C. 1

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Il primo giorno del primo anno alla Yuei, può essere di fatto l'evento propulsivo che cambierà drasticamente la mia vita , spero almeno in senso positivo . Diventare una prohero tante volte è una decisione rischiosa è soprattutto ardua , ci vuole una grande volontà e una grande devozione al bene comune , ma infine , non ho molto da perdere . Sto decisamente sopravvalutando le mie qualità , ma sento di potere almeno curare il mio essere interiore , facendo del bene alle persone , in quanto sembra nettamente più facile di fare del bene a me stessa . Le esperienze passate , benché siano poche e miserevoli , mi hanno insegnato a considerare tutte le possibilità, soffermando particolarmente l'attenzione su quelle negative , nel caso che qualcosa possa andare storto , e che io così possa sfogare i miei sentimenti su me stessa in svariati modi che ho imparato soffrendo . L'inizio delle scuole medie mi ha fatto scontrare con una nuova realtà, non più quella sfuocata e serena dell'infanzia , ma quella nuova e pericolosa di un'adolescenza prematura , non ancora subentrata , ma che caratterizzava la maggior parte delle persone . In questo caso ero io il bersaglio di critiche e molteplici insulti gratuiti , ma classici delle scuole medie , quasi trascurabili per gli adulti , in quanto hanno già passato quella fase che ricordano con velato dolore ; cercando di dimenticarsi il bullismo subito e giustificandolo come necessario per la propria crescita personale. Questo è quello che mia mamma mi diceva ,se mai io la possa definire come tale ; certo è lei che mi ha partorito , ma questo non implica anche che nella relazione tra madre e figlia ci debba essere un legame affettivo , e nel mio caso era completamente assente . Mio padre non l'ho mai conosciuto e mia madre non ha fatto né da padre e né da madre , ma piuttosto da tossicodipendente irresponsabile, certamente non adatta ad avere figli e troppo fragile mentalmente . Imprimendo nella mia mente infantile ricordi che mi hanno per sempre cambiato la vita , facendo riferimento allo stato di povertà in cui quella donna mi ha fatto vivere a causa della sua sporca dipendenza . Quando avevo 9 anni ogni sera usciva di casa , vestita di calze a rete , un tubino e tacchi alti , ritornava poi a casa la mattina dopo , più morta che viva e con il trucco sbavato . Le sue emozioni incontenibili le scaricava su di me , ritrovandomi adesso con cicatrici di ogni tipo sparse su tutto il corpo , più grandi o più piccole , uscite sempre dalla stessa origine , cioè l'abuso fisico .
Cresciuta quindi , ho sviluppato ideali contro la violenza e allo scontro , in quanto mi hanno traumatizzato , ritrovandomi quindi a imparare per la pratica del bene , un giorno riuscendo a salvare vite .
Da già la settimana prima sentivo una particolare ansia per l'inizio della scuola , così atteso ma anche così temuto , aspettando l'inizio di una nuova fase della mia vita in cui non sentirò far parte . La cosa che fa più male sarà vedersi formare amicizie salde nella classe , mentre io le guarderò con tristezza e gelosia , arrivando poi correndo in camera e fantasticare di una vita completamente diversa , dove io sono una ragazza riesce a vivere serenamente . Ma proprio questo sembra rappresentare il mio unico appiglio alla realtà, analizzare attentamente ogni cosa che mi succede attorno , per poi ricostruirci sopra una versione dove anch'io sono inclusa .

