Capitolo 16 - Healing in Body and Spirit

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"Ow, ow ow ow..."

Shade dovette stringere gli occhi e fare una smorfia quando una Aromatisse gli tamponò sulla fronte un pezzo di cotone pieno di disinfettante, facendo bruciare il taglio profondo che gli era stato inferto lì.

"Lo so che fa male, zuccherino." mormorò la tipo Folletto, sfregando piano la ferita per pulirla. "Ma è pieno di polvere e rischia di infettarsi."

L'Umbreon avvolse la coda attorno alle zampe, rimanendosene lì seduto mentre lei disinfettava il taglio. In quel momento, a palazzo, c'era un gran fermento. Era fortunato a essere nel centro medico e non nel mezzo del chiacchiericcio furioso e spaventato dei Numi e dell'Imperatore.

In quel momento si trovavano in una stanza molto grande dal soffitto basso, disseminata di stuoie, brande e morbidi seggi di cuscini. Si sviluppava più in lunghezza che in larghezza, e su uno dei lati più lunghi presentava una sfilza di paravento aperti che davano su una balconata che correva attorno al ramo dell'edificio in cui si trovavano.

La brezza tiepida dell'estate entrava gentilmente dalle aperture, accarezzando gli acciacchi e le ferite dei ricoverati presenti al momento.

Certo, Shade si stava lamentando per una ferita molto dolorosa, ma in quella stanza sicuramente c'era chi stava peggio e non tirava comunque un fiato.

Oltre a qualche guardia malridotta appisolata sulle brande, erano presenti molte facce familiari.

Wystan era seduto poco lontano da lì su un mucchietto di cuscini, con entrambe le braccia steccate fittamente fasciate da delle garze e tenute premute contro il suo petto da altre bende. Sollevò un piede e con le dita si grattò un gomito, palesemente innervosito da quelle ingombrantissime medicazioni.

L'Infernape se la era vista brutta, ma Shade non lo aveva sentito tirare un fiato per lamentarsi. Nessuno, in verità, aveva quasi più parlato dal momento in cui erano venuti a prendere Shade e Athos per portarli indietro.

Ozaner, nonostante fosse stato quasi ucciso da un colpo di spada tra le scapole, in quel momento era vivissimo e cosciente. Aveva le spalle e il petto fasciati a sua volta ed era sdraiato su una stuoia a lato della stanza, vicino a uno dei paravento aperti.

Nemmeno lui pareva essere particolarmente contento, anzi. Emetteva una sorta di aura minacciosa e terrificante, e spesso mormorava parole sottovoce che Shade però non riusciva a sentire.

Molto probabilmente doveva sentirsi frustrato e incredibilmente arrabbiato. Come biasimarlo? Aveva pure perso un pezzo di orecchio. Chiunque si sarebbe infuriato nel sapere di essere stato messo al tappeto in così poco tempo.

Accanto a un Pangoro con il naso totalmente sfracellato, Athos stava venendo ribaltato come un calzino da una Blissey, che era evidentemente scioccata dal fatto che il Mightyena non avesse riportato ferite o lesioni in quella battaglia terribile.

Gli aprì le ganasce con un colpo secco e gli tirò fuori la lingua, la esaminò e poi passò alle zampe anteriori. Le stese e le piegò per la ventesima volta in dieci minuti in cerca di fratture o simili, e non trovandone ricominciò il check-up totalmente da capo.

Il Pokémon Morso però non pareva esserne spazientito, e lasciava che l'esperta infermiera facesse il suo dovere.

Dall'aria che aveva, però, si vedeva quanto fosse sconsolato e impaurito da quel che avevano tutti appena vissuto. Shade aveva avuto voglia di piangere quando la Weavile del Concilio, Rael, e Sayf erano venuti a recuperarli dicendo loro che l'assassino era scappato.

A proposito di Sayf, Shade non poté voltarsi a guardarlo poiché la Aromatisse non aveva ancora terminato il suo lavoro di pulizia, ma il Generale era steso proprio alle spalle dell'Umbreon.

Pokémon || Stendardo RossoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora