Capitolo 17 - You See the Truth, yet You Hide It

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Alitheia si sentiva oppressa, come se un gigantesco macigno le fosse stato messo sulle spalle e la stesse progressivamente schiacciando.

Si guardò attorno, ma in quell'ambiente non pareva esserci nulla. Era una distesa infinita e buia di niente, con solo un bassissimo livello di acqua grigiastra sul terreno a bagnarle le zampe e a ricordarle che doveva sbrigarsi.

Sembrava che solo la zona attorno a sé fosse illuminata da una luce fredda e fioca, e a ogni passo che faceva il paesaggio non pareva cambiare. Appunto, una distesa di nulla assoluto.

Tese le orecchie, ruotandole in ogni direzione alla ricerca del minimo suono.

Umh... umh... Alitheia, non ci sei neanche vicina...

La voce di Morfeus riecheggiò tutto intorno, rimbombando in ogni direzione ma al contempo in nessuna. Alitheia strinse i denti, arricciando il naso e facendo un giro su sé stessa per provare a intravedere il suo Maestro, senza però riuscirci.

"Mi sto concentrando! Silenzio!" sbottò, e dall'altra parte non giunse una risposta.

Finalmente. Un minimo di tranquillità.

Quello che stava cercando che cos'era? Era complicato concentrarsi in quel posto, specialmente per il fatto che era tutta una proiezione dei pensieri di Morfeus e che lui la stava confondendo di proposito.

Era lì per imparare, e così avrebbe fatto.

Doveva trovare il centro della mente del Maestro, e anche in fretta. Quell'allenamento era particolarmente duro e fastidioso, ma decisamente necessario se lei voleva diventare una Lettrice della Verità a tutti gli effetti.

Doveva trovare il nucleo della mente di Morfeus e leggere quello che vi era dentro. Sembrava un'impresa facile. Con il suo precedente Maestro, anni prima, Alitheia era stata in grado di farlo con successo. Ma con Morfeus era sempre la stessa solfa: lei sbirciava nella sua mente e lui la chiudeva, rendendole il lavoro difficilissimo.

Con le persone normali identificare quale fosse il nucleo di una mente era spesso facile. Le menti erano sempre distese vaste di un ambiente qualsiasi, spesso un luogo familiare o creato dalla fantasia del proprietario, con al centro un oggetto o qualsiasi altra cosa a farvi da nucleo, da perno, da colonna portante.

Solitamente le menti delle persone normali erano strutturate a seconda della loro personalità e quello che contenevano. La mente preferita di Alitheia da visitare, sicuramente, era quella di Avion.

Una distesa di sabbia profumata di salsedine e nella quale perennemente si sentiva lo schiumare lontano delle onde del mare che scivolavano sulla spiaggia poco lontano. I suoi pensieri erano come degli specchi, e spesso non capiva cosa gli passasse per la testa. Una mente quieta per una persona quieta.

Quella di Morfeus, invece, era vuota, incolore, inodore e silenziosa. Sempre, tranne quando il Pokémon Dormiveglia decideva di mostrarle semplici pensieri come esercizio.

Era normale, però. Avrebbe dovuto anche lei sviluppare una mente simile per impedire ad altri Lettori della Verità di frugarci dentro. Più la mente era chiusa, più al sicuro si era in combattimento.

I pensieri di Morfeus erano perfetti. Indecifrabili, freschi e calmi, non lasciavano trasparire emozioni e desideri come quelli delle persone comuni. Alitheia li aveva sempre considerati come qualcosa da cui prendere esempio. Adesso che era lì dentro e a contatto con loro, però, le sembravano solo fastidiosi e la innervosivano molto.

Drizzò le orecchie non appena, finalmente, sentì un suono lontano riecheggiare tutto attorno. Era il delicato ticchettio di una goccia d'acqua che colpiva il terreno. Ci fu un lungo istante di silenzio, ma abbassando lo sguardo poté vedere una sottile increspatura attraversare lo strato liquido che ricopriva il pavimento.

Pokémon || Stendardo RossoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora