Prologo

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Si sente come un foglio di carta. Stralciato, sgulciato ferito di graffi scuri è colorati.
Graffi fatti a matita che cancellati distruggono ancora di più ciò che rimane di lei. Se la strappassero probabilmente non sene accorgerebbe, è troppo concentrata a nascondere con il bianchetto i suoi disegni Insinuati nel bianco della sua innocenza con una mano calcata, una 4B appuntita che forse strappa più delle mani stesse.

Lei era un foglio a righe senza margini, quei fogli che scrivi i temi a scuola, le lettere, dichiarazione d'amore bruciate nel caminetto insieme al legno.
Lei è ciò che nessuno dice mai ad alta voce. E ciò che è tenuto segreto nel proprio cassetto pieno di così inutili, dove per trovarla devi togliere tutte le cose da sopra. Non se ne cura lei continua a cancellare e continua a farlo con violenza, con ossessività come se quello che ha scritto la mangiasse viva.

Ha paura di essere letta per questo non se ne cura se qualcuno la accartoccia è la butta in un cestino. A lei non importa essere infondo al cassetto anzi le è quasi di sollievo. La sua scrittura è illeggibile nessuno capirebbe ciò che scrive, se lo ripete ogni volta che Jasmine rovista in quel cassetto. Eppure tutti quei fogli accumulati gli iniziano a pesare così come tutti quei disegni, la schiacciano tanto da farla diventare più sottile di quel che è già.

Desidera di essere tirata fuori, desidera una via d'uscita da quel orfanotrofio che l'ha cresciuta da quando sua madre la abbandonò in grembo.

Ma nessuno scaverebbe così infondo per un misero è stropicciato pezzo di carta

00 ARIA

IL VENTO gelido si stagliava tra i miei capelli inumidendone le ciocche. Osservavo quella scena muta, in silenzio pregando che quella ragazza non si muovesse dalla sua posizione.

Era in piedi, sul cornicione di un ponte che era troppo alto per essere un comune rialzo d'ascolto è per un secondo mi maledissi perché nei miei occhi si era tinto, soltanto per un secondo un velo di ammirazione. Lei aveva il coraggio di lanciarsi io invece sono solo una codarda che è scappata da un orfanotrofio per prendere una boccata d'aria.

Un uomo le andò a parlare è la convinse di scendere, i suoi piedi batterò il terreno provocando sussulti di molti altri spettatori che guardavano insieme a me la scena che si presentava davanti.

Mi sentivo un intrusa a guardare una scena tale intima da farti spogliare il cuore; Mi sentivo male per lei. Pensare che domani sarà un'altro giorno difficile e quasi sicuramente la riporterà con la mente a questo momento.

La vidi andare via, ripercorrere i stessi passi che l'hanno portata qui, andare a casa.

Tornò da sola. È mi maledissi ancora, perché una voce nella mia testa mi aveva avvertito, quel giorno.

Aveva detto che la ragazza sarebbe stata tornata su quel ponte, ma questa volta avrà una chioma lunga color pece.

La storia è stata scritta quando ero molto piccola è ho deciso di pubblicarla solo ora dato che l'avevo trovata nelle "note" del mio vecchio PC

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La storia è stata scritta quando ero molto piccola è ho deciso di pubblicarla solo ora dato che l'avevo trovata nelle "note" del mio vecchio PC. A causa di questo ci saranno molti errori grammaticali irritanti.
Chiedo gentilmente di non ripeterlo in continuazione, ho molto lavoro da fare e mi ritrovo con sempre poche ore per dedicarmi a questa storia.
Chiedo scusa, ma prima o poi sistemerò il tutto.

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