4. Lezioni private

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"Ma se l'inferno è questo, se significa sentirsi bruciare dal desiderio stolto e per niente innocente che provo per questa ragazza, se devo essere punito con le fiamme per tutti i pensieri inopportuni che ho fatto in queste notti, allora potrei an...

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"Ma se l'inferno è questo, se significa sentirsi bruciare dal desiderio stolto e per niente innocente che provo per questa ragazza, se devo essere punito con le fiamme per tutti i pensieri inopportuni che ho fatto in queste notti, allora potrei anche pensare di restarci in eterno."

🥀

Heaven non riusciva ancora a metabolizzare il messaggio che aveva ricevuto il giorno prima. Continuava a guardare lo schermo del suo cellulare, a fissare quelle poche parole e a chiedersi come Harry avesse fatto ad avere il suo numero, a domandarsi se fosse per caso impazzito e soprattutto cosa gli avesse fatto pensare che avrebbe accettato il suo invito. Non l'aveva fatto la prima volta, né la seconda, tantomeno l'avrebbe fatto la terza. Che, infatti, a quel messaggio neanche gli rispose.
Ma comunque nella sua testa non era svanito il pensiero di quel ragazzo, anzi si era forse fatto più intenso ed insistente. Quasi insopportabile.
Odiava sentirsi in quel modo, non le era mai capitato e non capiva come fare per liberarsene. Sapeva che se gliel'avesse data vinta, se gli avesse risposto, o se avesse accettato il suo invito, sarebbe stato pure peggio, si sarebbe inoltrata ancora di più in quel tunnel di emozioni che aveva sempre tenuto lontane.
Anche al lavoro le era capitato di pensarlo; mentre guardava la sorellina del ragazzo, Josie, la sua mente era finita per perdersi nel ricordo di quegli occhi verdi e di quel sorriso impertinente.
Una mattinata infernale. Non riusciva a concentrarsi, non riusciva ad essere attenta a ciò che accadeva attorno a sé e per fortuna, dovette affrontare solo due ore di lezione con quei piccoli bambini.
E il fatto che non riuscisse a smettere di pensarlo, la portava ad odiarlo ancora di più.

Chi diavolo sei tu per inciderti tanto nella mia testa senza che io ne abbia voglia?

Ma forse è così che funziona con l'amore. All'inizio nemmeno te ne accorgi di come succede, conosci qualcuno e questo ti entra dentro in un battito di ciglia. Ti penetra nella pelle, nell'anima, nella testa e nel cuore, solo che non te ne rendi conto di come abbia fatto e non sai neanche come fare per liberartene. Forse è così che succede con l'amore.
E quando poi te ne accorgi che ci sei dentro fino alle ossa, quando realizzi che il tuo cuore senza non può più battere, è troppo tardi per tornare indietro.

Stava succedendo proprio così, anche a lei, che era sempre stata apatica a quel sentimento e lo teneva lontano come la peste. C'era caduta dentro e non se n'era neanche resa conto. Ma ancora non lo sapeva ed era ben lontana dal realizzarlo.

Quando tornò a casa, sollevata del fatto che fuori dalla scuola non avesse incontrato Harry, tirò un sospiro di sollievo, credendo di averla scampata.
Una cosa che per tutta la mattina l'aveva tormentata era stata pure la paura di beccarlo fuori dai cancelli, visto che era solito venire a prendere Josie. In quel caso sapeva che non avrebbe avuto scampo e che avrebbe comunque dovuto affrontare non solo lui, i suoi occhi ed il suo carattere fastidiosamente saccente, ma anche ciò che scatenava dentro di lei, che era forse quello che più temeva.
Lui potevo affrontarlo, il suo carattere egocentrico potevo gestirlo, ma quello che sentiva no, da sé stessa non poteva fuggire.

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