23# Tutto è politica.

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SCARLETT POV:
Non sapevo se dovessi sentirmi sollevata dalla presenza di Max o il contrario. Da un lato mi sentivo sollevata perché mi sentivo libera dal dover dare una spiegazione a Spencer del mio atteggiamento di questi due ultimi giorni o comunque avevo un'attenuante per non farlo, dall'altro lato, alle porte dei miei ventinove anni sentivo di essere gelosa come una ragazzina di quindici anni. Provai a non pensarci e a focalizzarmi sul lavoro di quella mattina. Avrei dovuto fare personalmente rapporto al capo di dipartimento, Erin Strauss, per ciò che era accaduto. Da protocollo avrebbe dovuto farlo Aaron, ma quella mattina insistetti per farlo io personalmente. Stavo preparando tutti i documenti e i rapporti necessari quando mi si avvicinò Hotch cercando di persuadermi dall'idea di prendermi la responsabilità di quanto accaduto. Cercò di spiegarmi che era lui il capo dell'unità e che qualsiasi decisione di ogni membro del team era sua responsabilità rappresentarla. Non volevo scavalcarlo. Aaron aveva tutto il mio rispetto e la mia stima, ma visti i precedenti con la Strauss volevo farlo io.
Quando rischiammo di non avere abbastanza prove nei confronti di Marco, lei si rivolse a me come se fossi una ragazzina e che le mie parole avessero meno credito. Per non parlare delle mie azioni, per lei erano sopravvalutate e il mio profitto all'interno della BAU era marginale, come se fossi una consulente piuttosto che un'agente. Era per questo che volevo rappresentare le mie azioni. Arrivammo al compromesso che lo avrei accompagnato, e che per ogni conseguenza che riguardava le mie azioni me ne sarei presa carico direttamente io.
Arrivammo davanti la porta dell'ufficio della Strauss e Aaron si accertò che fosse tutto sotto controllo e che stessi bene.
«Scarlett, ricorda: Parlerò io e spiegherò il tutto io. Dimostrati sicura delle tue azioni e delle tue scelte. L'analisi comportamentale non è una scienza certa ed è proprio questo che la rende imprevedibile e allo stesso tempo difficile!» disse.
Gli sorrisi come per annuire.
Entrammo in ufficio. La Strauss era seduta sulla sua poltrona di pelle nera e si alzò solo per stringerci la mano in segno di saluto. Il suo ufficio era piuttosto minimale: mobilia nera e qualche fotografia di famiglia.
«L'invito era per l'agente Hotchner. Mi meraviglia vederla qui signorina Rodriguez!» disse con un tono composto la Strauss.
«Ho pensato fosse consono invitare l'agente Rodriguez per fare debrief sul caso, direttrice Strauss, in quanto le ho delegato personalmente il totale comando sulle direttive della squadra!» rispose Aaron.
«Va benissimo! Allora signorina Rodriguez...»
«Agente Rodriguez!» la corressi.
Non apprezzò per niente la mia correzione in quanto subito dopo non mi chiese delle dinamiche, ma come fosse possibile che due agenti della SWAT fossero morti e uno della BAU, in questo caso Reid, ferito gravemente.
La Strauss al fare questa domanda, spinse Aaron a rivolgermi uno squadro severo ma fiducioso allo stesso tempo.
«Il profilo del Dinamitardo che avevo fatto lo classificava come dinamitardo spinto per ragioni politiche, non personali. Il suo MO, il suo messaggio e il suo obiettivo lo dipingevano come tale. Le ragioni politiche avrebbero dovuto renderlo esente da missioni omicide e/o suicide perché il messaggio sarebbe dovuto essere portato avanti. Ma il profilo era sbagliato. Non c'erano informazioni a sufficienza per far capire che la sua motivazione fosse personale. Quando me ne sono resa conto, il dottor Reid e la squadra della SWAT hanno cercato di allontanarsi, ma era troppo tardi!» risposi, confidente delle mie parole e delle mia azioni.
La Strauss mi guardò e si prese qualche minuto di silenzio. Nel frattempo prese i fascicoli e iniziò a rileggere i rapporti.
«Mi lasci da sola con l'agente Hotchner per favore!» risposte dopo qualche minuto.

Uscii dal suo ufficio salutandola e mi diressi verso la mia scrivania.
Appena arrivata fui accerchiata dagli altri che aspettavano notizie.
«Allora?Come è andata?» disse preoccupata Penelope.
«Non ne ho idea, dopo due parole mi ha chiesto di lasciarla da sola con Hotch!» le risposi.
«Non capisco perché questo caso le importi così tanto...» ribattè Penelope.
«È politica! Un attacco alle banche nazionali che non siamo riusciti a proteggere? È politica!» disse una voce fuori campo che avvicinandosi si rivelò essere Emily.
«È ridicolo pensare di farne politica su cose del genere!» aggiunse contrariato Derek.
Dopo qualche minuto tornó Aaron, e sembrava decisamente infuriato.
«Scarlett, nel mio ufficio!».
Rivolsi uno sguardo di panico e confusione ai miei colleghi e lo seguii nel suo ufficio.
«Hai ammesso un tuo sbaglio davanti alla Strauss!» Iniziò il discorso dimostrando di essere contrariato con quello che avevo detto poco prima alla direttrice.
«Non è per caso questa la verità?» gli chiesi confusa.
«Si, ma lei stava cercando un capro espiatorio. Il linguaggio che utilizziamo è importante. Se ci diamo ammissione di colpa da soli, io quello che posso fare dopo e ben poco!» continuò.
«Cosa vuole? Le mie dimissioni sul tavolo?» gli chiesi.
«So che non siamo abituati a lavorare così, che pensiamo a quante vinte possiamo salvare piuttosto che al messaggio politico che passiamo... e reputo che sia già giusto così, non fraintendermi, ma purtroppo la decisione presa riguarda proprio questo. Sono riuscito a non farti licenziare, ma sei sospesa per due settimane con obbligo di frequentare nuovamente il corso di profiling.» rispose.

«La sospensione la prendo, la capisco. Ma... rifare il corso di profiling? Reputa che non sia brava abbastanza? Che non abbia abbasta conoscenze per poter essere un buon agente?». Ero su di giri e non mi resi conto che stavo urlando.
Aaron continuò a fissarmi senza rispondere una parola alle mie insinuazioni.
Il suo zittire era più che una risposta.
Lasciai pistola e distintivo e uscii dalla porta di fretta. Mentre mettevo le ultime cose nella borsa, Aaron non diede modo e tempo agli altri di chiedere che li richiamò per un nuovo caso.

Ciao ragaaaa! Oggi la mia fantasia non aveva limiti. Ho scritto fino al trentesimo capitolo e sono impaziente di pubblicarli. È per questo che in questi giorni pubblicherò qualche capitolo in più. Spero la storia vi stia piacendo! Lasciate pure un commento e fatemi sapere se vi piace! Aaaaaaa, non vedo l'ora di farveli leggere tutti.

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