divisioni. Rossi e Reid, restate qui a lavorare al caso di Scarlett; Emily, Scarlett, JJ e Derek invece con me a San Diego. Prego Garcia, mostraci i primi dati.»

Fu così che ci suddivise Aaron. In un primo momento pensai di essere più utile qui a Quantico a lavorare su come trovare Marco, poi invece ebbi modo di riflettere e capii che sarei potuta essere d'intralcio perché poco oggettiva.

«San Diego, due corpi ritrovati crocifissi nel deserto. Entrambi uomini. Un corpo non è stato ancora identificato, il secondo invece è Robert Moore, chimico della The right Farm, una casa farmaceutica molto conosciuta in San Diego.» ci spiegò Garcia mostrandoci le foto.
«Crocifissione? Sembra un delitto a sfondo religioso.» disse Emily.
«Qualcuno che è stato dichiarato scomparso nelle ultime due settimane?» chiesi io!
«No, nessuno purtroppo. » Disse Aaron.
«Nonostante Gesù non sia stato crocifisso in un deserto, nel nuovo testamento della Bibbia, il deserto rappresenta la tentazione! Potrebbe essere che il nostro killer stia punendo le vittime per aver ceduto a qualche tentazione!» affermò Reid.
«Se così fosse, sul monte Golgota erano in 3, e la sua opera è incompleta!» dissi virgolettando con le dita la parola opera.
«Per questo dobbiamo agire in fretta! Decolliamo fra 15 minuti!» disse Hotch uscendo dalla sala.

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