Capitolo 28 - A Mother's Love, Second Only to Her Hatred

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"Muoviti, Andreas. Gioca le carte, vecchio bacucco, aspettiamo tutti te."

"Dammi un istante, mannaggia, sto pensando!"

Marina sollevò le carte che teneva tra le zampe anteriori, osservando l'anziano Haxorus con una zanna sola seduto davanti a lei fissare intensamente le proprie tre.

Il fatto che fosse stato malamente spronato da Woolter non pareva mettergli fretta in alcun modo, anche se si vedeva chiaramente quanto fosse sotto pressione.

"Questa partita non finirà mai." commentò Bill il Bibarel, dall'altra parte del tavolo, sospirando mentre si sporgeva leggermente verso destra per guardare le carte in mano ad Andreas. L'Haxorus se ne accorse e si tirò indietro, stringendole al petto.

"Se a ogni turno quel vecchio lucertolone ci impiega quindici minuti a decidere è ovvio!" esclamò Woolter, battendo uno zoccolo sul tavolino della veranda e facendo sobbalzare le carte sul tavolo.

"Per questo gioco ci vuole sia fortuna sia abilità!" quasi gridò il Mascellascia, sbattendo sul tavolo la prima carta che gli capitò di pescare, spazientito. Un Tre di Reshiram. Dato che il numero non combaciava con nessuna delle carte presenti sul tavolo, non poté prenderne. "Ecco, ora mi hai fatto scegliere di fretta. Maledetto."

"Huhu. Tocca a me." sghignazzò Woolter, abbassandosi accanto a Iris per guardare le carte che la piccola Electrike aveva tra le zampette. Dato che il Dubwool non poteva tenerle con gli zoccoli, aveva chiesto alla piccolina di tenerle per lui mentre giocavano.

Intanto che loro due parlottavano sottovoce per la mossa successiva, Marina alzò lo sguardo oltre il porticato sotto cui stavano giocando, verso il giardino di casa sua ricoperto dalla ghiaia bianca. Gli abeti e i pini che costeggiavano la discesa verso il villaggio incorniciavano le montagne della catena, già innevate sulle punte. L'estate stava già ormai volgendo al termine.

Quelle settimane senza Shade erano state incredibilmente vuote, nonostante la presenza notevole di quella peste di Iris. La mancanza di suo nipote la sentiva eccome, e non passava giorno senza che lei pensasse a come stesse. Non le aveva ancora inviato una lettera, ma era sicura che lo avrebbe fatto presto.

Aveva invitato i suoi tre amici per non sentirsi più sola, anche se ogni tanto i pensieri le tornavano alla mente come in quel momento.

La Leafeon fu distratta da essi, però, quando Woolter si tirò su di scatto dal proprio cuscino.

"BHEHEH! PENSATE DI AVER VINTO, VECCHIE CARCASSE?!" gridò il muflone, facendo cenno a Iris di giocare la carta per cui si erano accordati. "Mi raccomando piccoletta, giocala nella maniera più scenica possibile, questa è una vittoria."

Iris sollevò con una delle tozze zampette una carta da quelle che aveva, elevandola in cielo prima di mostrarla agli altri.

"Noi giochiamo... la Lancia di Necrozma!"

Andreas parve impallidire, e Bill strinse a sé il proprio mazzo di carte guadagnate con sudore e fatica durante quel gioco.

"Non ci provate!"

"Oh, sì che ci proviamo!" ghignò Woolter. "E decidiamo di rubare il tuo mazzo, Bill!"

"Ahia, questa fa male." commentò Andreas, mentre Iris si sporgeva sul basso tavolo sprovvisto di sedie per prendere il bottino guadagnato dalla carta.

Bill appoggiò i gomiti sul tavolo, unendo le mani in una supplica verso il cagnolino elettrico.

"Iris! Iris, ti prego, tu mi vuoi bene, vero?" implorò, guardando la piccolina dritta negli occhi. "Non mi porteresti mai via il mazzo, vero? Prendi quello di Andreas invece!"

Pokémon || Stendardo RossoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora