30. Ritrovato

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"E allora non serviva più parlare, allora non serviva più neanche respirare

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"E allora non serviva più parlare, allora non serviva più neanche respirare.
Persi l'uno dentro gli occhi dell'altro, tutto ciò che gli serviva per vivere l'avevano appena ritrovato."

🥀

Heaven non si svegliava con tanta tranquillità addosso da un pezzo. Erano mesi e mesi che non si svegliava come se tutto l'universo si fosse allineato perfettamente per renderle la vita serena. Aveva passato notti e giorni da incubo, per cui risvegliarsi in quel modo e sentirsi tanto in pace, per lei fu un miracolo.
Si sentiva come se il suo cuore fosse stato messo in sesto.
E non appena aprì gli occhi del tutto e mise a fuoco ciò che aveva attorno, capì che il motivo portava un nome: Harry.

Il suo profumo era nell'aria che la circondava, la sua essenza impregnava le coperte che le avvolgevano il corpo, il suo modo di amarla le era attaccato sulla pelle e non la lasciava andare. E Heaven si sentiva talmente in pace che niente quella mattina avrebbe potuto spezzarla.

Si accorse dell'assenza del ragazzo al suo fianco; l'aveva stretta per tutta la notte e se chiudeva gli occhi riusciva a sentire ancora il corpo robusto e scolpito del ragazzo a premere contro il suo esile e delicato.
Spezzoni di immagini dove i loro corpi si incastravano, dove i fianchi di Harry sbattevano contro suoi, dove le sue mani possenti si imprimevano nella carne di Heaven, le riempirono la mente e non poté che sorridere. Se l'avesse trovato a letto l'avrebbero fatto ancora, ne era certa.

Così, con molta calma, si alzò dal letto con lo scopo di trovarlo. E non fu molto difficile, perché non appena mise piede fuori da quella stanza, coperta solo da un paio di slip e dalla stessa camicia in lino di Harry che indossava la sera prima, lo vide in piedi davanti ai fornelli, mentre nell'aria si diffondeva il profumo di bacon e di uova. Le stava preparando la colazione, proprio come ai vecchi tempi.

«Buongiorno.» mormorò Heaven, portando l'attenzione del ragazzo su di sé.

Harry si fermò ad osservarla, che coperta da pochi indumenti era assolutamente bellissima. Dopo aver passato tutta la notte con lei, si rese conto che mai niente avrebbe eguagliato la sensazione dei loro corpi a contatto. Era una sensazione che non si dimentica facilmente, una sensazione che non ti lavi di dosso nemmeno con l'acqua santa.

«Buongiorno, dolcezza.» ricambiò il saluto, sorridendole.

Heaven gli si avvicinò quasi in punta di piedi e una volta che gli fu accanto gli lasciò un bacio sulla guancia.

«È sempre bello sentirti chiamarmi dolcezza.»
«Prima lo odiavi.»

La ragazza fece spallucce e rubò un pezzo di bacon dalla pentola che Harry teneva in mano, addentandolo mentre lo guardava dritto negli occhi.
Non capì bene il motivo, ma quando lo guardò in quel modo, mentre si leccava le dita dal grasso residuo del bacon, si sentì febbricitante, con una miriade di brividi a ricoprirgli la pelle. Quella ragazza l'avrebbe fatto impazzire per davvero, prima o poi.

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