Finisco quindi di indossare la divisa e di preparare le valige , per poi finalmente dire addio ad un capito fin troppo lungo della mia vita , ma che finalmente , dopo tante attese , è stoppato . Dopo aver chiuso il portone , lancio le chiavi di casa il un tombino , beccando proprio il buco ; liberandomi di esse , mi sembra infatti di sigillare il tutto , per dare vita ad una nuova fase . Il cielo è terso e si prospetta una buona giornata, spero infatti che questa prospettiva di applichi anche alla mia giornata . Sento inoltre il dolore sulla parte posteriore delle caviglie , infatti le scarpe sono fin troppo dure e in poco non riuscirò quasi più a camminare ; ma va benissimo così . Delle strategie "passive" per l'autolesionismo che ho scoperto solo qualche tempo fa , facendo ricadere la colpa non su di te , ma su agenti esterni . Tante volte invece mi taglio in posti nascosti , come sotto la pianta del piede o la parte interna delle braccia , assicurandomi che nessuno veda niente . Il fatto che io mi procuri del dolore è una conseguenza chiara del mio vissuto manesco , proprio dal dolore io scappo , ma sembra anche essere il mio unico porto sicuro ;mi piace provare dolore e mi fa sentire meglio , mi fa sentire adatta .
Arrivo quindi al cortile , quando non è ancora suonata la campanella , e analizzando la situazione , ragazzi e ragazze stanno conversando , felici di essersi riuniti per un nuovo anno scolastico . Mentre io li guardo e li analizzo , qualcuno mi nota e io subito penso cosa può pensare la gente di una persona come me . Abbassa lo sguardo ed indugia sulle mie scarpe , poi si volta e dice qualcosa all'amica , ed anche lei si volta verso di me . Il cuore mi inizia a battere forte , non capisco cosa io abbia di male , così abbasso lo sguardo e vedo che i calzettoni bianchi , non solo sono sporchi dietro di sangue , ma anche davanti , non accorgendomi la gratis della situazione mentre camminavo a scuola . In effetti sentivo un dolore , ma non credevo che potesse arrivare fino a tanto ; immediatamente penso a come affrontare la giornata così , con le calze completamente sporche . Ignorando i vari sguardi , entro a scuola prima della campanella e trattengo le lacrime finì a che non mi chiudo dentro la cabina di un bagno . Mi siedo e mi tolgo i mocassini , rivelando il tallone rosso scuro : entro letteralmente nel panico , non ho un paio di ricambio con me e non posso sicuramente andare in giro senza , quindi sto valutando davvero l'opzione di rimanere qui fino a che la scuola sia iniziata , e poi dirigermi al mio blocco , che non so tra l'altro quale sia . Cerco di acquetarmi e di pensare logicamente , ma è difficile essendo che mi sono resa conto che ancora una volta , tutto questo è colpa mia . Colpa delle mie fisse mentali che non riesco a scacciare , troppo radicate nel tempo , io mi infliggo del dolore da quando avevo 8 anni . Quando mia madre mi sgridava per qualsiasi cosa , e se lei non mi colpiva , rimediavo io dandomi botte in testa . Tutto questo si è evoluto fino ad ora , il dolore è diventata una dipendenza , come per tanti è il fumo o l'alcol , per me è sentire bruciare da qualche parte del mio corpo , ma soprattutto l'atto di tagliarmi e vedere quelle righe sottili riempirsi di rosso velocemente . Prendo una lametta dalla tasca della gonna ed alzo la manica della camicia , guardo attentamente le ferite ancora fresche di qualche giorno fa , come se fossero lenitive per la mia mente e anima . Quindi ne tiro altre 2 , profonde nella parte interna del braccio , che presto iniziano a sanguinare copiosamente , e non è ora il momento più doloroso fisicamente , ma lo saranno i prossimi giorni , quando le ferite fresche verranno a contatto con il bagnoschiuma , o quando il tessuto della camicia sfregherà su di esse . La carta igienica si riempie velocemente di sangue , e mi chiedo ancora come faccia ad essercene nel mio corpo dopo i lunghi periodi di digiuno a cui mi sottopongo ; è da 3 giorni che non mangio dall'ansia e se perdo ancora un po' di sangue  dovranno portarmi al pronto soccorso . Da un po' quest'ipotesi non è più una minaccia , ma la realtà .
Dopo ancora qualche minuto decido di rivitalizzarmi con una gomma all'anguria , copro le ferite con molta carta igienica , sperando che la camicia non verrà sporcata , ed esco . Trovo davanti alla mia porta una ragazza che sembra abbia l'intenzione di parlare con me .
U"ciao io sono Uraraka ,stai bene? Io faccio parte della guida indirizzata alla tua classe e gli altri mi hanno detto che sei corsa in bagno . Hanno notato che hai le caviglia insanguinate , è possibile che sia per una misera vescica ?
Comunque , per accertarmi che vada tutto bene , ti porto in infermiera a fartele medicare ,eh? "
"Non serve davvero , non preoccuparti me la sono cavata "
"Sei sicura che va bene così? "
"Si davvero " annuisce rassegnata di non poter cambiare la situazione .
"Ora il gruppo sta assistendo a una lezione di una classe dell'ultimo anno, ti ci porto va bene? "
"Si, grazie mille " le sorrido mascherando quello che poco prima attraversava la mia mente , spero con tutto il mio cuore che non sospetti di niente .
"Ah, come ti chiami? "
"Y/N"

