21# Responsabilità

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Ritornai con le gelatine verso la stanza di Reid e tutta la squadra era da poco arrivata.
Derek mi sorrise.
Scherzammo un po' e poi mi afferrò il braccio e mi allontanò dalla squadra.
«Come stai?» mi chiese.
«Penso che quello a cui sia andata peggio sia stato Reid!» risposi ironicamente.
«No, intendo.. come stai?» indicando con la testa Spencer e ridendo per la mia risposta precedente.
«Lui sta bene, io sto bene!» risposi accennando un sorriso.
«Questo ti ha dato modo di riflettere?» mi domandò Derek.
«Mi ha fatto dubitare delle mie direttive e mi ha fatto capire quanto Reid sia importante per la squadra!» gli risposi superficialmente. Non volevo prendere il discorso e così mi incamminai verso la stanza di Spencer.
«Suvvia Scarlett! Adesso non fuggire alle tue responsabilità!» mi urlò dietro Derek con le braccia spalancate. Quella frase l'avevano sentita tutti visto che tutta la squadra si era appena girata verso di noi. Mi avvicinai a lui, cercando di mantenere il tono più basso possibile.
«Scusa? Responsabilità? Scusa?» gli chiesi sottovoce invitandolo a rispondere altrettanto.
«Davvero pensi che Spencer non meriti di sapere e almeno capire i tuoi atteggiamenti? O hai intenzione di cambiare nei suoi confronti senza che lui sappia il perché?» insinuò.
«L'ho visto ogni mattina sforzarsi di essere una persona che non è, pur di creare una connessione con te, pur di sentirsi parte di un insieme. E questo l'ha fatto solo perché tu gliene hai dato l'occasione. Per quanto tempo ancora pensi egoisticamente di tenere questo per te?» disse Derek.
«Sai Derek, oggi ho avuto la conferma di quanto una mia sola decisione possa compromettere una persona... cosa dico una persona.. una squadra intera! Reid lo saprà, quando sentirò che sarà il momento adatto! Pensi che per me sia facile trattenere pensieri e azioni? Pensi per me sia stato facile parlargli questa mattina quando è venuto da me a cercare delle sicurezze su un'amicizia che non so più come garantirgli con scioltezza e naturalezza al momento?» iniziai a scaldarmi.
Camminai verso di lui, lo affiancai avvicinandomi alla sua posizione e indicai la squadra : «Non è facile rovinare l'equilibrio e sconvolgere tutto questo!».
Poi mi voltai verso di lui e l'abbracciai.
«Ti ringrazio per essermi amico Derek!".

SPENCER REID POV:
Vedevamo Scarlett e Derek discutere animatamente in fondo al corridoio ma non capivamo il perché.
JJ cercò di ironizzare definendoli una vecchia coppia di sposi. Aveva ragione! Quando discutevano Scarlett e Derek sembravano proprio così.
Dopo qualche minuto di gesticolazioni entrambi tornarono sorridendo, come se non fosse successo niente e dopo ventuno minuti tutti ritornarono a casa a riposare, eccetto Scarlett!
So che si sentiva in colpa per quello che era successo, ma non doveva.
«Torna a casa, me la caverò!» la esortai.
«Preferisco stare qui!» mi ribadì.
Ci fu qualche secondo di silenzio e poi le chiesi: «Riposi insieme a me?».
Non avevo voglia di dormire anche se potevo approfittarne per recuperare qualche ora di sonno persa durante i giorni precedenti per gli incubi. In realtà le ore perse di sonno non sono recuperabili perché tecnicamente le ore successive in cui si dorme sono ore che privi ad altre attività. Questa frase potrebbe essere utilizzata a pieno significato solo se si potesse tornare indietro nel tempo.
Volevo inoltre riposare per esortare Scarlett a farlo perché era sveglia da più di quarantotto ore ormai.
Lei annuì, ma non si mise a dormire su un lettino e non apri nessuna branda, bensì prese una sedia, l'avvicinò al letto, si ci sedette sopra e si fece spazio con la testa sul mio letto appoggiandola vicino al mio bacino. Dopo aver trovato una posizione comoda mi prese la mano e si addormentò. Ne approfittai di quei minuti per pensare ed accarezzarle i capelli. Mi venne così naturale che sembravano due gesti complementari l'uno all'altro.
Nonostante dovevo pensare a riprendermi, l'unica cosa che mi veniva in mente era la scena di stamani quando Scarlett m'afferrò dal gilet e mi avvicinò a se per abbracciarmi e rassicurarmi sugli incubi.
Poi i miei pensieri spaziarono su mia madre. Avrei dovuto chiamarla ed avvisarla che avessi avuto questo incidente. Questo fine settimana sarei dovuto andare da lei, ma palesemente non potrò. Non voglio che si preoccupi al non vedermi arrivare.
Mentre la mia mente vagava, alla fine mi addormentai anche io. Dopo dodici notti finalmente non avevo incubi.

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