Epilogue.

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Due anni dopo.

Esco di casa in fretta, sono in ritardo di circa dieci minuti, se mi sbrigo, nessuno ci farà caso.
Il freddo è pungente, anche se siamo solo a fine novembre. Mi stringo di più il cappotto addosso e cammino velocemente.
Mi maledico per non essere uscita prima insieme a Luke, saremmo andati al lavoro in macchina.
Guardo a terra, camminando, e non sento quando mi chiamano fin quando non mi sfiorano la spalla per attirare la mia attenzione.
Mi giro e vedo Emily che indica un'auto dall'altra parte della strada.
-Vuoi un passaggio?-
Ora dovrei spiegare una cosa. Emily ed Ashton si sono messi insieme da quasi un anno. Lui non è cambiato di una virgola, ma lei è diventata totalmente un'altra persona. Ora è più solare, dolce e, anche se non siamo molto amiche, non la trovo più tanto antipatica. Ashton l'ha guarita dalla stronzaggine e dall'essere troia come una medicina. Preferirei vederla fuori casa, ma Ashton è così carino con lei e si vede che ci tiene. Perciò mi faccio gli affari miei.
Accetto e la seguo.
-Vai al bar?- pensavo fosse al lavoro.
-Sì, devo parlare con Ash-
Voglio quasi chiederle a proposito di cosa vorrebbe parlare con Irwin, ma resto zitta, potrebbe mandarmi a cagare in otto lingue.
-Non ho visto Luke stamattina-
Mi irrigidisco. Ogni santa volta He pronuncia il suo nome, mi innervosisco, come se volesse ancora provarci con lui. Anche se continuo a ripetermi che lei è innamorata di Ashton, non digerisco questa cosa.
-È dovuto correre al bar più presto del solito. Non so il perché-
A dire il vero, ho un'idea: ieri sera era agitatissimo, girava per casa come una casalinga disperata, voleva che tutto fosse perfetto. Sembrava fosse su di giri per qualcosa, poi si incazzava per la minima cosa. Ad esempio, Calum aveva lasciato la tazza nel lavandino e Luke ha subito sbraitato qualcosa sulla responsabilità, che Calum non riusciva a pulirsi da solo una tazza, eccetera. Allora gli ho detto di calmarsi, ma non mi ha ascoltato. Per le tre ore successive non lo abbiamo visto, dato che era uscito di casa sbattendo la porta, tanto che i muri hanno tremato.
La sera ero sul letto a leggere, quando Luke è tornato e si è sdraiato accanto a me. Diceva di non sapere cosa gli fosse successo, forse era solo stanco.
Comunque, ho sorvolato sul suo comportamento e l'ho perdonato.
Stamattina mi ha svegliato, dicendo che, dopo il lavoro, mi avrebbe portata da qualche parte. Non mi ha spiegato dove. Così è uscito per preparare l'appuntamento.
O almeno credo sia un appuntamento.
Finalmente arriviamo al bar. Ringrazio Emily ed entro di corsa. Accettando il passaggio, ho recuperato qualche minuto.
Noto subito un paio di clienti non abituali, ma sono di fretta, quindi vado a cambiarmi e non ci do troppo peso.
Noto Luke venirmi incontro sorridente.
-Stasera usciamo- annuncia.
-Ah sì?-
Lascia un leggero bacio sulle mie labbra, prima di rispondere -Sì, in pizzeria-
Avevo proprio voglia di pizza. E di Luke.
È da tanto che non usciamo insieme, solo noi due.

Il tempo sembra prendermi in giro. Passa lentissimo, non riesco a non guardare l'ora. Vorrei che si sbrigasse, vorrei che fossero già le sette e che il mio turno finisca, così da uscire e andare a cena con Hemmings. Mi appoggio al bancone, mordendomi nervosamente il labbro.
Vedo Ashton ed Emily ridere, mentre lui lava delle tazze e lei lo guarda incantata. Non posso non sorridere.
Alla fine del lavoro, sono su di giri e sorrido fino a sentire male alle guance.
Mi incammino con Luke verso la sua macchina.
-Ti va bene mangiare una pizza, vero?-
Veramente sono io che dovrei chiedergli se gli va davvero di mangiarne una, dopo ciò che è successo l'ultima volta che siamo andati in pizzeria.
-Certo- ridacchio.
Sembra nervoso, picchietta le dita sul volante, concentrato su chissà quali pensieri.
-Luke, calmati-
Solleva un angolo della bocca in una specie di sorriso, con la sua mano sfiora la mia.
Arrossisco ancora, quando lo fa, anche dopo due anni.
Il ristorante è in mezzo alla città, non lo trovo di lusso, ma neanche un ristorantino qualunque. Ha qualcosa di speciale, è accogliente. Come quando sei a casa col camino acceso in inverno.
Familiare. Ma non nel senso che l'ho già visto, o ci sono già stata, intendo dire che mi trasmette un senso di tranquillità.
Al secondo piano, una vetrata fa da parete, in modo da vedere sotto: le vie piene di gente e il fiume che passa poco lontano.
Il nostro tavolo non è molto lontano da essa, così la vista non è male.
Anche se la vista migliore è davanti a me. Perché, diciamocelo, Luke è davvero magnifico.
-Mi piace davvero tanto qui- affermo.
-Sì? Menomale- sospira Luke, sollevato. Comincia a giocare con il bicchiere, muove il dito sul bordo, producendo un suono melodico che varia da forte a più lieve. Segue sempre lo stesso ritmo, sembra sovrappensiero.
-Luke? Tutto a posto?-
L

It's A Secret || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora