71- Dove tutto ebbe inizio..

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Margot

Osservo la piccolina che dorme ai piedi del letto, nessuno dei nostri figli ha mai dormito ai piedi del letto, anzi ce li ritrovavamo sempre appiccicati addosso o stesi sui cuscini.
Ma lei è diversa in tutto da loro, ha stravolto completamente le nostre vite, e come ripeto spesso a Giulio una ventata d'aria nuova.

Allungo una mano e la infilo tra i capelli di mio marito, nonostante sia arrabbiato con me, come sempre daltronde.
Un verso confuso e assonnato fuoriesce dalle sue labbra mentre io continuo ad accarezzargli i capelli, fino a che i suoi occhi stupendi si aprono e si incrociano con i miei.

"Buongiorno amore" sussurro sorridente e lui mi fulmina con lo sguardo.
"Sorridi, altrimenti ti compaiono le rughe" aggiungo trattenendo una risatina.
"Io non ho le rughe" farfuglia sbadigliando, per poi allungare il suo braccio verso di me e attirarmi a se.

"Buongiorno" sussurra sul mio collo per poi lasciarvi un bacio dolce.
"Mi odi ancora?" chiedo continuando ad osservare quella cucciolina che dorme.
"Non ti odio" sbuffa " ma tu sembri nata per farmi infuriare" aggiunge spazientito.
"O forse sei tu, ancora troppo geloso" sussurro.
"Margot..." sta per dire ma io mi volto verso di lui e lo zittisco con un bacio appassionato.

"Papino" quella vocina ci fa sorridere, ci voltiamo e quel visino imbronciato e assonnato mi fa sciogliere il cuore "anche a me, bacino" dice alzandosi e camminando goffamente verso di Giulio.
Si inserisce tra di noi e lui le bacia la guancia paffuta.
"Mamma e tu?" chiede e io mi sporgo verso di lei per baciarla a mia volta. Le accarezzo i capelli e lei sbadiglia per poi girarsi di fianco e accoccolarsi a me, appoggia la manina sulla mia pancia e chiude di nuovo i suoi occhietti.
"Altri dieci minuti" sussurro " poi ci prepariamo per l'asilo" aggiungo.
"Non voglio andarci" protesta "mi annoio" aggiunge facendo ridere Giulio.

"Papino posso stare a casa?" chiede girandosi e abbracciandolo.
Piccola ruffiana, ma non l'avrá vinta.
Giulio mi osserva e io scuto la testa.
"Devi andare all'asilo, ci siamo andati tutti" dice lui accarezzandole i capelli.
"Ma io mi annoio, ho già imparato le letterine dell'alfabeto, conosco i colori e so contare fino a dieci" dice " uno,due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove e dieci" aggiunge cantando " vedi, so già tutto posso non andare all'asilo" sospira.

"Vai per giocare allora" aggiungo io e lei si gira a guardarmi.
"Va bene, allora" sbuffa stringendosi a Giulio.

Li osservo meravigliata, chiedendomi cosa abbia fatto, per meritarmi tutto questo. Ripenso ad Olivia, a quanto sia cresciuta e a come sappia esprimere ció che pensa a solo quattro anni.

Ripenso alla sua prima parolina, mi sembra ieri eppure sono passati quasi cinque anni.

"Olivia chi sono io?" le chiedo sperando che dica quella parolina magica, che fa sempre emozionare una mamma, anche se nel mio caso è la quarta volta.
Lei mi osserva con i suoi occhioni verdi ma non dice nulla.
Mi allontano da lei per controllare il sugo sul fuoco.
"Ma-ma" quella sua vocina mi richiama dal salotto.
"Ma-ma-ma" continua ad urlare fino a che non la raggiungo in salotto.
"Ma-mma" continua a ripetere e i miei occhi si riempiono di lacrime quando lei mi vede e sorride continuando a ripetere "ma-ma-ma" quelle tre lettere pronunciate da quella vocina dolcissima.

A ridestarmi dai miei pensieri è il suono della sveglia.
"Tempo scaduto" annuncio alzandomi in piedi e afferrando la piccola per i piedini. Lei si aggrappa con le manine al braccio di Giulio, protestando ancora.
Allento la presa sui suoi piedini e le faccio il solletico, inizia a ridere e lascia finalmente il braccio di Giulio, ed io ne approfitto subito, me la carico in braccio e la porto nel bagno.

WHIT YOU (3* PARTE di THE STORM)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora