Juliet
Ero in corridoio quando la campanella suonò facendo entrare nell'edificio una flotta di ragazzi.
Mi avvicinai velocemente al mio armadietto e presi i libri che mi servivano, osservandomi attorno e pronta a scappare.
Quando lo chiusi il mio cuore perse cinque o sei battiti.<<J: Dylan cazzo! Mi hai fatta morire.->>, urlai e rise, <<-Cosa vuoi?>>, continuai.
<<D: la vera domanda è: cosa vuoi tu da me?>>, propose appoggiandosi al muro.
<<J: che intendi?>>, chiesi confusa.
<<D: sbaglio o sei stata tu a mettere like a un mio post?>>, mi ricordò e deglutii rumorosamente.
<<J: magari è un errore>>, cercai di inventarmi una qualsiasi scusa.
<<D: per caso esiste un'altra Juliet Jones a Riverdale?>>, ironizzò.
<<J: può anche essere>>, feci spallucce reggendogli il gioco.
<<D: anche se fosse, ma so che non è così, lei non mi conosce, tu sei l'unica con cui ho parlato. Quindi rimarresti fregata comunque>>, sbuffai alzando gli occhi al cielo.
<<J: perché devi essere sempre così insopportabile?>>, incrociai le braccia sotto al seno.
<<D: cos'ho fatto di male?>>.
Una voce stridula alle mie spalle mi costrinse a girarmi.
<<R: tranquillo Dylan, qualsiasi cosa sia successa tu non hai colpe, non possiamo farci niente se mia cugina ha un carattere di merda e s'incazza per tutto>>, si immischiò una terza voce.
<<J: tesoro, mi dispiace, ma questa è la tua descrizione, solo che aggiungerei anche altro, ma non voglio essere volgare al momento. Che ne dici?>>, sorrisi fintamente.
<<R: dico che è meglio che ti stai zitta>>, si avvicinò minacciosamente.
<<J: altrimenti?>>, feci lo stesso.
<<D: altrimenti nulla>>, si mise tra di noi il moro, cercando di farci calmare. Il ragazzo, però, ottenne solo occhiatacce da parte mia e una squadrata dalla rossa.
<<R: O'brien sei già impegnato per il ballo?>>.
<<D: e-ehm, direi di no...>>, rispose un po' titubante.
<<R: ottimo, allora passa a prendermi alle 20:00, ti invio l'indirizzo via sms>>, gli fece l'occhiolino e spalancai la bocca.
<<D: ma non ho il tuo numero>>.
Così Rose prese un bigliettino e glielo mise nella tasca anteriore dei pantaloni, facendolo irrigidire.
<<R: ora sì>>, sorrise lasciandogli un bacio sulla guancia e finalmente si allontanò.
<<D: Juliet i->>, provò a dire, ma non avevo voglia di ascoltarlo, così feci un gesto con la mano per zittirlo e me ne andai in classe.
Ero infastidita perché lui sapeva quanto io non la sopportassi, quindi perché organizzare tutto questo teatrino davanti a me?
L'aula si riempì in pochi minuti e il professore di fisica fece il suo ingresso.
Il professor Abrams era simpatico, il vero problema era la materia che insegnava, non l'avevo mai capita. I miei mi avevano pagato anche un professore privato in passato, ma non era servito a molto.Restituì a ognuno di noi il test svolto il giorno precedente e come pensavo presi un'insufficienza, menomale che non l'avrebbe valutato.
L'ora passò piuttosto velocemente e quando suonò la campanella quasi tutti uscirono.
Poco prima che potessi andare via, però, l'uomo mi richiamò.
<<P(rofessore): signorina Jones, venga un attimo quadrilatero.->>, così con lo zaino in spalla mi avvicinai alla cattedra, <<-Dalla correzione del compito ho potuto constatare che non è migliorata>>, osservò il pezzo di carta, per poi riporre la sua concentrazione su di me.
<<J: vero, ma le giuro che ho passato l'estate a esercitarmi>>, gli assicurai. Inoltre era la verità.
<<P: tranquilla, ti credo, ma hai comunque bisogno di aiuto. È vero che siamo a inizio anno, ma hai molte lacune e vorrei che la situazione si riprendesse subito, quindi ho chiesto a un ragazzo di farti da tutor>>, mi annunciò prendendomi alla sprovvista.
<<J: oh, e chi sarebbe?>>, chiesi e il prof puntò lo sguardo dietro di me.
<<P: O'brien, venga pure>>.
Non ci potevo credere.
Chiusi per qualche secondo gli occhi e feci un bel respiro.
Il moro si posizionò accanto a me.<<D: eccomi>>.
Abrams mi guardò di nuovo.
<<P: ho scelto Dylan perché ha preso il voto più alto nella verifica, ti aiuterà in tutti gli argomenti che ti sono poco chiari e inoltre potrete sfruttare questo tempo anche per conoscervi meglio, visto che lui è appena arrivato>>, sorrise a entrambi.
<<J: va bene, la ringrazio, arrivederci>>, lo salutai in fretta.
<<P: arrivederci>>, rispose e uscii dalla classe camminando frettolosamente per i corridoi.
<<D: Juliet aspetta!->>, non mi fermai finché qualcuno non mi prese il polso e mi costrinse a girarmi. <<-Ehi, ti ho chiamata>>, disse con un leggero fiatone.
<<J: scusa, non ti avevo sentito>>.
<<D: allora, come ci organizziamo? Venerdì sera da te?>>.
<<J: no, ho una cena, ma possiamo fare di pomeriggio se vuoi>>, proposi.
<<D: per me va benissimo>>, annuii.
Rimanemmo a guardarci negli occhi per dei secondi interminabili, cosa che mi fece sentire una strana sensazione allo stomaco.
Si avvicinò impercettibilmente e per un attimo mi era sembrato che il suo sguardo fosse ricaduto sulle mie labbra.Qualcuno, però, mi richiamò facendo interrompere quel contatto.
<<T: Juliet!>>, mi girai di colpo.
<<J: ciao Tyler>>.
Si avvicinò a noi sorridente. Certo che non poteva scegliere momento migliore.
<<T: ehi...oh, ciao Dylan>>, salutò il moro.
<<D: ciao>>, fece un cenno con la mano.
Il mio migliore amico passò lo sguardo da me all'altro ragazzo.
<<T: ho interrotto qualcosa?>>.
<<J: no, figurati>>.
<<T: bene, perché avrei bisogno di parlarti>>.
<<D: non puoi farlo qui?>> lo guardai confusa. Che gli fregava?
<<T: direi di no, possiamo andare?>>.
Lanciai un'occhiata veloce a O'Brien, che scosse leggermente la testa.
<<J: ehm...sì...andiamo>>.
Tyler mi prese la mano e mi portò in aula relax, ma durante il tragitto i miei occhi non lasciarono mai andare i suoi.
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A future for us ~ Riverdale after years
FanfictionJuliet Jones, figlia di Jughead Jones e Betty Cooper, abita insieme alla sua famiglia e i suoi amici a Riverdale. L'arrivo di un ragazzo, però, stravolgerà la vita della giovane in una maniera totalmente inaspettata. Piccola premessa, non seguirò e...