Estrelar sbuffò dalle narici, abbastanza affaticato e stanco, mentre le sue zampe indolenzite facevano presa a malapena e lo spingevano doloranti su di una ripida scalinata di pietra.
Sulla cima della montagna stava iniziando a fare freddo, e una tenue foschia avvolgeva le scale scolpite direttamente nella roccia sulle quali stava camminando. Diverse volte, distratto dai suoi pensieri, aveva rischiato di cascare a capofitto giù per un precipizio.
Il Monte che Sfiora le Stelle era incredibilmente impervio, anche per lui che era ben abituato alle scalinate del Palazzo Reale. Da quanto tempo stavano camminando? Decise di voltarsi verso destra per saperlo.
Il sole sedeva sulla coltre di nuvole sotto di loro, tingendole di arancione mentre le sfiorava col suo tocco. Era relativamente basso sull'orizzonte, segno che era già quasi il tramonto.
Il Pyroar sospirò, alzando lo sguardo verso le vetta appena visibile. Era in viaggio da due giorni pieni; e pensare che la traversata in barca per arrivare all'isola la considerava la parte peggiore del viaggio.
Quella parte dell'Arcipelago Miravento, distaccata dall'altro principale gruppo di isole, ospitava il tempio dedicato a un certo qualcuno. Un certo qualcuno di molto importante, anche più di Estrelar stesso, che viveva assieme ai suoi discepoli sulla cima di quella montagna da strapazzo.
L'Imperatore Bianco si voltò verso il basso, controllando che coloro che avevano il compito di seguirlo fossero, effettivamente, ancora lì.
Sospirò sollevato nel vedere che una forte luce arancione rivelava la posizione del corteo che si era portato appresso. Bene. Le offerte votive parevano essergli ancora dietro.
Magari facendo un po' il lecchino e offrendogli tutta quella luce avrebbe potuto convincere il Nume a unirsi alla guerra dalla parte della Regione Bianca.
Che sapesse anche Rhith ci aveva provato, ma senza successo. Ecco perché Estrelar aveva pensato bene di portarsi dietro qualche torcia da offrire al Leggendario.
Ora che ci penso dire "qualche" sarebbe un po' un eufemismo. In verità gli uomini che lo seguivano erano trecentocinquanta, ciascuno portando nella mano o tra le fauci una fiaccola di fuoco bruciante. Ecco perché gran parte di loro era di tipo Fuoco, Acqua e Roccia.
Estrelar tornò a camminare, sperando che quel viaggio desse i suoi frutti. Stavano scalando la montagna da ormai diverse ore, ed era chiaro che il morale fosse rimasto al suolo sul livello del mare.
Erano tutti stanchi, Imperatore compreso. Il minimo che Lo Splendente poteva fare era, in caso avesse rifiutato l'offerta del Pyroar, almeno offrire a tutti loro uno spuntino prima di ripartire. Anche se nutrire trecentocinquanta Pokémon era complicato.
"Mio Imperatore!"
Il Pokémon Reale si voltò verso gli scalini dietro di sé sentendosi chiamare, fermandosi e approfittando della situazione per riprendere fiato. Dalla foschia ecco emergere la massiccia figura di un Nidoking, che senza troppa fatica saliva gli scalini a due a due.
Quel tizio era un Capitano che aveva insistito per venire assieme ad Estrelar in cima alla montagna, e in effetti era lui che aveva fatto arrivare tutti e trecentocinquanta fin lì. Nel senso che ne aveva presi a manciate tra i più stanchi e li aveva portati fin lassù sulle spalle.
Le sue braccia erano di un viola-nerigno più scuro del solito e aveva una sorta di banda nera sulla pelle attorno agli occhi e sul naso, che era decorato da un anello dorato passante per entrambe le narici. L'Imperatore Bianco pensava che, assieme con l'aspetto insolito delle strisce sulla sua faccia, quel piercing gli donasse un aspetto un po' tamarro.
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Pokémon || Stendardo Rosso
Fanfiction[FF POKÉMON] ||| In un mondo ormai dimenticato, la pace ha sempre scandito l'andare della vita. Una sanguinosa guerra imperversa da anni in questo mondo, sconvolgendone l'equilibrio. Una visione di molto tempo fa ha rivelato che una stirpe di potent...