Dopo 4 rampe di scale , le quali mi affaticano notevolmente , arriviamo in classe , così lei mi fa entrare per prima e tutti si girano a guardarmi , cosa che ho sempre odiato ; infatti non arrivavo mai in ritardo a scuola , ed uno dei motivi era che non volevo che l'attenzione fosse concentrata su di me quando entravo.
U"Rieccoci, ora Y/N dice che si sente meglio, le ho proposto di andare in infermeria ma non ne ha voluto sapere, comunque ora siediti laggiù sul banco libero"
Attraverso l'aula e tutti , come se fossero attirati da me , girano il capo per continuare a fissarmi , finché non mi siedo ad un banco a caso ; di fianco ad un ragazzo dall'aspetto singolare .
PM" Per quelli che non c'erano, io sono il prohero e insegnante Present Mic , in questo momento sto facendo un corso alla preparazione dell'esame di fine percorso. Anche se siamo solo all'inizio dell'anno è bene sapere cosa vi aspetterà e cosa dovrete fare per arrivare alla conclusione. "

La lezione sembra durare anni , passo meccanicamente lo sguardo dal professore , alla porta , a un compagno di classe a caso , il primo che mi capita , per poi finire a guardare la matita con cui giocherello .
Finire finalmente , ci fanno da cicerone attraverso le varie aule della scuola , nel mentre io non ho ancora rivolto la parola a nessuno e nessuno lo ha fatto con me . L'unico contatto con gli altri sono i continui sguardi che mi lanciano alle scarpe , poi si girano e ridono con l'amica , proprio un bell'inizio devo ammettere .
Finalmente il momento del riposo è arrivato , infatti ci conducano ad una palazzina interamente dedicata alla nostra classe , in cui ci lasciano orientare da soli ; scopro che la mia stanza è all'ultimo piano . C'è  una grande finestra sopra il letto che mi piace molto, in camera mia non c'erano finestre , perché la stanza a me dedicata era uno sgabuzzino di 2 metri quadrati tra la cucina e il bagno . Avere adesso uno spazio così ampio mi pare un sogno , e non è presente nessuna puzza , né di fumo e né di alcol , ma solamente di un flebile profumo per ambienti .
Mi tiro appresso la valigia malmessa e la deposito sotto al letto , da cui tiro fuori la bilancia , il mio oggetto indiscusso preferito ,senza la mia bilancia io non posso muovermi .
Successivamente, esco dalla mia nuova camera e scendo le scale per partecipare , di mala voglia , a delle attività organizzate per legare tra di noi , o almeno così ci ha riferito Uraraka .
Usciamo all'aperto e un professore ci accoglie , se così si può dire .
"Beh, io sono shouta Aizawa e sono il vostro governatore, vi avviso già che questo pomeriggio ci saranno delle attività per farvi conoscere meglio, qui di ora fatevi da mangiare o quello che volete, alle 2 e mezza si inizia , io sono sul divano laggiù "
Mentre parlava i suoi occhi passavano da uno studente all'altro, solo qualche volte si sono fermati su di me.

aizawaxreader [Completata ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora