31# L'accademia.

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SPENCER REID POV:
Ero in procinto di andar via  tutto d'un tratto mi resi conto che stavo, per l'ennesima volta, perdendo l'occasione di seguire il mio istinto, quindi mi voltai, la raggiunsi di tutta fretta, presi il suo volto tra le mie mani come se fosse la cosa più preziosa di questo mondo e la baciai.
Ero decisamente fuori controllo, e non riuscivo più ad essere totalmente cosciente dei miei gesti. Forse stavo correndo un po' troppo, o forse ero in ritardo di troppo tempo con questo bacio.
Le conseguenze però furono dolci, tenere e passionali. Scarlett non mi diede modo di allontanarmi dalle sue labbra che nel momento in cui il bacio finí, mi abbracciò forte stringendomi le sue braccia al collo e mi baciò di nuovo.
Quel bacio aveva il gusto di un epilogo di sentimenti repressi, di voglie nascoste per tanto tempo. Aveva il retrogusto di qualcosa di normale come il caffè appena svegli o di una doccia calda dopo una giornata stressante.
Credo che saremmo stati volentieri abbracciati tutta la mattina, ma eventualmente dovevamo staccarci per andare a lavoro.
Appoggiai la mia fronte alla sua mentre lei era ancora appesa con le braccia al mio collo e le sussurrai «A tra poco!».
Decisi di non prendere nessun taxi, nessun autobus, ma di camminare fino a casa mia per riflettere un po' sugli avvenimenti degli ultimi giorni. Per la prima volta non riuscivo a programmare la mia giornata perché i miei pensieri si concentravano su Scarlett. Suppongo che si ci sente così quando rifiuti un'idea con te stesso per tanto tempo e alla fine questa emerge lo stesso, non dandoti possibilità di controllo.
Arrivai a casa, mi feci una doccia, aprii l'armadio e rimasi a fissare i miei abiti per minuti, indeciso su cosa dovessi mettere.
Una camicia e un gilet? Troppo nerd.
Una maglioncino? Troppo semplice.
Una camicia e un maglioncino? Perché no, può andare!
Poco dopo, mentre mi abbottonavo gli ultimi bottoni della camicia mi resi conto che stavo scegliendo cosa mettere per andare al lavoro, non per uscire questa sera con Scarlett.
Risi tra me e me.
Presi la mia tracolla, mi guardai allo specchio, mossi i miei capelli con le mani, un po' così... alla rinfusa, e mi diressi verso la sede di lavoro.

L'ascensore si aprì davanti a me, e sapevo che da quel momento in poi, tra e me Scarlett ci sarebbe dovuta essere molta scioltezza per non far capire agli altri qualcosa. Non era facile visto il mio essere imbranato e visto il fatto che non appena entrai in ufficio e la vidi pensai a quanto potesse essere difficile toglierle gli occhi di dosso.
Non praticamente gli occhi di dosso certo, figurativamente.
Quando superai la porta trasparente dell'ufficio, per tranquillizzarmi ed entrare nella parte feci un respiro profondo e prima ancora di dirigermi verso la mia postazione andai a prendermi un caffè.
Si avvicinò a me Derek, e già quando era in procinto di avvicinarsi capii che non mi avrebbe reso la cosa molto facile.
«Ragazzino!» disse Derek.
Gli accennai un sorriso!
«Beh allora?» Chiese indicando con lo sguardo Scarlett e appoggiandosi con fare sicuro alla credenza dove tenevamo la macchinetta del caffè.
«Cosa?» gli risposi fingendomi ignaro di non capire a cosa alludesse.
«Suvvia ragazzino! Ieri ho visto come eravate accoccolati, la manina poi...» disse Derek addolcendo il suo tono e trascinandolo maliziosamente.
«Era semplicemente quello che sembrava, ovvero niente!» risposi sorridendogli, sorseggiando il caffè e dirigendomi verso la mia scrivania.
Avvicinandomi, dovetti passare ovviamente da quella di Scarlett!
«Buongiorno!» le dissi sorridendo.
«Dottor Reid!» rispose ricambiando il sorriso.
Mi misi a sfogliare qualche consulenza di profilo che era stata richiesta al Bureau questa settimana e di tanto in tanto lanciavo un occhiata a cosa stava facendo Scarlett.
Dopo qualche minuto Hotch ci chiamò per raccontarci di un invito avuto per noi agenti della BAU.
«Ragazzi, l'accademia ha richiesto la nostra presenza per tenere un seminario pratico-teorico per gli agenti in formazione dell'FBI. Ho pensato di accettare.
Ognuno di noi terrà una piccola "lezione" ad itinere.
JJ terrà la prima parte, dove si valutano la scelta dei casi e come il profiling incida in questo;
Subito dopo Reid parlerà di vittimologia e geo-profilo;
Rossi e Prentiss si occuperanno invece della formazione di un profilo vero e proprio e di come consegnarlo e illustrarlo alle forze dell'ordine;
Garcia parlerà del ruolo del tecnico-analista;
Questo per quanto riguarda la parte teorica.
Subito dopo, nel pomeriggio invece, io, Derek e Scarlett terremo una simulazione pratica del nostro lavoro di tutti i giorni.
Non avremo un tempo limite, potrebbe richiedere lo stesso tempo di un caso normale, forse anche di più. Ciò vuol dire: preparate le vostre borse da viaggio.»
«Oddio, non sono mai stata invitata per tenere un seminario in un'Accademia dell'FBI! Non vedo l'ora!» disse entusiasta Penelope.
«Decolliamo tra trenta minuti!» ordinò Aaron.

