40. Finché morte non ci separi

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"Che in nessun'altra vita, in nessun altro universo avrebbero voluto vivere se non in quello nel quale potevano stare insieme finché la morte non li avrebbe separati

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"Che in nessun'altra vita, in nessun altro universo avrebbero voluto vivere se non in quello nel quale potevano stare insieme finché la morte non li avrebbe separati."

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Londra, agosto 2024.

Il caldo di una classica giornata di agosto, nel pieno dell'estate, si attutiva nelle serate e si trasformava in un leggero venticello piacevole, che ti rinfresca il corpo bollente dai raggi del sole che ti hanno colpito durante la giornata. E il cielo è blu, quasi nero, mentre le stelle brillano e illuminano, insieme alla luna, che basterebbero loro soltanto ad illuminare una città intera.
Come quella notte, che Heaven, dalla stanza di un albergo nelle vicinanze di Brighton, osservava il cielo, la luna che sembrava anche più vicina e il suo riflesso sul mare più luminoso di come non lo era mai stato. Il cielo era sereno, così come lo era il cuore della ragazza.
Mancava una sola notte ormai. Una sola notte di distanza dal giorno del suo matrimonio. E lei guardava il cielo, che per quanto bello e mozzafiato potesse risultare così ricoperto di stessei, desiderando soltanto che si tingesse di azzurro e che il sole sorgesse. Che Heaven non stava più nella pelle di diventare la signora Styles.
Aveva atteso quel giorno per mesi, dal momento esatto in cui Harry le aveva chiesto di diventare sua moglie. Dal momento in cui lei aveva sorriso e poi aveva pianto di gioia. Dal momento in cui lui l'aveva abbracciata e poi le aveva detto ti amo.
E quindi si trovava in quella stanza d'albergo ad attendere il sole sorgere perché Sally era la mente che aveva organizzato il suo addio al nubilato, programmando una perfetta giornata al mare e in barca, con tanto di champagne e la piacevole compagnia di quelle poche persone a Heaven care, approfittando del fatto che avevano scelto di celebrare la cerimonia e poi il ricevimento proprio nei pressi di Brighton. Heaven non aveva mai sognato un matrimonio, era una possibilità che aveva escluso nella sua vita, ma non poteva esistere posto più perfetto del mare.

Dopo aver chiuso le tende della sua stanza e aver smesso di guardare la luna e le stelle con tanta ammirazione, Heaven entrò in bagno, preparando la vasca per un bel bagno, che la aiutasse a sciogliere i nervi e a placare tutte le tensioni legate al giorno dopo. Ma prima che potesse spogliarsi completamente dei pochi indumenti che la coprivano, un leggero bussare richiamò la sua attenzione.

Aprì la porta della sua stanza, stringendosi tra le dita il colletto della sua vestaglia rosa in seta, pentendosi mentalmente di non aver indossato qualcos'altro piuttosto che solo quel misero pezzo di stoffa, che a stento le copriva le cosce. Ma quel pensiero si annullò completamente quando la porta rivelò per intero chi fosse la persona che aveva bussato: Harry.

«Ciao dolcezza.» disse, sorridendole.

Mentre lei era rimasta a bocca aperta a fissarlo, perché non si aspettava affatto la sua presenza lì. Sapeva che anche per lui, Jack e altri amici, gli avevano organizzato una serata per il suo addio al celibato, sempre non lontano da Brighton, nonostante non avesse idea di cosa avessero fatto; ma di certo non si aspettava una sua visita. Harry, dal suo canto, non aveva smesso di pensare a lei nemmeno un secondo quella sera e più i suoi amici lo intimavano a bere e a godersi l'ultima notte da uomo non sposato, più lui si perdeva a ricordare il viso di Heaven nella sua mente, al punto che Jack gli aveva dovuto dare qualche scappellotto nella nuca per richiamare la sua attenzione.

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