Oh, shit.

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A cena non ho mangiato molto, giocavo con il cibo, spostandolo con la forchetta. Forse era per la notizia di dover uscire con Luke. O forse era la stanchezza. O forse la pasta che ha preparato Calum. Almeno, credo fosse pasta...

Comunque sia, ora sono sdraiata sul mio letto. E sto gelando.

Tremo come un chihuahua anche con due coperte, il piumone e le lenzuola. Menomale che abito in Australia, se fossi nata ad Oslo sarei morta di freddo subito.

Quasi non sento il bussare insistente sulla porta di camera mia.

-Avanti- sussurro. Con la forza che ho, non posso urlare come mio solito.

Dato che i colpi alla porta non smettono, prendo la prima cosa che mi capita in mano (credo un astuccio di Alex) e lo tiro contro il legno.

-Come va?- chiede Luke.

-Non avvicinarti,- infilo la testa sotto le coperte -potrei attaccartela-

Il letto si piega: quel coglione duro d'orecchie si è seduto. Emetto un lamento simile a un cane che ringhia.

-Sophie, potevi aspettare ancora un po' per ammalarti.- prende la coperta e mi scopre la testa -Volevo portarti in un bel posto domani sera-

Faccio una smorfia, ho perso un'occasione fantastica.

-Luke, ti prego esci-

-Non voglio- poggia le braccia ai lati del mio corpo, abbassando il busto. Sento il suo respiro caldo sul collo. Potrebbe essere piacevole se non fossi assurdamente malata.

-E io non voglio vederti con la febbre-

Luke punta i suoi occhi color ghiaccio nei miei.

-Hai appena ammesso di tenere alla mia salute- sorride e la fossetta destra, più profonda della sinistra, continua a ricordarmi una banana.

Santa Barbara protettrice dei vigili del fuoco, toglimelo di dosso o mi verrà una crisi ormonale. Più precisamente mi esploderanno le ovaie.

-A quanto pare...-

-Soph, promettimi che starai bene stanotte e che domani mattina sarai guarita-

Sarà difficile, ragazzo.

Annuisco lo stesso, magari esce subito e non rischia di ammalarsi.

-Hai appena ammesso di tenere alla mia salute- sbadiglio. Miss Finezza è qui.

Luke sorride -Certo, vivo nella tua stessa casa, non voglio prendere qualche malattia-

Tsk, troio.

Alzo gli occhi al cielo.

-Vai a dormire-

-Dormi-
Diciamo insieme.

Io arrossisco, lui ridacchia e si spettina i capelli. Le mie ovaie sono in allarme.

Quando esce e chiude la porta, espiro come se avessi trattenuto il fiato per ore.

Cerco di dormire, ma ho la sensazione di stare per morire e non riesco a respirare bene.

Guardo il soffitto bianco, poi la sveglia accanto sl letto, poi la finestra: le stelle brillano e sembrano tanti brillantini bianchi. O sono gialli? Infine ricomincio: soffitto, sveglia e finestra. All'incirca alle tre di notte (o di mattina, come volete) mi addormento.

Dormo sogni agitati, tranne uno: sono nel mio letto e dormo, ma è come se fossi contemporaneamente un osservatore esterno. Ad un certo punto, si apre la porta di camera mia ed entra Luke. Potrei riconoscere il suo ciuffo a miglia di distanza.

It's A Secret || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora