Capitolo 7 - What Marks the Line Between Good and Bad

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Quando Azza era stato convocato al cospetto dell'Imperatore per "una questione di massima importanza", onestamente non si era immaginato niente di che. Il sovrano usava spessissimo aggettivi come "di massima importanza" per definire le cose più futili che però richiedevano anche l'attenzione dei suoi due consiglieri.

Certo, per un anziano che camminava bene solo con un bastone percorrere un intero palazzo a piedi non era la migliore delle idee, ma era il suo dovere. Quando l'Imperatore aveva un dubbio, lui doveva colmarlo.

Sospirò a lungo, abbassando lo sguardo sulle lustre piastrelle della sala che al momento stava attraversando, riuscendo a vedere per un istante il suo riflesso.

Un lungo muso volpino e scuro, imbiancato dall'età, coronato da una lunga e curata criniera bordeaux con screziature di bianco e di nero. I suoi occhi verdi, insoliti per uno della sua specie, erano circondati da motivi rossi che facevano sembrare il suo viso una maschera.

Si portò una mano al volto e si tirò leggermente una guancia. Nonostante il riflesso fosse inaccurato e molto lieve, riusciva comunque a vedere che stava invecchiando anche abbastanza male. Profonde rughe gli passavano sotto agli occhi e accanto alla bocca, accentuando il fatto che ormai si stava avvicinando all'essere considerato un vecchietto decrepito.

Lo Zoroark trasalì nel vedere una macchia nera indefinita accostarsi al suo proprio riflesso, e neanche quando alzò lo sguardo fu sicuro di cosa si fosse avvicinato a lui.

Fu solo quando incontrò con lo sguardo un paio di familiari occhi azzurro ghiaccio che si rilassò, ricominciando a respirare.

"Zoàr... mi hai spaventato."

L'altro si limitò a inclinare leggermente la testa nero pece da un lato, battendo le ciglia.

"Pensavo mi aveste sentito, signore. Scusatemi."

"Stai tranquillo, non è successo niente." disse Azza, agitando una mano per aria mentre ricominciava a camminare tranquillamente, con il rumore ritmico del bastone che toccava terra ad accompagnarlo.

Zoàr portò le mani dietro la schiena, iniziando tranquillamente a camminare al fianco del consigliere senza distogliere lo sguardo da davanti a sé.

Azza si mise a osservarlo per qualche istante. Non finiva mai di restare meravigliato da ciò che il melanismo potesse fare a un Pokémon che, solitamente, era munito di colori sgargianti e bellissimi.

A prima occhiata non si vedeva chiaramente, ma Zoàr era un Blaziken. Totalmente nero, per giunta. Le sue piume avevano leggerissimi riflessi verdi e blu, probabilmente dati dall'ambiente circostante, e solo i suoi occhi azzurri spiccavano come due mezzelune da quel lembo di notte senza stelle che era il suo corpo.

A distinguerlo da altri membri della sua specie, inoltre, vi era il fatto che le lunghe piume sul retro della sua testa erano state tagliate. Quelle che aveva in quel momento erano spettinate e piuttosto corte.

"Grazie per essere venuto assieme a me. Temevo che mi sarei annoiato a morte." disse Azza verso il più giovane, facendo un sorriso di gratitudine. "Penso che l'Imperatore ti affiderà un altro incarico."

Chissà come doveva essere la vita del mercenario per il Blaziken. Certo, doveva essere fantastico guadagnare così tanti soldi, ma uccidere gratuitamente sicuramente gli lasciava rimorsi. O probabilmente no. Azza non gli aveva mai fatto quella domanda.

"Può darsi che mi mandi a uccidere un altro generale." si limitò a replicare il Pokémon Vampe, fermandosi poi verso la fine della sala per aprire una porta al più anziano Zoroark per permettergli di passare facilmente. "Dopo di voi."

Pokémon || Stendardo RossoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora