CHISSÀ SE È STATA LA SCELTA GIUSTA

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NOAH

In che casino ti sei messo Dyl?, penso appena finita la chiamata. Quanto sono incazzato... Come ha potuto baciare mia sorella? Se fossimo stati faccia a faccia l'avrei menato. Però mi ha fatto un po' pena quando a detto "io e lei siamo come Monica e Chandler di Friends". Adoro quella serie e quando mi ha fatto quei nomi ho capito quanto le volesse bene. Ha avuto una crisi pesante; non volevo alimentare il fuoco, così per evitare commenti gli ho detto di pensarci come ha fatto El... Proverò a parlare con lei, so che non è facile da convincere, ma ci riuscirò da bravo fratello, perché non riesco a vedere Dylan così triste e preoccupato. Ora però è tardi, le parlo domani.

LA MATTINA DOPO

-Buongiorno El-

-Buongiorno-

Non posso nasconderle la chiamata, ma non posso neanche dirle che Dylan sta di merda perché lei lo ignora. Rompo un po' il ghiaccio:

-Andiamo con Dylan e Sarah a scuola??-

Vedo che va in panico. Si vede che non vuole andare con Dylan.

-Chiedo a Sarah se vuole venire a piedi-

-E Dylan?- Ha uno sguardo confuso, perché cerca una scusa. Ma io lo so cosa è successo.

-El, io so tutto-

-Ah, in che senso? Cosa sai?-

-So di te e Dylan. Tranquilla non sono incazzato, mi sono già sfogato ieri sera con lui. Ma voglio sentire anche la tua...- fa una faccia che è un mix di delusione, sorpresa e tranquillità.

ELLA

No non posso dirgli che FORSE mi piace Dyl, perché non lo so neanche io.

-Non c'è molto da spiegare... - Invece sì.
-Semplicemente voglio capire cosa provo. Sono successe delle cose e sono un po' confusa. Tutto qui- aggiungo un semi sorriso, come per giustificarmi. 

Ma se sa già tutto pensa sia solo una scusa.

-Ok, però non puoi ignorarlo. Dyl non l'ha presa bene, ieri sera si è sfogato con me. Devi rimanere normale, come amica-

-È difficile Noah. Quando non sai cosa fai o cosa provi è difficile-

-Ti posso aiutare... A capire cosa provi intendo- mi dice, comprensivo. 

-Ok- rispondo, poco convinta. 

-Quindi? Posso dire a Sarah e Dyl che andiamo con loro?-

Ci penso. Non so se dare ragione a Noah e cercare di essere normale o se dare ragione a Sarah ignorando Dyl. Però cavolo, lui ci è rimasto male, ha avuto una crisi... Quindi ci tiene al nostro rapporto.

Dico a Noah che va bene. Vado in camera e mi metto dei jeans strappati e una felpa corta, ma non troppo. Crocchia lenta, mascara (un po' più del solito, forse), zaino e via. 

Chissà se è stata la scelta giusta.

Io e Noah saliamo in macchina e c'è Dyl. Idiota è sua la macchina, certo che c'è. Appena salgo mi sento gli occhi addosso. Alzo lo sguardo e lui mi sta fissando. Non è uno sguardo arrabbiato, ma uno sguardo strano... Sembra triste (come fosse dispiaciuto) ma allo stesso tempo... mi dispiace dirlo..."innamorato".

Ma che cazzo sto facendo. Lo guardo anche io. Lui mi guarda le labbra ed io dalla timidezza abbasso lo sguardo e involontariamente mi mordo il labbro. Lo riguardo di nuovo e mi sta continuando a guardare le labbra, ma appena entra Noah, distoglie lo sguardo.

Per tutta la mattina non faccio altro che pensare a quel bacio e allo sguardo in macchina. Non me li tolgo dalla testa. Finite le lezioni mi avvio verso l'aula di matematica, Sarah ce l'ha all'ultima ora. Mi arriva una notifica... 

Eccoci: messaggio da Dylan. Io lo penso spesso (per non dire sempre), ma lui se le cerca.

-Ehy, so che non mi vuoi parlare, ma io si. Ci possiamo vedere alle macchinette fra 10 minuti?-

-Ok-

Beh, niente Sarah direi. Mi avvio subito perché le macchinette sono al 2 piano e io sono al 3.

Appena arrivata noto subito lui, che è già lì. Dio quanto è carino: è appoggiato ad una macchinetta, ha i capelli un po' spettinati, una camicia bianca arrotolata fino ai gomiti, dei jeans neri e si sta tenendo lo zaino sulla spalla con una mano. 

Torna seria El. Alza lo sguardo su di me e si sistema subito. Riprendo a camminare e vado da lui.

-Ciao El-

-Ciao Dyl-

Si passa una mano sul collo, poi sul retro della spalla e poi di nuovo al collo. È stressato.

-Arrivo al dunque perché non ti voglio annoiare troppo- fa un breve respiro e sputa il rospo

-El, io...-

Lo sta per dire...

DYLAN

Eccola. Con quei occhi verdi smeraldo e i capelli castano scuro. Sembra una dea. Mi correggo: lo è, almeno per me. Sistemati Dyl, sembri un bambino. Mi raddrizzo e lei viene verso di me. Ci salutiamo e mi passo una mano intorno al collo e poi sulla spalla. Dio quanto sono stressato.

- Arrivo al dunque perché non ti voglio annoiare troppo- prendo un respiro e dico tutto fuori, quasi volessi liberarmene. 

-El, io...- Dillo Dylan, dillo cazzo. Non ce la posso fare, i suoi occhi penetrano nei miei, è impossibile.

-El, io... - Dai Dylan, sembri un bambino, dillo e basta.

-El, io... Credo di amarti- Ma perché credo, sei un idiota... Idiota proprio

Lei rimane stupita, quasi non se l'aspettava.
Io pure, perché lo penso davvero, ma dirlo è difficile.

-Ehm...- quasi balbetta. Cazzo, ora si sente in imbarazzo per colpa mia.

Sta pensando a cosa rispondere. Le mancano le parole. 

-Ehm, scusa. Non volevo metterti in imbarazzo. Scusa, non so nemmeno perché l'ho detto. Ho sbagliato momento. Io volevo solo...-

-No tranquillo, non preoccuparti.- Oddio, allora non ho sbagliato.

Mi guarda negli occhi ma il suo sguardo è assente, pensa a diverse cose contemporaneamente. 

-In realtà... Io... Beh, devo andare- dice.

Merda, forse ho seriamente sbagliato. Sei un coglione Dylan, un coglione proprio

E l'unica cosa che voglio in questa vita, sta correndo via... da me. Perché sono un coglione, un bambino. La vedo andare al piano di sotto, veloce abbastanza da girare l'angolo in meno di 5 secondi.

Vorrei urlare. Troppo. 

Best friends... maybe || Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora