XVIII. Death doesn't scare me but yours destroys me inside.

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Il profumo invernale di novembre si intrufola furtivamente sotto il casco accarezzandomi il viso, una mia mano sporta all'infuori seguendo le onde forti della corrente a cui veniamo contro mentre l'altra cinge il busto di Asher curvo è impegnato a impaurimi con la velocità da pazzoide che sta usando.

- Asher! - Alzo la voce per farmi sentire mentre porto gli occhi nel piccolo specchietto della moto, sento improvvisamente il cuore fare un sussulto nel petto. Il stomaco mi si storce.

Forse è l'adrenalina oppure la paura, o forse i suoi occhi lucidi è carichi di lussuria.

Il suo profilo e dannatamente scolpito su di un cielo blu zeppo di stelle che si apre dietro di noi. Sembra assorto dai suoi pensieri, una ruga gli attraversa la fronte mentre lo sguardo fisso sulla strada che scorre veloce sotto di noi, le dita stringono il manubrio rendendo le nocche gialle mentre i suoi capelli corvini gli svolazzano in pieno volto.

- Asher mi vuoi per caso sentirti pregare?! -

- Saresti troppo orgogliosa per farlo. - È l'unica cosa che sussurra prima di accelerare ancora è ancora.

Porto entrambe le braccia intorno alla sua vita stringendomi forte non appena ci facciamo più vicini a una curba troppo stretta per poterla attraversa con tutta questa velocità. Mi nascondo con il viso nella sua schiena contorta dai muscoli, la punta del naso si subito riscalda appena viene a contatto con la sua felpa calda e profumata e non posso fare a meno di sentirmi in un piccolo angolo di pace.

Uno.

- Asher! -

Due.

- Rallenta non sto più scherzando! -

Tre.

- Asher ti sto dicendo di rallentare! -

Quattro.

- Per favore rallenta sei senza casco! -

Ma lui non mi ascolta così mi stringo ancora più forte cercando di trovare un po' di sicurezza nelle sue spalle ampie coperte dalla felpa
scura che emana un profumo maschile buonissimo. Stringo anche gli pugni facendo sprofondare le unghie leggermente mangiucchiate nei palmi delle mani è mentre serro le labbra in una linea dura che contiene tutta l'angoscia di tutto il giorno non posso fare a meno di sentire il mio cuore battere forte nel petto.

Ora ci schianteremo, ora ci schianteremo, ora ci schianteremo.

- Eccoci giunti alla tanto attesa destinazione Principessina. - È il rumore della sua voce a risvegliarmi da quel stato di shock.

Siamo vivi, non ci siamo schiantati. Il cuore mi sta battendo a mille nel petto piuttosto direi che mi sta uscendo dalla gabbia toracica, il fiato mi si accelera sopra il mille appena alzo il viso incontrando subito gli suoi occhi affilati nel specchietto, è non posso fare a meno di farmi avvolgere da una rabbia indescrivibile.

- Sei forse scemo, pazzo o troglodito?! Io non ci posso credere, se solo avessi saputo quanto sei pazzo piuttosto sarei andata nel Bronx alle quattro di mattina che salire con te in moto, stavamo per morire Cretino! -

E mentre io sto per avere un attacco di rabbia, Asher continua a ridere. Lo sta facendo sul serio, sta ridendo di me. Di nuovo.

- Biancaneve hai letteralmente un casco in testa, di cosa esattamente avevi paura? - Dice divertito mantenendo il contatto visivo è per fortuna che c'è la visiera a coprimi gli occhi pronti sul orlo del piangere. Mi vergogno di me stessa solo al pensiero che io stia per piangere.

- Fatti maledire stronzo! -

Gli tiro un pugno sulle costole prima di scendere dalla moto sentendomi soddisfatta appena geme addolorato, mi estraggo il casco sorridendo soddisfatta.

FIRSTLOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora