29. Fuoco

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"Perché non solo il tuo corpo si lega al mio, ma anche la tua anima si lega alla mia e lo fa in modo inscindibile

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"Perché non solo il tuo corpo si lega al mio, ma anche la tua anima si lega alla mia e lo fa in modo inscindibile."

🥀

Londra, novembre 2021.

Il White Rose restava sempre, anche dopo tanto tempo, il locale più accogliente in cui Heaven era mai stata. Aveva quell'atmosfera calma, decorata da luci soffuse, che le rendevano l'anima tranquilla, sin dalla prima volta che ci aveva messo piede.
Inoltre possedeva tanti bei ricordi in quel posto e tornarci era sempre un po' come riviverli. Certo, ne aveva anche di brutti tra quelle mura e, generalmente, sono quelli che si ha la tendenza a ricordare di più. Ma Heaven aveva imparato a guardare le cose, a rivivere i momenti, in un modo diverso, in modo positivo. Le cose brutte accadono solo perché poi ci saranno quelle belle; non può sempre essere tutto bianco, o tutto nero, i colori a cosa servirebbero altrimenti?

E aveva continuato ad andarci, a frequentare il White Rose, a ridere e scherzare insieme a Sally, o insieme a Jack.
Anche se lui non c'era più.
Era andato via e non era più tornato.
E anche se aveva lasciato un vuoto, Heaven provava a colmarlo con loro, con gli amici, con il lavoro, con i suoi genitori, con la gratitudine, con la vita.

Era serena.

Anche quella sera, mentre guardava Sally che dietro il bancone preparava i cocktail, sistemava le ordinazioni. Anche quella sera, stava bene.

«Senti, Heav, posso farti una domanda?» Le domandò la rossa di punto in bianco.
La ragazza annuì, girando la cannuccia dentro il suo bicchiere con lo stesso cocktail fruttato e analcolico di sempre.

«Tu e Harry non vi siete più sentiti?»

Heaven smise di muovere la cannuccia e guardò l'amica.
Non si aspettava quella domanda e al solo sentir pronunciare quel nome si sentì rabbrividire. Era passato un po' di tempo ormai.
Non ne parlava mai, anzi, non ne parlava più. Aveva smesso di parlare di lui da un pezzo, da quando lui era sparito e le cose tra di loro erano rimaste a perdersi nel vuoto che li separava. Perché era andata così.

Dopo essere venuto a trovarla aveva iniziato ad essere strano, la evitava, non la chiamava quasi mai, a stento le scriveva e a stento riuscivano a vedersi. Finché non aveva semplicemente smesso. Persino di rispondere quand'era lei a chiamarlo, aveva smesso.
Si era eclissato in quei chilometri di lontananza senza più riapparire.

Le uniche notizie che aveva avuto e saputo di lui venivano da Jack, con il quale invece aveva continuato a sentirsi periodicamente.

Non le era mai stata data una spiegazione. E aveva sofferto, come una dannata si era fatta notti intere a piangere, si era fatta mesi interi a guardarsi attorno e a cercarlo tra la gente, a cercarlo tra le coperte del suo letto, ad aspettarlo nella notte. Ma nonostante tutto, non aveva mai mosso un dito. Dopo tutto quello che avevano passato, se lui aveva scelto di ignorarla, lei aveva semplicemente accettato la cosa, se n'era fatta una ragione, o almeno così credeva, e aveva continuato la sua vita, con molte più consapevolezze, con molta più sicurezza. S'era perduta, ma poi si era ritrovata.
Si era fatta una promessa: non avrebbe permesso più a nessuno di spezzarla, non più.
Come già detto, era serena.

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