Iniziammo a discutere sul da farsi e sul materiale che avrebbe potuto aiutarci quando Hotch si avvicinò prima a me e poi a Scarlett e ci chiese di andare nel suo ufficio a parlare. Lo fece separatamente quindi non ce ne rendemmo conto fino a quando entrambi non ci trovammo li.
Capimmo subito di cosa voleva parlarci ed entrambi avevamo stampato in viso un'espressione mista tra preoccupazione e colpevolezza, come se fossimo stati scoperti in flagrante.

«Eccomi! Scusate, stavo confermando l'ora del nostro arrivo in accademia! Sedetevi pure!» disse Aaron.
Noi ci sedemmo senza fiatare, come degli scolari quando entra il preside della scuola in classe.
«Vorrei discutere con voi di due cose!» iniziò a introdurre Aaron.
«La prima è che mi è stato chiesto di scegliere due agenti per approfondire due corsi all'accademia. Il primo corso è quello di profiling, per cui ho designato come posizione te Reid, e il secondo invece è quello sulla preparazione fisica, soprattutto per quanto riguarda il poligono. In questo caso, vista la tua esperienza, ho designato te Scarlett!» annunciò Hotch.
«Sono lusingata Aaron! Posso chiedere come si svolgeranno le dinamiche? » chiese Scarlett «E se posso aggiungere, come mai ha pensato a me?» aggiunse.

Osservavo passivamente quello che stava succedendo, probabilmente Scarlett aveva avvertito che c'era qualcosa che non andava prima di me, prima ancora che Aaron spiegasse il perché e le dinamiche.

«Ci sarei arrivato parlando del secondo punto ragazzi! E vi prego, prima ancora di spiegare vi chiedo di provare a comprendere la mia posizione!» disse Aaron.
«Non so cosa ci sia tra voi due e non pretendo spiegazioni, ma purtroppo al di fuori dell'ambito personale, non posso rischiare problemi sul posto di lavoro. Non fraintendetemi, questo lavoro non deve interferire sulla vita privata, ma delle volte... beh... lo sapete da prima che lo avvertissi io, determinate scelte personali tendono a mettere a rischio la professionalità di questo lavoro. I corsi sono in periodi diversi. Prima Spencer starà lontano dalla squadra a tenere lezione in accademia per due mesi, subito dopo Scarlett al finire la parte teorica impartita da Reid, tu subentrerai con altri due mesi di assenza dal team per impartire le lezioni di pratica!» spiegò in maniera autoritaria Aaron.
Io provai a capire, ma si sa... tra i due, è sempre stata Scarlett quella ribelle, colei che si opponeva alle regole di questo lavoro che andavano contro la sua morale e i suoi valori.
«Siamo stati assegnati a queste cattedre perché tra me e Spencer potrebbe esserci qualcosa? Scusami Aaron, ma non vedo perché partire prevenuti su una mancata professionalità che non ha avuto ancora modo di manifestarsi!» rispose Scarlett colorendo il suo tono di voce.
«Non sono contro una vostra conoscenza al di fuori di queste mura Scarlett, ma non posso rischiare l'andamento del team per questo!» disse Aaron mantenendo il controllo.

«Parliamo per ipotesi, e stranamente non per percentuali, nonostante le relazioni sul posto del lavoro sono del 70% con un profitto dell'89%, io e Scarlett dovessimo gestire bene questa situazione, questo pregiudizio non influenzerà il nostro futuro atteggiamento all'interno della squadra?» chiesi.
«Esatto Spencer, prendetela come una prova!» rispose Aaron.
«Per me va bene così! Quando iniziamo?» cercare più informazioni possibili era l'unica scappatoia per non buttare la spugna prima ancora di iniziare.
«Reid, tu inizierai subito non appena finiremo la simulazione di questi giorni. Avrai modo di tornare e fare le valigie, subito dopo partirà Scarlett!» ci informò.

Lo sguardo di Scarlett era demoralizzato e uscendo dall'ufficio di Aaron non fummo capaci di discutere di niente, soltanto uno sguardo di confusione. Speravo davvero di avere in questi giorni almeno una serata per parlarne.

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