7.

415 15 9
                                    

Juliet

Ero in corridoio quando la campanella suonò facendo entrare nell'edificio una flotta di ragazzi.

Mi avvicinai velocemente al mio armadietto e presi i libri che mi servivano, osservandomi attorno e pronta a scappare.
Quando lo chiusi il mio cuore perse cinque o sei battiti.

<<J: Dylan cazzo! Mi hai fatta morire.->>, urlai e rise, <<-Cosa vuoi?>>, continuai.

<<D: la vera domanda è: cosa vuoi tu da me?>>, propose appoggiandosi al muro.

<<J: che intendi?>>, chiesi confusa.

<<D: sbaglio o sei stata tu a mettere like a un mio post?>>, mi ricordò e deglutii rumorosamente.

<<J: magari è un errore>>, cercai di inventarmi una qualsiasi scusa.

<<D: per caso esiste un'altra Juliet Jones a Riverdale?>>, ironizzò.

<<J: può anche essere>>, feci spallucce reggendogli il gioco.

<<D: anche se fosse, ma so che non è così, lei non mi conosce, tu sei l'unica con cui ho parlato. Quindi rimarresti fregata comunque>>, sbuffai alzando gli occhi al cielo.

<<J: perché devi essere sempre così insopportabile?>>, incrociai le braccia sotto al seno.

<<D: cos'ho fatto di male?>>.

Una voce stridula alle mie spalle mi costrinse a girarmi.

<<R: tranquillo Dylan, qualsiasi cosa sia successa tu non hai colpe, non possiamo farci niente se mia cugina ha un carattere di merda e s'incazza per tutto>>, si immischiò una terza voce.

<<J: tesoro, mi dispiace, ma questa è la tua descrizione, solo che aggiungerei anche altro, ma non voglio essere volgare al momento. Che ne dici?>>, sorrisi fintamente.

<<R: dico che è meglio che ti stai zitta>>, si avvicinò minacciosamente.

<<J: altrimenti?>>, feci lo stesso.

<<D: altrimenti nulla>>, si mise tra di noi il moro, cercando di farci calmare. Il ragazzo, però, ottenne solo occhiatacce da parte mia e una squadrata dalla rossa.

<<R: O'brien sei già impegnato per il ballo?>>.

<<D: e-ehm, direi di no...>>, rispose un po' titubante.

<<R: ottimo, allora passa a prendermi alle 20:00, ti invio l'indirizzo via sms>>, gli fece l'occhiolino e spalancai la bocca.

<<D: ma non ho il tuo numero>>.

Così Rose prese un bigliettino e glielo mise nella tasca anteriore dei pantaloni, facendolo irrigidire.

<<R: ora sì>>, sorrise lasciandogli un bacio sulla guancia e finalmente si allontanò.

<<D: Juliet i->>, provò a dire, ma non avevo voglia di ascoltarlo, così feci un gesto con la mano per zittirlo e me ne andai in classe.

Ero infastidita perché lui sapeva quanto io non la sopportassi, quindi perché organizzare tutto questo teatrino davanti a me?

L'aula si riempì in pochi minuti e il professore di fisica fece il suo ingresso.
Il professor Abrams era simpatico, il vero problema era la materia che insegnava, non l'avevo mai capita. I miei mi avevano pagato anche un professore privato in passato, ma non era servito a molto.

Restituì a ognuno di noi il test svolto il giorno precedente e come pensavo presi un'insufficienza, menomale che non l'avrebbe valutato.

L'ora passò piuttosto velocemente e quando suonò la campanella quasi tutti uscirono.

Poco prima che potessi andare via, però, l'uomo mi richiamò.

<<P(rofessore): signorina Jones, venga un attimo quadrilatero.->>, così con lo zaino in spalla mi avvicinai alla cattedra, <<-Dalla correzione del compito ho potuto constatare che non è migliorata>>, osservò il pezzo di carta, per poi riporre la sua concentrazione su di me.

<<J: vero, ma le giuro che ho passato l'estate a esercitarmi>>, gli assicurai. Inoltre era la verità.

<<P: tranquilla, ti credo, ma hai comunque bisogno di aiuto. È vero che siamo a inizio anno, ma hai molte lacune e vorrei che la situazione si riprendesse subito, quindi ho chiesto a un ragazzo di farti da tutor>>, mi annunciò prendendomi alla sprovvista.

<<J: oh, e chi sarebbe?>>, chiesi e il prof puntò lo sguardo dietro di me.

<<P: O'brien, venga pure>>.

Non ci potevo credere.

Chiusi per qualche secondo gli occhi e feci un bel respiro.
Il moro si posizionò accanto a me.

<<D: eccomi>>.

Abrams mi guardò di nuovo.

<<P: ho scelto Dylan perché ha preso il voto più alto nella verifica, ti aiuterà in tutti gli argomenti che ti sono poco chiari e inoltre potrete sfruttare questo tempo anche per conoscervi meglio, visto che lui è appena arrivato>>, sorrise a entrambi.

<<J: va bene, la ringrazio, arrivederci>>, lo salutai in fretta.

<<P: arrivederci>>, rispose e uscii dalla classe camminando frettolosamente per i corridoi.

<<D: Juliet aspetta!->>, non mi fermai finché qualcuno non mi prese il polso e mi costrinse a girarmi. <<-Ehi, ti ho chiamata>>, disse con un leggero fiatone.

<<J: scusa, non ti avevo sentito>>.

<<D: allora, come ci organizziamo? Venerdì sera da te?>>.

<<J: no, ho una cena, ma possiamo fare di pomeriggio se vuoi>>, proposi.

<<D: per me va benissimo>>, annuii.

Rimanemmo a guardarci negli occhi per dei secondi interminabili, cosa che mi fece sentire una strana sensazione allo stomaco.
Si avvicinò impercettibilmente e per un attimo mi era sembrato che il suo sguardo fosse ricaduto sulle mie labbra.

Qualcuno, però, mi richiamò facendo interrompere quel contatto.

<<T: Juliet!>>, mi girai di colpo.

<<J: ciao Tyler>>.

Si avvicinò a noi sorridente. Certo che non poteva scegliere momento migliore.

<<T: ehi...oh, ciao Dylan>>, salutò il moro.

<<D: ciao>>, fece un cenno con la mano.

Il mio migliore amico passò lo sguardo da me all'altro ragazzo.

<<T: ho interrotto qualcosa?>>.

<<J: no, figurati>>.

<<T: bene, perché avrei bisogno di parlarti>>.

<<D: non puoi farlo qui?>> lo guardai confusa. Che gli fregava?

<<T: direi di no, possiamo andare?>>.

Lanciai un'occhiata veloce a O'Brien, che scosse leggermente la testa.

<<J: ehm...sì...andiamo>>.

Tyler mi prese la mano e mi portò in aula relax, ma durante il tragitto i miei occhi non lasciarono mai andare i suoi.


A future for us ~ Riverdale after yearsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora