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Spencer Reid POV:

«Garcia, lo abbiamo?» dissi a Penelope.
«Si Spencer, sono riuscita a riprenderlo nelle telecamere qui vicino con un pacco in mano, e indovina a quale pacco corrisponde?» rispose.
«Ottimo, cerca tutti i suoi registri, gli hotel dove ha alloggiato, tutto! Io richiedo un mandato di perquisizione!» le dissi chiudendo il telefono.

«Spencer, dove vai? Aspetta...» mi fermó  David mentre entravo in ascensore.
« A chiedere un mandato di Perquisizione... ma... » lo osservai bene, la sua espressione mi stava comunicando che qualcosa non stesse andando per il verso giusto.
«... che succede?» continuai.
« Scarlett...» Mi disse prendendosi una piccola pausa. Lo guardai attentamente aspettando che continuasse la frase. Cosa stava cercando di dirmi???
«È stata sparata a San Diego, presumibilmente da Marco.»
«San Diego? Come faceva a sapere che fosse a San Diego!?» chiesi mentre iniziavo ad agitarmi.
«Di a Garcia di controllare tutti gli alias di Marco che ci ha lasciato Scarlett. Probabilmente l'avrà seguita quando avrà preso l'aereo questa mattina. Io sto andando a San Diego! Vieni?» mi rispose Rossi.

Durante il volo non potevo far a meno di guardare le nuvole, per la prima volta dopo tanto tempo vedevo in volo le cirrocumuli*. Quando ero piccolo adoravo osservarle.

Osservarle mi fece riflettere su quanto fossi una persona abitudinaria e che ero davvero riluttante verso i cambiamenti. Scarlett era stato il primo cambiamento dal ritiro di Gideon che non mi aveva disturbato. Non la conoscevo bene quanto le ragazze del team, ma mi trasmetteva tranquillità.
Cercavo di focalizzarmi su dei bei momenti passati insieme a Scarlett e al team per non lasciarmi travolgere dalle emozioni.
Scarlett aveva ripopolato la squadra di "strani". Non ero più l'unico, pensai sorridendo guardando le nuvole. Era da un lato estremamente estroversa, ma dall'altro estremamente introversa, chiusa, goffa e... finiva sempre le mie frasi.
Suppongo che questo sia l'effetto di un ambiverso su una persona estremamente introversa come me. Ti fanno sentire capito, ma allo stesso modo cercano di spronarti.

Arrivammo in ospedale dopo qualche ora e Scarlett era sotto operazione. Mi avvicinai a Derek che era visibilmente provato e gli chiesi cosa fosse successo. Mi raccontó che il team era fuori commissariato per fare un arresto e che per un messaggio precedentemente arrivatole Hotch aveva deciso di toglierla dalle indagini per esporla il meno possibile. Se ne rese conto il Vice di San Diego mentre usciva in ritardo per raggiungerli per l'arresto dell' S.I del caso. Il proiettile le aveva sfiorato un polmone, rimanendo per fortuna incastrato nella cassa toracica.
Decisi di dare il cambio a Derek per farlo riposare, mentre Rossi, ospitati dal dipartimento di polizia di San Diego erano sulle tracce di Marco.

«Pronto Penelope?» risposi al telefono.
«Come sta? Dimmi che è fuori pericolo. Io non riesco a trovarlo Spencer, proprio non ci riesco.  Ha fatto parte del programma protezione, sa bene come sparire. Io non ci riesco!» disse Garcia tutto d'un colpo agitata.
«La stanno operando adesso! Penelope, Scarlett ha bisogno che ti focalizzi e che lo troviamo. Hai provato a contattare il precedente superiore di Scarlett?» le chiesi.
«Si, è in arrivo qui a Quantico. Ho chiamato anche i Marshall per delle informazioni su di lui quando era nel programma protezione. Mi stanno mandando i file.» mi aggiornò.
«Grazie Penelope, ti aggiorno appena ho notizie.»
Erano passate due ore e Scarlett non era ancora uscita dalla sala operatoria. Questo stare fermo ad aspettare faceva sentire il mío QI di 187 davvero inutile. Mi misi ad analizzare gli effetti personali di Scarlett, sperando di trovare qualcosa, nonostante il disagio di frugare nella vita di un collega era estremo.
Era un lavoro necessario, altrimenti rischiavamo di analizzare il caso senza una delle parti più importanti: la vittimologia.
Nei suoi effetti personali c'erano le sigarette, un accendino, il portafogli,il badge dell'FBI e una collana con un'iniziale: la J. Non sapevo per cose stesse la J, e speravo non fosse importante. Aprii il suo portafogli e a parte soldi, qualche biglietto da visita e qualche scontrino trovai una foto di Scarlett, Marco e altre due persone: un uomo e una donna. Mandai la foto a Garcia, per provare a trovare  con un riconoscimento facciale le altre due persone della foto.

Nel frattempo Scarlett era uscita dalla sala operatoria, ed era in coma indotto. Non sapevamo se e quando si sarebbe svegliata.

«Dottoressa, come é andata l'operazione?» chiesi alla dottoressa Foster quando riportarono Scarlett in camera.
«Lei é un familiare?» mi chiese.
«No, sono un suo collega e l'agente dell'FBI che sta indagando sul caso!» le dissi mostrandole il badge.
«Al momento sembra stabile e l'operazione è andata da manuale. Il proiettile è un calibro 44. Gliela farò avere insieme al resto dei reperti. Appena ho altre informazioni, le farò sapere!»

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Ero a prendere il caffè quando arrivò in ospedale Emily per aggiornarmi sui risvolti e prendere in veste ufficiale il proiettile per far fare l'esame balistico.
«Ci sono riscontri?» chiesi appena la vidi.
«Spencer, è meglio se ci sediamo per parlare.» mi disse Emily con un tono preoccupato.
«Abbiamo trovato i due ragazzi nella foto che hai mandato a Garcia. Kathrine Stuart e Sam Trust. Sono stati uccisi con uno sparo alla tempia. Calibro 44». Continuò.
«Tre vittime... Dobbiamo ufficialmente considerarlo un Serial Killer allora!» Osservai.
«Spencer... Scarlett non si sveglierà per il momento, ed abbiamo bisogno di te nelle indagini! Ci sarà un agente tutto il tempo a sorvegliare. » mi disse tranquillizzandomi.
«Dammi dieci minuti e arrivo!» le risposi.

Mi andai a lavare il viso e igenizzare le mani, presi il mio borsone dalla camera di Scarlett, e andai in commissariato in macchina con Emily.

«Perché avrebbe dovuto ucciderli?» chiesi ad Emily mentre eravamo di ritorno in commissariato.
«Abbiamo due scenari: o ha tolto di mezzo due testimoni importanti, oppure chiedendo rifugio e scoprendo loro quello che è successo, volevano denunciarlo.» disse Emily guidando.
«Chi c'è sul luogo del delitto ad analizzarlo?» chiesi.
«Hotch e Derek!» mi rispose.
«Portami lí!».

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