ELLA
Corro verso la macchina mentre ritento per la ventesima volta di chiamarlo. Entra di nuovo la segreteria. Avvio il motore e parto.
Vado diretta al laghetto, il primo posto che mi viene in mente. Scendo dall'auto e quasi inciampo mentre urlo a squarciagola il suo nome, ma nessuna risposta.
Riprovo un altro paio di volte ma niente, mi preoccupo ancora di più.Decido di mandare un messaggio a Noah, non so se è la cosa giusta ma non so a chi chiedere.
Noah, non so cosa abbia in mente Dylan, ma sta facendo qualcosa che non mi piace per niente. Ci incontriamo a casa tra dieci minuti.
Visualizza e non risponde. Che urto. Non so più a chi chiedere aiuto, sono nel panico.
All'improvviso mi viene in mente suo fratello Ryan. Scorro la rubrica del cellulare alla disperata ricerca del suo contatto. Non trovo niente finché non m'imbatto nel numero di Joe. La chiamo subito, senza pensarci due volte.
- Hey, Ella. È da un sacco che non ci sentiamo, che... -
- Joe, JOE! Smettila, è importante! -
Lei si blocca, preoccupata.
- Che succede El? -
- Sei a casa? -
- Cosa? No, sono tornata a Londra, Dylan non te l'ha detto? -
- Ehm, no. Vabbè, non importa. È proprio di lui che ti devo parlare. -
- Gli è successo qualcosa? Sta bene? -
- Non proprio... Mi ha chiamato qualche minuto fa dicendomi che si scusava per una cosa che stava per fare. Joe, io...io, sono preoccupata. Beh, insomma, dopo l'incidente di Sarah - serro la mascella, impedendo alle lacrime di uscire - si è sentito davvero in colpa, credo si voglia... suicidare -
Lei non parla, resta in silenzio ad ascoltarmi.
- Joe, ci sei? -
- Ehm? Si, sai dove potrebbe essere? -
- No, per questo ti ho chiamata. Sai per caso se esiste un posto dove potrebbe essere? -
- Si, ma credo tu ci abbia già controllato. È una collina a Nord, vicino alle montagne. È il luogo dove si è uccisa nostra zia. - le trema violentemente la voce.
- Joe, grazie mille. -
- Promettimelo, prometti che lo troverai... vivo. -
- Te lo prometto - dico, d'impulso, nonostante non sia sicura di poter mantenere la promessa.
Riattacco velocemente e schizzo via verso il luogo da lei descritto.
Seguo le indicazioni e i cartelli stradali finché non trovo una piccola radura.
Il sentiero è troppo stretto per proseguire in macchina e sono obbligata a scendere e continuare a piedi.
Inizio a correre. I piedi mi s'intrecciano e inciampo più volte sul percorso, ferendomi le mani, ma non mi fermo mai.
Continuo a correre fin quando non raggiungo la collina.
Lo vedo, in piedi al limite di un dirupo.Lo chiamo, cerco di urlare, ma la voce è troppo debole, spezzata dalla fatica. Non si volta, non mi vede.
DYLAN
Basterebbe un solo passo. Finirebbe tutto. in un secondo.Eppure, c'è qualcosa che mi ferma, che mi blocca, che mi costringe a nonmuovermi.
Ora ho capito cos'è, o meglio, chi è: Ella.Mi sento strattonare il braccio da una mano calda e morbida, la riconoscerei tra mille. Cado su l'unica persona che volevo fosse lì con me, perché anche se volevo porre fine alle sofferenze, lei è quella cosa che mi bloccava.
Lei mi stringe fortissimo e io faccio lo stesso. Mi ha salvato la vita, El.
- MA COSA TI È SALTATO IN MENTE? EH? SEI IMPAZZITO? - mi accorgo che sta piangendo e io con quell'urlo mi riprendo da quello stato di turbamento.
- Scusami, El. Scusami tanto. - inizio a piangere anche io.
Non ci posso credere. Stavo seriamente tentando di uccidermi? Ma cosa mi è preso.Restiamo fermi, immobili, per quella che mi sembra un'eternità.
Con calma saliamo in macchina per tornare a casa. Non ci mettiamo tanto.
Arrivati a destinazione vedo Noah sull'uscio della porta che ci aspetta.
-Hai detto a Noah quello che è successo?- chiedo ad El
-Gliel'ho accennato. Devi dirglielo tu- mi dice accennando quasi un sorriso.Non credo di poterlo fare, mi devo ancora riprendere. Mi sento terribilmente in colpa dopo quello che mi ha detto all'ospedale.
È lì. Mi sta uccidendo con lo sguardo. Ella parcheggia e scendiamo dalla macchina.
Ho ansia? Se dico no, mento.Prendo un respiro e vado avanti...
NOAH
Eccoli, li vedo arrivare in macchina. Dylan è super teso.
Mi sento in colpa? Probabile...Prende un respiro e viene avanti.
-Hey dyl- rompo il ghiaccio
-Hey Noah- risponde. Sento l'ansia e la paura nella sua voce.
-Mi sa che ti devo delle scuse... Mi dispiace se ti ho trattato male all'ospedale quel giorno, ero preso dalla rabbia della notizia e mi sono sfogato su di te. Si, la responsabilità era tua, ma ti conosco e non ti sei mai distratto alla guida quindi è stato un'incidente...-
Non riesco a finire la frase che il mio amico corre ad abbracciarmi. Rimango un poò scioccato ma poi ricambio l'abbraccio e lo stringo forte. Guardo Ella che sorride e si aggiunge a noi.
-Ragazzi, siamo imbarazzanti. Sembriamo in un film strappalacrime...- dice Dylan
-Vero-
-Condivido-ELLA
Dopo tanto tempo c'è un lieto fine: Dylan è vivo e ha fatto la pace con Noah.
Guardo il cielo e dico ad alta voce mentre chiudo gli occhi:-Grazie Sarah, non ci abbandonare mai...-
Ridiamo insieme e per la prima volta da settimane, mi sento davvero felice.
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Best friends... maybe || Dylan O'Brien
ChickLit-Sarah, non c'è niente tra me e Dyl, te l'avrei detto. Non mi piace neanche- O almeno così credo. Non so se mi piace Dyl... Nah!! Però quando lo vedo sento una sensazione allo stomaco, come se avessi delle farfalle che svolazzano. No El, non ti pia...